Persone, diritti e comunità: dalla tragedia di Pozzo Dolce alla lotta all'emarginazione sociale
TERMOLI. Ci sono delle eredità morali che vengono trasmesse come un testimone anche nelle situazioni più terribili, com'è stato il rogo che il 29 novembre di un anno fa ha visto morire un 30enne di nazionalità romena. Identità presunta, la sua; poiché manca ancora il riconoscimento ufficiale.
Eredità morali come quelle di Città invisibile-Faced e Caritas, che hanno accompagnato questo lasso di tempo promuovendo incontri, assemblee, momenti di confronto e di riflessione, ma non fini a sé stessi.
Lo abbiamo colto seguendoli nel percorso della Comunità si-cura, "Una luce per..." partita con la fiaccolata del 29 dicembre, a un mese dall'incendio che sconvolse la comunità e scosse anche le istituzioni locali, perché non si immagina mai di affrontare simili vicende.
Il dramma dei senza dimora, della povertà e dell'emarginazione sociale è più profondo di quello che si pensa e se aggiungiamo l'emergenza abitativa il tavolo dell'esclusione ha tutte e quatto le gambe su cui si poggia, ma occorre dare risposte. Le hanno date con un progetto che ha permesso a 12 senza tetto di dormire al riparo, in 3 case gestite proprio dalla Città invisibile-Faced.
Emblematica la testimonianza di uno di loro, Claudio, che stasera ha raccontato come è stato tolto dalla strada, nel momento di commemorazione con cui è stato ricordato N. Uno striscione deposto a terra a simboleggiare il ricordo: persone, diritti, comunità. Cerimonia sobria nei toni e profonda nei contenuti, che abbiamo voluto diffondere in diretta social.
Sono intervenuti Francesco De Lellis, Viti Chimienti e Roberto De Lena, in un momento che ha sfidato anche vento e gelo, così come lo sfidano coloro che non hanno che il cielo sopra la loro testa.
Presenti molti operatori sociali, quel mondo che non si volta dall'altra parte, come i volontari dei City Angels, che nella zona della parrocchia di Sant'Antonio (e anche altrove) il mercoledì distribuiscono pasti e bevande.
Chimienti ha anche evidenziato la volontà di dare degna sepoltura alla vittima del rogo di un anno fa, sperando di riuscire a farlo entro la fine del 2024, concetti messi in rilievo anche nella successiva assemblea alla sala Ecclesia Mater del centro pastorale diocesano.