Via Giappone: dove non basta la segnaletica contro le soste selvagge sui marciapiedi
TERMOLI. L’insofferenza dei residenti (e non solo) che vorrebbero fossero osservate le regole è proporzionale alla capacità di infrangerle da parte chi la civiltà, specie alla guida, la mette da parte.
Ad esempio, tra coloro che manifestano più disagio durante le percorrenze urbane sono i lavoratori del trasporto pubblico urbano, che ogni giorno, in ciascun turno, devono fare arzigogoli al volante per evitare parcheggi selvaggi o manovre in movimento che definire azzardate è blando.
Nei giorni scorsi abbiamo dato evidenza a una disposizione dell’amministrazione comunale di Termoli, che sulla richiesta esplicita della Polizia locale, ha istituito dissuasori in viale Padre Pio e un senso unico in via degli Olivi.
Notizia che, chiaramente, ha dato impulso a mettere in rilievo altre criticità, come quella in via Giappone, dove anche per la presenza di luoghi molto frequentati, vedi la piscina comunale, sovente – o quasi sempre – la pratica della sosta arbitraria si rinnova.
«In riferimento al vostro articolo del 15 novembre, riguardante le ordinanze contro le soste selvagge, vorrei portare all’attenzione dell’amministrazione comunale, per l’ennesima volta, il problema delle soste selvagge in via Giappone, che ormai va avanti da anni».
Chi abita in quel quartiere chiede una maggiore assiduità dei controlli da parte della Polizia locale, «Per riportare l’ordine e restituire a noi pedoni il marciapiede».
Un esempio, tangibile, dei tanti che ne vengono segnalati. Anche in questo caso c’è una rivoluzione culturale da avviare, quella di contrasto al “Faccio come mi pare”.