“Il fine vita tra etica e diritto”, stimolo dal mondo forense bassomolisano al legislatore
LARINO. «Un convegno molto importante, perché investe non solo temi giuridici, ma anche temi etici e della medicina, dobbiamo ringraziare il senatore Della Porta per aver avuto anche il coraggio di affrontare un argomento a cui, spesso, la politica e i politici sfuggono. Invece, ecco ospitarci in una sala del Senato per un tema così importante, diciamo un evento straordinario che il consiglio dell'Ordine degli avvocati di Larino ha accolto di buon grado; siamo qui più per imparare quello che accadrà in futuro, in attesa che ci sia una legge che possa regolare questa delicata materia».
Si esprime così il presidente del Coa frentano, Michele Urbano, che ha preso parte al confronto ospitato nella sala dell'istituto di Santa Maria in Aquiro, in Piazza Capranica, a Roma, un momento di approfondimento su “Il fine vita tra etica e diritto”. La relazione introduttiva è stata proprio dell’esponente parlamentare molisano di Fratelli d’Italia, cui segue Gian Ettore Gassani, presidente nazionale Ami e di Michele Urbano, presidente dell’Ordine degli avvocati di Larino. Relatori Francesco Antonio Genovese, già presidente 1^ sezione Cassazione civile con "Amministrazione di sostegno e fine vita"; Arnaldo Morace Pinelli, professore ordinario di diritto privato università Tor Vergata per "Il quadro disegnato dalla corte costituzionale ed i possibili interventi del legislatore"; Donatella Nucera, presidente nazionale Cammino su "Il fine vita nell'assetto penalistico italiano"; Gianni Baldini, professore di biodiritto università Siena e direttore SP AMI su "Questione etiche e giuridiche alla fine della vita". Infine, Maria Rita Parsi, psicopedagogista, psicoterapeuta e scrittrice, sue le "Riflessioni sul fine vita". Nel ruolo di moderatrice, Micaela Bruno, presidente Ami Molise e direttrice della scuola forense Frentana.
Il professor Baldini ha ringraziato innanzitutto la collega Micaela Bruno: «Io ho rappresentato nel collegio giuridico di Marco Cappato alcune delle questioni che trattiamo oggi, sottoponendole alla Corte Costituzionale, come noto l'evoluzione che c'è stata nel riconoscimento dei diritti e della dignità verso il fine vita, frutto di interventi della Consulta, rispetto a un legislatore che purtroppo si è rivelato assente. Confronto aperto su problemi etici e giuridici non soltanto da un punto di vista teorico ma anche approfondendo le questioni pratiche che rimangono purtroppo irrisolte, anche con un occhio che guarda al futuro rispetto a una situazione che possa vedere realizzato quel diritto a vivere con dignità ma anche ad avviarsi verso la fine della vita con dignità».
Per il presidente dell’Ami, Gassani, «Una giornata molto importante perché riguarda la bioetica, il biodiritto. Un tema divisivo che l'Ami sta affrontando da anni attraverso convegni e congressi, ricordo l'ultimo con Mina Welby e Cappato per parlare appunto di una eutanasia, di fine vita, di suicidio assistito nel nostro Paese. Purtroppo ogni anno avvengono mille suicidi di malati terminali; non vogliamo vedere una realtà gravissima, su cui è intervenuta anche la Corte costituzionale. Credo che per il nostro Paese ancora una volta ci sia da aspettare. In effetti basta andare in Svizzera e il gioco è fatto e questa è una cosa che francamente mortifica la culla del diritto».
L’ex presidente della prima sezione di Cassazione, Genovese, ha inteso chiarire un po' il ruolo dell'amministratore di sostegno con riferimento alla legge del 2017 che ha disposto le Dat. «Cioè le disposizioni anticipate di trattamento, poiché vi è una previsione di legge nel codice civile che consente la designazione di un amministratore di sostegno in vista del bisogno futuro. Ci si chiede quale siano il ruolo e i poteri di questo amministratore che una persona abbia designato proprio in vista delle difficoltà della vita e quindi anche della difficoltà di cure che possa avere nel momento terminale della sua vita. Ho cercato di rappresentare questa situazione e il ruolo che ha questo soggetto rispetto al cosiddetto caregiver che è invece colui che assiste la persona in difficoltà nella fase terminale della vita». Dal senatore Della Porta, un plauso all’Ami e all'ordine forense di Larino per aver centrato un tema importante sul quale il Senato sta discutendo ormai da mesi; ci sono cinque disegni di legge che vertono sullo stesso argomento, un aspetto che coinvolge ovviamente aspetti medico-giuridici, soprattutto etici. Il convegno di oggi sicuramente è servito a dare delle risposte e aiutare anche il percorso legislativo che è in atto».
Infine, Micaela Bruno: «Al centro del dibattito tenutosi presso il Senato della Repubblica, il tema del fine vita: la sentenza della corte costituzionale del 24 luglio 2024 ha ribadito il diritto ad una esistenza dignitosa, pur nel rispetto indiscutibile e garantito dalla carta costituzionale, della vita umana- A chi appartiene la vita umana? Qual è il limite da un lato della tutela, dell’applicabilità delle cure salvavita e dall’altro fin dove la scienza e l’accanimento terapeutico possono conservare il corpo a volte incosciente, dell’essere umano. Voci diverse e dalle appartenenze politiche differenti si sono succedute al microfono, l’evento ha dato spazio a tutti i relatori, nel rispetto delle più distanti posizioni. Senza dubbio l’incontro organizzato dalla scuola forense frentana e dal consiglio dell’Ordine degli avvocati di Larino, come confermato dal senatore Della Porta, sarà un monito per scelte più consapevoli».