“Si scrive donna si legge coraggio”: tutti siamo chiamati a un gesto che fa la differenza
TERMOLI. «Talvolta siamo costrette a fare scelte coraggiose, talora impopolari, ma siamo sempre in prima linea», ha così introdotto Mariella Vaino l’incontro di ieri pomeriggio, in sala consiliare, dal titolo “Si scrive Donna si legge coraggio”, che ha voluto fornire un ulteriore contributo al dibattito in corso da anni e che interessa la problematica della discriminazione contro le donne. L’evento si è aperto coi saluti istituzionali del sindaco Nico Balice, dell’assessore alle Politiche Sociali Mariella Vaino, di Ettorina Tribò, direttrice dell'Ufficio scolastico provinciale e di Mariacristina Magnocavallo, oltre al senatore Costanzo Della Porta.
«E’ sempre molto complicato – ha detto il sindaco nel suo intervento – dare inizio a manifestazioni di questo genere perché le immagini che abbiamo visto sono state emozionanti. Credo che la violenza sulle donne e i maltrattamenti perpetrati, ritengo che siano tra i più efferati diritti che si possano compiere. La nostra è una piccola realtà e fortunatamente abbiamo le Forze dell’Ordine pronte ad intervenire su sollecitazione degli uffici pubblici. Purtroppo, di questi reati se ne parla ormai all’ordine del giorno. Ebbene cominciamo da qui, da ambienti come il nostro cercando di creare la cultura del rispetto. Qualsiasi cosa sussista, non si può fare se non lo si vuole fare. Già dalle scuole e dalle famiglie bisogna creare una giusta cultura per cecare di arginare il più possibile la problematica».
Quindi gli interventi di Elvira Antonelli Procuratore del Tribunale di Larino, Cristina Finizio Vice Questore Polizia di Stato, Tina De Michele Cooperativa BeFRee – Centro Antiviolenza di Termoli, Silvia Gileno Psicologa del Consultorio di Termoli, Morena Ricciuti presidente Cives ed esperta in Scienze Forensi, Laura Staniscia infermiera del Pronto Soccorso dell’ospedale di Termoli. Platea gremita e rappresentata anch diverse istituzioni, perché il 25 novembre ricorda una realtà dolorosa, che purtroppo attraversa ogni confine, ogni cultura e ogni fascia sociale. Una ferita aperta nella società, che richiede l'impegno di tutti, affinché si possa sanare. «Il titolo che ho scelto supera di gran lunga il contesto di questa giornata - afferma la Vaino - perché noi donne abbiamo coraggio, sempre, in tutte le azioni che compiamo quotidianamente».
La procuratrice Antonelli ha impostato il suo intervento prima con un excursus storico, sulle vicende che hanno caratterizzato l'ultimo secolo, quindi ricostruendo la progressione legislativa, fino a giungere al codice rosso, infine, come si lavora in Procura, dando anche numeri sui procedimenti penali relativi a questi reati, che in un anno e poco meno, tra 2023 e 2024, hanno portato a 382 e 216 fascicoli, ma con una buona produttività, che ne vede pendenti meno di un quinto. Ultimo step l'illustrazione della rete di intervento costituita lo scorso giovedì in Tribunale. Il vice questore Finizio è entrata nel merito dell'operatività delle forze dell'ordine, parlando degli ammonimenti, le esperienze vissute e l'esortazione alle denunce, anche da parte dei vicini di casa, quando ci sono episodi sentinella.
«La violenza contro le donne non è un problema privato, ma pubblico, collettivo, che tocca ciascuno di noi. E' una questione di diritti umani, di dignità, di giustizia sociale». Per l'assessore Vaino occorre creare una rete di protezione, di prevenzione e di educazione, che possa fare davvero la differenza. «Vorrei fortemente nella nostra bella Termoli che tutti noi superassimo alcuni gap mentali e fossimo un passo avanti rispetto ad altri contesti, agendo su prevenzione, protezione e sensibilizzazione, soprattutto nel mondo scolastico. Il cambiamento non può venire solo dall'alto. Abbiamo bisogno di ognuno di voi, ogni cittadino può fare la differenza, con una parola, un gesto, il coraggio di non voltarsi dall'altra parte».
L'impegno è quello di operare affinché ogni donna si possa sentire al sicuro e in cui la parità di genere non sia solo un ideale, ma realtà concreta, perché nessuna donna dovrebbe mai aver paura, il rispetto è un diritto, non una concessione.