La messa per i 50 anni di sacerdozio di don Elio Benedetto a Canneto
CANNETO. Celebrato al Santuario di Santa Maria di Canneto il 50° Anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Elio Benedetto.
«Ti rendiamo grazie per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale», mai parole come queste - tratte dalla Liturgia Eucaristica (Preg. Eucaristica II) - hanno saputo esprimere al meglio il senso più profondo della giornata di ieri, 20 agosto 2020, durante la quale, appunto, centinaia di fedeli sono convenuti presso il Santuario di Santa Maria del Canneto in Roccavivara, per lodare e ringraziare il Signore in occasione del 50° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Elio Benedetto, parroco della parrocchia di Santa Maria La Nova in Palata.
La cornice incantevole del santuario della “Madonna del Canneto”, scelta da don Elio stesso in virtù del suo profondo legame con la Madre di Dio e per ottemperare (anche grazie agli ampi e curati spazi all’aperto) alle disposizioni governative in materia di Covid-19, ha dato luogo a una Celebrazione Eucaristica dai toni suggestivi e a tratti commoventi.
Don Elio Benedetto, infatti, sacerdote molto amato dai suoi parrocchiani e non, si è ritrovato attorniato da tutte quelle persone che, nel tempo, hanno imparato ad apprezzarne i valori umani e spirituali; ma, soprattutto, da coloro i quali che han identificato in lui quei tratti caratteristici del “pastore amico”, sempre capace di offrire una parola di consolazione ai più deboli e fragili nonché parole buone - supportate da azioni concrete e riconoscibili - a tutti coloro che ne hanno avuto bisogno.
Alle ore 18, dunque, la lunga processione di ingresso costituita da ministranti, dal diacono Nicola Benedetto (fratello di don Elio), da tantissimi sacerdoti amici, ha sancito l’inizio della Santa Messa presieduta dal Vescovo della Diocesi di Temoli-Larino, Mons. Gianfranco De Luca e che, al tempo stesso, ha visto tra i concelebranti principali anche l’Arcivescovo di Ancona-Osimo, Mons. Angelo Spina (carissimo amico di don Elio) e il Rettore Generale della Società dell’Apostolato Cattolico (Padri Pallottini), D. Jacob Nampudakam.
In un clima di compunzione e deciso trasporto spirituale, le iniziali parole di saluto sono state destinate dal vescovo De Luca a tutti i fedeli presenti e, in particolar modo, al parroco palatese. Sin dalle prime battute, il Vescovo ha desiderato manifestare gratitudine e riconoscenza a don Elio, per le doti umane che lo caratterizzano e per l’amorevole e attento servizio pastorale che da anni svolge nella comunità di Palata. A tal proposito - e, se vogliamo, anche con un gesto abbastanza inconsueto seppur carico di significato - il Vescovo stesso ha desiderato cedere a don Elio lo “scranno più elevato” del presbiterio per consentirgli di presiedere l’Eucaristia, così come accadde - cinquant’anni orsono - quando vi si accingeva a farlo per la prima volta.
Un don Elio visibilmente commosso ha accolto con riconoscenza il gesto del suo pastore e, prima di procedere con i riti caratteristici di tale momento liturgico, ha voluto manifestare a Dio tutti i sentimenti di lode e ringraziamento custoditi sinora nel suo cuore: grazie all’accompagnamento del preparatissimo coro parrocchiale, infatti, don Elio ha rivolto a Lui un canto di lode e benedizione capace di esternare al meglio quei sentimenti di riconoscenza e benevolenza nei confronti di un Padre che ha sempre protetto e custodito il suo “sacro ministro”.
Terminato questo toccante momento, la celebrazione è proseguita secondo consuetudine: l’omelia del Vescovo e le tante “Preghiere dei Fedeli” innalzate a Dio dai palatesi, hanno espresso ancor più profondamente il senso dell’essere sacerdoti, pastori e ministri di Cristo; qualità ben manifeste in don Elio, mai percepite come cagione di vanto bensì sempre come dono da offrire agli altri.
Una volta distribuita la Santa Comunione e a celebrazione pressoché terminata, tante sono state le manifestazioni di affetto nei confronti di don Elio. Una rappresentante della comunità parrocchiale ha espresso il pensiero di tutti attraverso lunghe parole di elogio e riconoscenza, evidenziando - al di là delle ormai note doti umane del loro parroco - anche quanto da lui compiuto nei numerosi anni di azione pastorale svolta a Palata: la cura dei ragazzi e dei giovani, attraverso la catechesi continua, la promozione dell’ACR, del coretto parrocchiale, dei campi scuola estivi e di tanto altro ancora; degli adulti, attraverso la cura della famiglia, della formazione spirituale di ciascuno e del volontariato; degli anziani, attraverso la visita settimanale ai malati nonché nell’accompagnamento spirituale dei più sofferenti negli ultimi istanti della loro vita terrena. Parole di gratitudine anche per le tante attività promosse e dai risvolti sociali non indifferenti; con loro, poi, la cura degli edifici sacri situati in Palata, chiusi da tempo e restituiti al culto grazie proprio a don Elio.
