Contro la "scarsa" civiltà: «A voi la scelta: che quartiere volete lasciare ai vostri figli?»
TERMOLI. Un comitato di quartiere, quello di via Udine (e dintorni), sorto per "inseguire" una urbanizzazione che mancava, ma a quanto pare le battaglie civiche non sono sinonimo di immediata "civiltà", visto che dalla stessa realtà associativa viene messa alla berlina la condotta di coloro che poco rispettano le regole del comune vivere in collettività.
«Forse abbiamo dimenticato il pur recente passato. In che condizioni fosse il nostro quartiere, la nostra Via Udine fino a qualche anno fa. Abbiamo lottato a lungo per avere ragione di una burocrazia a volte ottusa, che negava ad un quartiere popoloso ciò che sembrava ovvio e giusto ottenere: la sistemazione in sicurezza della strada su cui affacciano quasi tutte le nostre abitazioni, la ex famigerata Via Udine.
La strada è stata messa a norma. Sono stati realizzati nuovi marciapiedi, definita la segnaletica e i parcheggi, realizzata persino una rotonda all'intersezione con il tronco che la collega a Via Venezia.
Perché non ne abbiamo più cura? Perché utilizziamo i marciapiedi a raso come parcheggio per le auto costringendo i pedoni a deviare su strada? Perché saliamo sui marciapiedi con cordolo per parcheggiare nella zona a verde? Perché scarichiamo rifiuti ingombranti dove capita quando esiste un servizio di raccolta gratuito? Perché non raccogliamo gli escrementi dei nostri animali domestici che portiamo a passeggio, lasciando i marciapiedi in condizioni indicibili?
La risposta è semplice: pensiamo che spetti agli altri rispettare le regole del comune vivere civile, mentre noi possiamo permetterci di fare "uno strappo alle regole" perché, in fondo, ci sembra di non dare fastidio a nessuno. Ma dare cattivo esempio genera emulazione. Se tu parcheggi sul marciapiedi mi sento autorizzato a farlo anch'io; se lasci per strada i bisogni del tuo cane, perché dovrei raccogliere quelli del mio? Se abbandoni rifiuti dove ti fa più comodo, perché non dovrei farlo anch'io?
Nessuno si capacita che casa nostra, il luogo in cui abitiamo, non finisce esattamente sull'uscio di ingresso, ma fa parte di un contesto più ampio che interessa ben più del nostro appartamento. Basta ritornare con i ricordi a prima della messa in sicurezza di via Udine: il degrado aveva preso il sopravvento, e il contesto su cui volgevamo lo sguardo dalle nostre finestre era a dir poco sconfortante.
A livello economico avevano perso valore anche gli immobili, poiché nessuno acquista volentieri una abitazione in vendita in una zona degradata.
Ma dimostriamo di averlo dimenticato. Evidentemente stiamo cercando di tornare a quel degrado, complice il fatto che il Comune non ha ancora acquisito al patrimonio pubblico le strade di lottizzazione, pur sistemate in sicurezza, e i Vigili non passano a rilevare e soprattutto a sanzionare comportamenti scorretti. È triste constatare che per educare la gente devi colpirla nel portafoglio. Se solo non camminassimo col senso civico attaccato sotto le suole delle scarpe, forse una speranza ci sarebbe. Una vecchia pubblicità che qualcuno ricorderà, recitava: "meditate, gente, meditate!"
A voi la scelta: che quartiere volete lasciare ai vostri figli?»