Migranti, «Il Comune di Termoli apra simbolicamente il porto»
TERMOLI. Associazioni e rappresentanti istituzionali hanno chiesto al Comune di Termoli e agli altri enti locali che aderiscono allo Sprar in Basso Molise di aprire simbolicamente il porto.
«Da 12 giorni due navi, la Sea-Watch 3 e la Sea-Eye, stanno vagando nel Mediterraneo in cerca di un porto sicuro dove far sbarcare 49 migranti bisognosi di cure e assistenza. Finora, nonostante le drammatiche condizioni a bordo, dagli Stati europei non è arrivata una risposta ai numerosi appelli lanciati dalle due navi.
Non è questa l’Europa in cui crediamo. Noi riteniamo che l’Europa non debba rinunciare a propri valori di accoglienza, integrazione e rispetto della dignità umana. Per questo, chiediamo che il Comune di Termoli, con altri comuni costieri aderenti alla rete Sprar, dichiari simbolicamente il proprio porto aperto e sicuro. Una terra come quella molisana, che conosce bene il fenomeno dell’emigrazione e che si è sempre distinta per le buone pratiche di accoglienza e integrazione dei migranti, non può rimanere indifferente di fronte a una violazione così palese dei più elementari diritti umani.
Invitiamo dunque il Sindaco e il Consiglio Comunale a riunirsi urgentemente in via straordinaria per manifestare attenzione a questo problema e dimostrare concretamente che un’Europa migliore non parte da Bruxelles o dalle capitali nazionali, ma soprattutto dall’impegno dei suoi cittadini in ogni parte del continente. Facciamo in modo di rendere Termoli un esempio di città veramente europea, con una rivendicazione orgogliosa dei valori di apertura e integrazione».
Una istanza sottoscritta da: On. Giuseppina Occhionero, LeU; Mario Pietrunti, direzione Radicali Italiani; Gianmarco Cimorelli, coordinatore Radicali Molise; Paolo Marinucci, Libera Termoli; Arci Immigrazione Isernia; Associazione dalla Parte degli Ultimi; Casa del Popolo Termoli e Basso Molise; Rifondazione Comunista Termoli e Basso Molise; Caritas diocesana Campobasso/Bojano; Shomer Onlus; Koinè cooperativa sociale; Viviana Pizzi, Ridiamo voce alle donne e Isernia bene comune.