«Riscopriamo il senso del manifesto di Ventotene»
GUGLIONESI. Il Manifesto di Ventotène, avente titolo originale Per un'Europa libera e unita. Progetto d'un manifesto, è un documento per la promozione dell'unità europea scritto da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi nel 1941 durante il periodo di confino presso l'isola di Ventotene, nel mar Tirreno, per poi essere pubblicato da Eugenio Colorni, che ne scrisse personalmente la prefazione. È oggi considerato uno dei testi fondanti dell'Unione europea.
Il documento, infatti, traccia le linee guida di quella che sarà la “carta dei diritti” fondamentali dell’Unione Europea.
Con l’Unione Europea abbiamo vissuto il più lungo periodo di pace (oltre 70 anni), con l’Euro abbiamo difeso il nostro Paese dalle crisi finanziarie che hanno investito l’economia mondiale, con la libera circolazione delle persone abbiamo rafforzato i legami economici e sociali tra i popoli europei.
La crisi economica, che ha investito l’economia mondiale ed il suo stesso “modello”, il problema delle migrazioni, hanno fatto emergere pericolose forme di nazionalismi che non intendono “cambiare/migliorare” l’Europa, anche alla luce dell’attuale scenario economico e sociale, ma vogliono solo “rompere” l’Unione Europea, facendo leva sulla “restaurazione dello stato nazionale” (già richiamato nel manifesto di Ventotene) e sulla difesa dei confini nazionali dall’invasione di “stranieri” colpevoli di sottrarre lavoro e risorse altrimenti destinati ai cittadini locali. Nonostante tutto questo, il sentimento “Europeo” è radicato tra i cittadini.
Un incontro organizzato ieri mattina dal circolo del Pd di Guglionesi e dall’Arci Francesco Iovine, ha voluto esporre come, tuttora, il ‘Manifesto’ sia attuale anche se in molti fanno finta di non vedere e non ricordare.
«L’Europa per l’Italia è importante- ha spiegato Giorgio Gagliardi dell’Arci- perché l’Europa ci ha assicurato e garantito 70 anni di pace. Questo, credo, non bisognerebbe mai dimenticarlo. L’euro ha tutelato l’Italia dalle crisi economiche. A chi pensa e rimpiange la lira, invito a rileggere il periodo ‘74/’76 con la richiesta dell’Italia al finanziamento per limitare il dissesto, al fondo monetario internazionale».
Il Manifesto di Ventotene rappresenta il sogno europeo nella sua parte più bella.
Presenti anche i sindacati, come la Uil e la Cgil che affermano di aver «creduto fermamente nell’Europa. La Uil ha il sindacato europeo nato nel 1973, ha più di 80 confederazioni sindacali al suo interno. Nell’Europa ci abbiamo sempre creduto, e ha sempre creduto nelle linee guida del Manifesto di Ventotene. L’Europa, in questo momento, è un argomento di grande attualità. Il sindacato, quindi, deve continuare a difendere i diritti dei lavoratori e cercare di dare una vita migliore».
Un’Europa che costruisca meno muri e più ponti. Bisogna credere negli scambi culturali. Il confronto tra culture, il dialogo è sempre un valore aggiunto e non deve esser mai visto come un pericolo.
Bisogna sapersi aprire all’Europa, bisogna riportare “di moda” il Manifesto e non tenerlo chiuso dentro a un cassetto. E questo è il periodo storico in cui l’Italia ne ha più bisogno.