L'instancabile opera di suor Elvira Tutolo, il premio "Cuore Amico" sul centro minori di Bangui
TERMOLI. Tra i termolesi che hanno saputo ergersi a figure di statura nazionale e internazionale, annoveriamo certamente suor Elvira Tutolo, che già ha ricevuto una onorificenza dal Capo dello Stato, com’è noto, per il suo spasmodico impegno come missionaria nella Repubblica Centrafricana.
Una vocazione assoluta, quella di occuparsi dei bambini in quella realtà così problematica, ma l’asticella è sempre più alta, perché ora l’obiettivo di suor Elvira è quello di realizzare un centro per minori a Bangui, che ne è la capitale, che bisserebbe la struttura già esistente a Berberati.
Un progetto che suor Elvira presenterà in Molise, giovedì sera, alle 17.30, al circolo Sannitico del capoluogo.
Suor Elvira Tutolo, missionaria della Congregazione di Santa Giovanna Antida Tuouret in Repubblica Centrafricana, dopo aver realizzato un centro per l’insegnamento di minori vicino Berberati sia alfabetizzazione che corsi formativi per insegnare loro un mestiere, è ora impegnata nella realizzazione di un secondo centro per i minori nella capitale della Repubblica Centrafricana, a Bangui.
Ha recentemente vinto il Premio Cuore Amico proprio per questo nuovo e impegnativo progetto che permetterà il recupero di minori tolti dal carcere, dalla strada dove vengono abbandonati dalle stesse famiglie per superstizione e dalle bande armate.
IL PREMIO CUORE AMICO
Ha una voce forte e decisa suor Elvira Tutolo, soprattutto quando racconta le sofferenze dei “suoi” bambini e bambine, ragazzi e ragazze.
Giovani vite tolte alla sofferenza, alla miseria e alla violenza imperante in Repubblica Centrafricana, un Paese incastonato al centro del continente africano, le cui grandi ricchezze sono la causa principale della sua povertà. Occupa infatti il 188mo posto su 191 per indice di sviluppo umano.
Molisana di Termoli, classe 1949, questa appassionata missionaria è una religiosa delle Suore di Santa Giovanna Antida Thouret.
Dopo essersi occupata per un lungo periodo di giovani “difficili” in Italia, è partita per il Ciad nel 1990. Nel 2000 si è trasferita in Camerun e, dal 2001, risiede a Berberati, in Repubblica Centrafricana.
Sottrarre bambini, bambine e giovani dalla strada e dall’orrore delle bande armate che infestano il Paese è il suo obiettivo principale.
Tutto è cominciato con una prima accoglienza di 12 ragazzini in uno dei quartieri della città affollato di bambini che vivono per strada, abbandonati, iniziati al furto e alla violenza.
Oggi sono circa 50 i minori tra orfani, bambini “stregoni” e bambini –soldato affidati alle cure di coppie che si occupano di loro, o formati a piccole attività e aiutati a rendersi indipendenti.
Sia i ragazzi, sia le famiglie, si chiamano “Kizito”, dal nome del più piccolo dei martiri ugandesi che aveva rifiutato di abiurare la religione cristiana.