I giganti del mare: trabucchi e trabuccari di Termoli
Termoli Protagonisti del viaggio e documentario lungo le coste di Molise, Puglia e Abruzzo
TERMOLI. Il fornaio Antonio Iasenza, che sta ricostruendo il trabucco di Celestino lungo la costa ad ovest del borgo vecchio di Termoli, danneggiato da una mareggiata. Il trabucco di levante, addossato al molo piccolo del porto, di proprietà della famiglia Marinucci, dinastia di pescatori che ha introdotto, a fine ’800, sulle coste del Molise, la favolosa macchina di pesca, “grande ossatura biancastra protesta su la scogliera”, che pare “vivere di una vita propria”, con “un’aria e un’effige di corpo animato”, come l’ha descritta il poeta Gabriele D’Annunzio.
Antonio il traboccaro, la famiglia Marinucci e i trabucchi di Termoli, saranno i protagonisti del documentario "I giganti del mare", prodotto dalla Studio Kairos di Parma, nato da un'idea del regista Daniele Di Domenico e da Fabio Abatantuono, direttore della fotografia.
La barca a vela Matuca 3, con a bordo la troupe arriverà a Termoli giovedì pomeriggio 25 settembre, per l’ultima tappa di un viaggio lento 180 chilometri nautici, partito dalla costa dei trabocchi abruzzese, da Ortona a Vasto, proseguito sul Gargano in Puglia, da Peschici a Vieste.
Con l’obiettivo di realizzare un documentario per il mercato televisivo italiano e internazionale, che rappresenti anche l’avvio di un progetto di valorizzazione e promozione turistica che scavalchi gli astratti confini geografici, visto che ad essere raccontato sarà un intero tratto della costa adriatica, molisana, abruzzese e pugliese, accomunata dalla presenza dei trabocchi che rappresentano un unicum nel mondo, e ancora non adeguatamente conosciuti.
A fare da cicerone alla troupe de “I Giganti del Mare”, nella tappa molisana, che si concluderà sabato pomeriggio, il giornalista e scrittore Gianni De Fanis, che ha dedicato più di una pubblicazione alla Termoli del mare, e ai trabucchi delle coste del Molise, in buona parte oggi andati perduti.
“Stiamo raccogliendo splendide testimonianze di storici e studiosi incontrati lungo il percorso – spiega Di Domenico -, ma soprattutto quelle dei traboccanti, o trabucchisti o ancora trabuccolanti e traboccari, come a seconda delle località vengono chiamati coloro che ancora oggi sono in grado di costruire e di utilizzare queste macchine da pesca, le cui origini sono avvolte nel mistero e nell’incertezza. U mondo che giorno dopo giorno ci stupisce, ci spiazza, ci emoziona”.
A bordo, a comporre l’equipaggio, oltre a Di Domenico, regista che vanta collaborazioni con le trasmissioni Rai Geo&Geo e SuperQuark, e diverse produzioni realizzate alle Isole Svalbard, arcipelago a pochi chilometri dal Polo Nord, ed Abatantuono, collaboratore dal 2005 di Mediaset, ci sono l’operatore di macchina Eric Tornaghi, che ha lavorato per trasmissioni televisive come Geo&Geo, Atlantide, Impero, Un Mondo a Colori e Missione Natura, l’assistente di scena Daniele Sicuro, originario di Vieste anche lui, e la social media manager Chiara Cervigni. Al timone il comandante Ivo Olivieri.
Il progetto ha ricevuto il sostegno della Camera di Commercio di Chieti e Pescara, l’associazione Rinascita dei Trabucchi Storici di Vieste degli sponsor Astra srl e Cantina Colle Moro, ha come partner tecnici Legambiente Abruzzo, Taumat, Nissan e Marketing Digital Mind, si fregia del patrocinio del Parco Nazionale del Gargano, del Comune di Peschici e del Comune di Vieste, e del sostegno del Comune di Vasto e del GAL Costa dei trabocchi. Infine degli sponsor Astra srl e Cantina Colle Moro, ha come partner tecnici Legambiente Abruzzo, Taumat, Nissan e Marketing Digital Mind.
Le riprese e la post-produzione saranno completate in autunno, con lancio del film documentario previsto tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021.
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