La giornata mondiale dell'ictus
MOLISE. Oggi 29 ottobre è la Giornata Mondiale dell’Ictus, dedicata alla sensibilizzazione su questa grave e diffusa patologia.
L’unica cura possibile per l’ictus è la rimozione del coagulo che causa l’ostruzione al flusso del sangue. La terapia di avanguardia è la trombectomia meccanica intracranica eseguita da neuroradiologi interventisti, introducendo particolari cateteri per via percutanea nell’arteria femorale o radiale, raggiungere il vaso arterioso ostruito del cervello e rimuovere il coagulo. La trombectomia meccanica ha una finestra temporale di intervento di 16/24 ore dalla comparsa dei sintomi, più lunga rispetto alle 4/9 ore della fibrinolisi endovena.
La trombectomia meccanica in associazione alla trombolisi sistemica rappresenta il trattamento più efficace per il trattamaneto dell’’ictus ischemico acuto. Purtoppo oggi in Italia vengono sottoposti a trombectomia meccanica 4 pazienti su 10 per la carenza di centri adeguati. In pochi centri è garantita la presenza H24 di specialisti con competenze specifiche, di cui l’80% al Nord. La trombectomia meccanica pur con la carenza di centri, viene eseguita in tutte le regioni ad eccezione della Basilicata e del Molise (Dati Agenas 2023).
L’ictus è la 3° causa di morte dopo le patologie cardiovascolari e oncologiche, nonché la principale causa di invalidità permanente e/o disabilità nei paesi industrializzati. Nell’80% circa dei casi di ictus si tratta di ictus di tipo ischemico, cioè quando uno dei vasi arteriosi cerebrali viene ostruito da un trombo, o un coagulo, o si restringe.
Ogni anno si registrano nel nostro Paese circa 90.000 ricoveri dovuti all’ictus cerebrale, di cui il 20% sono recidive. Il 20-30% delle persone colpite da ictus cerebrale muore entro un mese dall’evento e il 40-50% entro il primo anno. Solo il 25% dei pazienti sopravvissuti ad un ictus guarisce completamente, il 75% sopravvive con una qualche forma di disabilità, e di questi la metà è portatore di un deficit così grave da perdere l’autosufficienza. L’ictus è più frequente dopo i 55 anni, la sua prevalenza raddoppia successivamente ad ogni decade; il 75% degli ictus si verifica nelle persone con più di 65 anni.
La World Stroke Organization WSO, (Organizzazione mondiale dell’Ictus) ha ritenuto di accendere i riflettori su quanto sia importante il fattore tempo con il riconoscimento tempestivo dei sintomi, lanciando il tema “Minutes can save lives” (I minuti possono salvare vite umane). Una persona su 4 verrà colpita da ictus nel corso della propria vita, ma ogni minuto è prezioso. Basti pensare che per ogni secondo che si ritarda, dopo l’ictus, muoiono 32mila neuroni e per ogni minuto ben 1,9 milioni. L’Ictus è una malattia tempo dipendente per eccellenza, quindi ogni minuto è fondamentale. Prestare attenzione ai sintomi:
- La comparsa improvvisa di debolezza da un lato del corpo,
- bocca storta, difficoltà a parlare o comprendere,
- muovere con minor forza un braccio, una gamba o entrambi,
- vista sdoppiata o campo visivo ridotto,
- mal di testa violento e improvviso,
- insorgenza di uno stato confusionale,
- non riuscire a coordinare i movimenti né stare in equilibrio
Questi sintomi, che si distinguono in base alla sede e all’estensione dell’area del cervello colpita indicano chiaramente la possibilità che si tratti di un ictus cerebrale.
In presenza di uno di questi sintomi sopra descritti reagire rapidamente, anche se durano pochi minuti e poi scompaiono, è necessario chiamare immediatamente il numero di emergenza, che vi porterà nell’ospedale più vicino dotato possibilmente di Stroke Unit, cioè reparti adeguatamente attrezzati e con personale addestrato per gestire in maniera appropriata l’emergenza ictus.
Non andate da soli in ospedale, non chiamate la guardia medica, né il medico di famiglia, né aspettate che i sintomi passino, predereste del tempo prezioso. L’unica cura possibile per l’ictus è la rimozione del coagulo che causa l’ostruzione al flusso del sangue. Dottor Licio Iacobucci.