A tale ringraziamento, poi, ha fatto seguito quello di Mons. Spina il quale ha ricordato la sua datata e stretta amicizia con don Elio, sottolineandone le qualità umane ed evidenziandone le doti canore che hanno portato don Elio stesso a farsi apprezzare anche all’estero: noti sono i suoi concerti evangelizzatori a Lourdes, Polonia, India, Vaticano ecc.
Al saluto di Mons. Spina, si è aggiunto anche quello del Rettore Generale della Società dell’Apostolato Cattolico (Padri Pallottini), D. Jacob Nampudakam.
D. Jacob ha ringraziato pubblicamente don Elio perché, grazie al suo interessamento, la comunità dei padri Pallottini è riuscita a inserirsi e a prestare il suo servizio pastorale in due contesti diocesani italiani: quello di Termoli-Larino e quello di Ancona-Osimo.
In tal occasione, prima del ringraziamento finale di don Elio, non potevano mancare i saluti e gli atti pubblici di riconoscimento da parte delle autorità civili presenti alla celebrazione: il sindaco di Palata, il sindaco di Montenero di Bisaccia (luogo natio di don Elio), il sindaco di Roccavivara, il vicesindaco di Montefalcone nel Sannio e il sindaco di Montecilfone.
In particolar modo, il sindaco di Palata, Maria di Lena, seguita dal sindaco di Montenero di Bisaccia, Nicola Travaglini, hanno voluto rispettivamente elogiare don Elio attraverso una targa commemorativa (Palata) e una citazione pubblica di benemerenza in pergamena (Montenero di Bisaccia); sorpresa graditissima a don Elio il quale non ha esitato a evidenziarne l’apprezzamento e la riconoscenza.
In buona sostanza, come percepibile da quanto detto finora, una Celebrazione Eucaristica intensa e partecipata, alla quale don Elio stesso ha desiderato aggiungere un suo personalissimo pensiero di riconoscenza e ringraziamento.
Il parroco di Palata, durante il saluto finale, ha avuto un pensiero per tutti.
Ha ringraziato il vescovo De Luca per la sua presenza, per il dono sacramentale che lo riveste e che ne esprime la garanzia di unità nella fede. Il vescovo Mons. Spina e D. Jacob. I confratelli sacerdoti per il loro manifestarsi prossimi e “compagni” di ministero. Le autorità civili per essere intervenute così numerose e per la gradita sorpresa della targa e della pergamena.
Ma, una parola dolce, don Elio l’ha avuta anche per i suoi primissimi “maestri di vita e di fede”: il papà Antonino e la mamma Maria Argentina nonché per il parroco che, nel Battesimo, gli aprì le porte della vita cristiana, don Nicola Benedetto.
Parole benevole anche per i suoi compagni ed educatori di seminario, per il vescovo Santoro che lo ordinò presbitero il 15 agosto del 1970 e per tutti quei vescovi diocesani con cui ha avuto l’onore di collaborare filialmente.
Don Elio ha voluto ringraziare Dio anche per coloro i quali hanno segnato profondamente la sua vita sacerdotale e il suo essere uomo: il beato Giacomo Alberione (fondatore della Famiglia Paolina di cui don Elio fa parte) e don Stefano Lamera, suo padre spirituale.
Con loro, non poteva mancare il saluto per i malati dell’U.N.I.T.A.L.S.I. di cui don Elio è assistente spirituale e, soprattutto, per i cari parrocchiani di Palata, definiti da lui «anime belle, amiche e amici - nel tempo - sempre più numerosi, che mi sono state di esempio e che non riuscirò facilmente a dimenticare».
Insomma, parole buone e di ringraziamento per tutti; parole che hanno esortato a vivere il ministero, non solo quello sacerdotale, orientati a Cristo vero e unico Sacerdote: non esistono collaboratori personali, bensì collaboratori di Cristo che offrono in dono quanto da Lui ricevuto. In questo senso, don Elio ha ringraziato Dio anche per il dono del canto che lo ha portato a vivere esperienze di evangelizzazione sia in Italia sia all’estero; per i ponti costruiti attraverso il sito web parrocchiale e quello personale, mezzi moderni indirizzati alla promozione delle relazioni umane con i più lontani e irraggiungibili.
A conclusione della Celebrazione, don Elio ha rinnovato le sue promesse sacerdotali invocando la protezione di Maria Santissima venerata con il titolo di Madonna di Santa Giusta e di Madonna di Bisaccia, di San Giuseppe, di San Giuseppe Moscati, di San Pio da Pietrelcina e di Santa Teresa di Calcutta. Prima della benedizione finale don Elio ha desiderato cantare una delle sue canzoni di repertorio più belle: “Dai al mondo il meglio di te”; esortando, appunto, ciascuno dei presenti a dare sempre il meglio di se stessi nelle attività e mansioni che sì è chiamati a svolgere.
Come atto finale, don Elio ha fatto volare in cielo dei palloncini a forma di rosario e di colombe, in segno di offerta alla Santissima Trinità e a Maria per quel giorno così intenso e per il suo ministero sacerdotale. Il tutto, poi, si è concluso con un momento di festa offerto da don Elio stesso e con il simbolico regalo, per ogni famiglia intervenuta, di un quadretto raffigurante la Santa Famiglia di Naareth.