«Siamo il grido di tutte quelle donne che non hanno più voce»
TERMOLI. «Siamo il grido di tutte quelle donne che non hanno più voce». Con queste parole si è aperta la manifestazione che ha animato piazza Monumento nella serata di domenica 24 novembre, un momento di riflessione collettiva e protesta contro la violenza di genere.
Tra i tanti cartelloni presenti, uno in particolare ha attirato l’attenzione:
"Disarmiamo il patriarcato per fermare la guerra nelle case, sui corpi, sui territori e sulle nostre vite. Ci volete vittime, saremo marea".
I partecipanti, uniti in un cerchio simbolico tenuto insieme da un nastro rosso – colore emblematico della lotta contro la violenza sulle donne – hanno offerto un'immagine di unità e resistenza. La manifestazione ha rappresentato non solo un grido di denuncia, ma anche un invito a riflettere sulle cause sistemiche della violenza di genere, come il patriarcato e gli stereotipi culturali, che continuano a perpetuare discriminazioni e abusi.
Il patriarcato, inteso come un sistema di potere che assegna ruoli di dominio e subordinazione in base al genere, è stato al centro delle riflessioni della serata. Decostruirlo significa affrontare anche gli stereotipi di genere, radicati nella cultura e nella società, che limitano l’autonomia delle persone e alimentano disuguaglianze.
Gli stereotipi di genere sono generalizzazioni che attribuiscono a uomini e donne caratteristiche, ruoli e comportamenti predefiniti. Ad esempio, l’idea che le donne debbano essere deboli, sottomesse o esclusivamente dedite alla cura familiare non solo ostacola la loro realizzazione personale, ma giustifica implicitamente forme di controllo, abuso psicologico e violenza fisica. Queste convinzioni rappresentano una delle principali barriere al raggiungimento di una piena uguaglianza di genere.
Il cerchio formato dai partecipanti e il nastro rosso rappresentano simbolicamente la necessità di una comunità coesa, capace di spezzare le gabbie culturali imposte dagli stereotipi di genere. Il messaggio della manifestazione, "Ci volete vittime, saremo marea", è un richiamo alla forza collettiva delle donne e della società nel suo insieme, pronta a opporsi a un sistema che per troppo tempo ha minimizzato la violenza e le sue cause profonde.
Superare gli stereotipi di genere non è solo un atto di giustizia, ma un passo fondamentale nella prevenzione della violenza. Cambiare il pensiero e il linguaggio comune è essenziale per contrastare abusi e discriminazioni, promuovendo una società più libera, rispettosa e inclusiva.
La manifestazione di piazza Monumento ha dimostrato che è possibile affrontare insieme queste sfide, partendo dalla consapevolezza e dall’unità. Solo così sarà possibile costruire un futuro dove ogni individuo possa vivere libero da violenza e disuguaglianze.