Alle radici del disagio, gli incontri aperti al Centro di Salute mentale

Con gli esperti gio 10 ottobre 2024
Attualità di La Redazione
4min
Incontro al Csm di Termoli ©Termolionline.it
Incontro al Csm di Termoli ©Termolionline.it
Incontri sul disagio sociale e personale: intervista alla dottoressa Immacolata Mustillo

TERMOLI. Non solo la Giornata mondiale della salute mentale, come quella che si celebra oggi. L’attività del Csm di Termoli è poliedrica, come dimostra l’incontro di sabato scorso, primo di una serie, organizzato assieme all’Associazione incontrarsi, che ha visto relatrice la psicologa e psicoterapeuta Immacolata Mustillo, sul tema delicatissimo “Vivere la morte”.

Per molti il malessere di fondo della nostra cultura, figlia di una cultura occidentale, dove nasce il rifiuto della morte, e questo rifiuto è un sintomo collettivo, che va dalla rimozione del tema, alla sovraesposizione attraverso film o serie Tv, dove però si parla della morte degli altri, ma mai della propria. Pensando alla nostra salute mentale, ci chiediamo: parlare della morte ci fa bene o male?

Un argomento interessante che ha sicuramente toccato molti di noi, che in modi e maniere diverse abbiamo cercato, di “vivere la morte”, elaborando il lutto ciascun con una sua propria teoria. Ma qual è il modo corretto per approcciarsi all’argomento, ovvio non stiamo trattando un tema certamente allegro, ma è pur vero che è importante provare a capire come poter ridurre l’angoscia per farci stare bene? E’ questo lo scopo degli incontri che nasce da questa breve ma non banale domanda.

La relatrice, nel salutare e accogliere i tanti partecipanti , ha voluto iniziare con una lettura di un testo di una sua paziente che nella sua presentazione lo ha definito di altissimo livello culturale. Non nascondiamo che quest’affermazione ha subito suscitato la nostra curiosità e sicuramente di tutti i presenti. La lettura del testo ci ha colpito molto e per questo lo vogliamo condividere con voi : 

“Dal rifiuto alla ribellione, dalla solitudine alla compassione, fino all’accettazione, la malattia diventa il catalizzatore di una presa di coscienza dolorosa, ma necessaria: coloro che vivono la vita, senza fuggire dalla propria mortalità possono avvicinarsi alla morte con consapevolezza e naturalezza mentre gli altri sono costretti a guadagnarsi il diritto a morire con sofferenza a vivere la morte come percorso lungo e gravoso. Solo guardando alla morte come parte integrante della nostra esistenza possiamo anelare a un tipo di morte che sia giusta, gratuita e non mera conclusione della vita tendiamo a ignorare o minimizzare il pensiero della morte fino a quando diventa impossibile sfuggirvi la nostra percezione della morte come evento biologico è profondamente influenzata da tabù sociali volti a nascondere e a rimuovere il confronto diretto con la sua realtà fisica inevitabile punto

Un tempo era usanza diffusa portare i bambini a vedere il morto, ma questi stessi bambini, una volta adulti, avrebbero deciso a torto forse, di proteggere gli occhi dei propri figli da quella visione. La mia prima esperienza della morte è un inquietante ricordo di non presenza: se la nonna materna era scomparsa, trappole degli eufemismi, anche mia mamma poteva svanire così ‘nel nulla’? Lontana dal lutto, trascorsi quei giorni a casa dei nonni paterni… Quando mi sono ammalata, la mia mente non faceva che tormentarsi con la domanda di rito: perché proprio a me?

La sofferenza era una punizione immeritata, la morte aveva di certo sbagliato bersaglio ero inerme, prigioniera del mio corpo traditore: Quando nel letto accanto al mio iniziò l'agonia di Emilia. Il tempo sembrava dilatarsi all'infinito, non riuscì a chiamare aiuto, non sarebbe comunque servito. Ascoltai impotente i suoi faticosi rantoli fino all'ultimo sibilo. Emilia era scivolata via e io ero rimasta sola con il suo involucro esanime. Una voce accusatoria sussurrava al mio orecchio: ‘ Perché a lei e non a te?’ Non dovresti essere ancora qui.. Quella voce era la mia. Avevo barato, avevo sottratto il posto a qualcuno più degno. Avevo ingannato la morte e dovevo riconciliarmi con la vita”.

Riportare questo testo, quale esperienza vissuta da un utente, ci è sembrato il modo migliore di poter condividere parte dell’incontro ma soprattutto per meglio far comprendere come il servizio del Centro di Salute Mentale opera sul nostro territorio.

Grande professionalità e umanità nella salute mentale sono elementi fondamentali e inscindibili, questo è emerso dall’incontro tenuto dalla dottoressa Mustillo.

Da sempre i professionisti della Salute Mentale a Termoli, ad ogni livello di responsabilità (operatori pubblici e privati), condividono un cammino, con donne e uomini che chiedono un supporto valido un aiuto o una risposta ai loro quesiti. E da anni ciascuno riceve una risposta, da altre donne e uomini, che senza preconcetti che offro il loro contributo in percorsi spesso difficili nelle tante strada diverse a volte tortuose, che la vita per uno strano gioco chiamato destino, non ci risparmia. La risposta viene puntualmente offerta pone sempre al centro il grande rispetto per la dignità della persona umana.

Molte testimonianze importanti ci hanno fatto riflette e capire che a partite dalle legge Basaglia,  fino ai giorni nostri, con Angelo Malinconico, ex-Primario (e già responsabile del Servizio Psichiatrico Regione Molise, docente universitario, autore di numerose pubblicazioni scientifiche, vulcanico organizzatore di eventi e progetti) che ha ceduto di recente il testimone al nuovo primario Alessandro Gentile, che solo capacità e qualità come: la professionalità, il sacrificio, la passione e la dedizione di singolo operatore, possono garantire un servizio agli utenti valido, efficace ed efficiente.

Oltre ai professionisti, un grande plauso va ai tanti Volontari delle diverse Associazioni che da anni operano e collaborano insieme al Csm, organizzando numerose manifestazioni e attività. E sono proprio loro che hanno voluto fortemente questi cicli di incontri aperti tutti.

Un servizio quello del Csm che si prende cura della Salute Mentale di tutti i cittadini, senza tralasciare alcun ambito del settore e affrontando con successo anche temi come questi “Vivere la morte”.

Con il patrocinio del Comune di Termoli, in collaborazione con diverse associazioni e cooperative del settore è previsto per questo pomeriggio, dalle 17, in Piazza Sant’Antonio Termoli, in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, si discuterà di  “Salute Mentale e Lavoro”.

Giuseppe Alabastro

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