Mafia in Molise: sodalizi criminali interessati a turismo, lidi e trasporti

Il rapporto Dia gio 07 aprile 2022
Cronaca di La Redazione
5min
Direzione Investigativa Antimafia (Dia) ©Dia
Direzione Investigativa Antimafia (Dia) ©Dia

MOLISE. La mafia continua a stringere i suoi tentacoli nella nostra regione, insidiandosi sempre più nel business che circola in Molise. Il quadro delineato dalla direzione antimafia Dia mostra sodalizi forti soprattutto nella provincia di Isernia e in basso Molise.

Le 'famiglie' criminali sono più interessate al business che alla violenza, convergendo i propri interessi su diversi settori tra cui trasporti, stabilimenti balneari e distribuzione commerciale.

"Le recenti attività investigative coordinate dalle Procure della Repubblica molisane confermano come nel territorio già da tempo le organizzazioni criminali abbiano trovato ampi spazi per creare articolazioni logistiche strumentali al riciclaggio di capitali illecitamente accumulati sia investendo in attività commerciali e d’impresa, sia avvalendosi di sofisticati e articolati meccanismi volti a influenzare il sistema economico e a favorire l’infiltrazione nell’economia legale.

In un contesto territoriale non ancora caratterizzato da una presenza stabile e strutturata di insediamenti mafiosi continua tuttavia a rilevarsi nella Regione la criticità di alcune aree soprattutto quelle prospicienti la fascia adriatica216 e correnti tra le zone del Sannio e Matese più permeabili alle infiltrazioni criminali derivanti dall’azione di soggetti contigui alla criminalità organizzata pugliese e campana che spesso hanno scelto il territorio molisano per stabilire il loro domicilio come rifugio per la latitanza o per avviare attività delittuose per lo più legate a traffici di stupefacenti.

Il Basso Molise e la provincia d’Isernia attraggono gli investimenti dei sodalizi criminali anche in misura maggiore per certi aspetti rispetto al capoluogo di Regione palesando particolare interesse rivolto al settore immobiliare, alle reti della grande distribuzione commerciale, al turismo e agli stabilimenti balneari, nonché al settore dei trasporti, delle scommesse e a quello estremamente remunerativo degli impianti eolici.

A conferma del monito lanciato già tre anni fa dal Procuratore Nazionale Antimafia secondo cui il Molise stava perdendo le caratteristiche di “oasi felice” che l’avevano contraddistinta in passato la Regione ricomincerebbe a rappresentare un polo di attrazione per le mire espansionistiche extraregionali delle limitrofe organizzazioni delinquenziali campane e pugliesi che in maniera silente cercherebbero connivenze con pregiudicati locali anche stranieri o con rom stanziali. La mafia garganico-foggiana e le cointeressenze della mafia albanese si affiancano infatti alle realtà criminali legate a camorra, ‘ndrangheta, cosa nostra e in tal modo il Molise presenterebbe, più di altre Regioni, la connotazione di essere il punto d’incontro fra diversi interessi economici appetibili per le consorterie criminali. Di conseguenza si registrano negli ultimi tempi significative infiltrazioni in tutti i comparti maggiormente esposti al rischio di riciclaggio di denaro di provenienza illecita quali le attività di rivendita di auto usate, di gestione dei locali notturni e delle sale giochi o quelle connesse con il settore dell’edilizia, l’acquisizione di attività commerciali, la produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua, nonché la gestione dei rifiuti e verosimilmente la fiorente green-economy.

In particolare la vicinanza con la Campania favorirebbe una più o meno silente “migrazione” in territorio molisano di pregiudicati di origine napoletana e casertana e conseguentemente una pericolosa esposizione delle province di Campobasso e Isernia all’influenza di gruppi di matrice camorristica220. Anche il perdurare dei disagi imposti dalla situazione pandemica potrebbe agevolare forme di assistenzialismo alternativo spingendo privati e aziende in difficoltà economica a ricercare rapidi “sostegni” finanziari che hanno inevitabilmente portato i sodalizi ad acquisire il controllo di imprese ed esercizi commerciali attraverso le prevedibili condotte intimidatorie al fine di attuare il reimpiego di capitali illeciti. Le dinamiche ora descritte si potrebbero essere diffuse senza apparente clamore e con estrema rapidità ne consegue, pertanto, l’urgente necessità di contrasto a tutela dei numerosi settori e talvolta degli interi comparti economici resi più vulnerabili dalla crisi di liquidità verso i quali le realtà criminali orientano i propri interessi. A conferma di quanto descritto, la Prefettura di Isernia riguardo agli insediamenti del Nucleo Industriale Isernia-Venafro ha evidenziato come gli stessi siano “costantemente oggetto di azione info-operativa, supportata da attente indagini nell’ambito delle attività istituzionali delle Forze dell’Ordine al fine di evitare l’apertura di nuovi circuiti criminali economici ai clan malavitosi”222. In tale ottica rimane alta la soglia di attenzione da parte delle Istituzioni al fine di intercettare possibili segnali di infiltrazione quali le forme di riciclaggio e auto-riciclaggio, la percezione di erogazioni pubbliche, la turbata libertà degli incanti e il monitoraggio delle numerose imprese aventi sede fittizia in Molise. Al riguardo una significativa e attuale conferma perviene sia dalle interdittive antimafia emesse nel semestre di riferimento, sia da altre misure di natura preventiva quali la recentissima confisca eseguita dalla DIA il 12 agosto 2021 nei confronti di un imprenditore ritenuto contiguo al noto clan RINZIVILLO facente capo a cosa nostra di Gela (CL). Il valore dei beni oggetto del provvedimento ablatorio è risultato ammontare a circa 2 milioni e mezzo di euro, talché da esprimere il grande interesse che le diverse mafie domestiche riporrebbero sulle aree molisane proprio in vista dei programmi territoriali di espansione economica.

Peraltro la particolare vicinanza geografica con la Puglia e la presenza sul territorio di numerosi soggetti aventi connivenze con referenti dei sodalizi foggiani influiscono in maniera determinante sullo stato dei sodalizi criminali della Regione. Ciò appare confermato da numerose attività investigative che sono state condotte dalle Forze di polizia negli ultimi anni e che hanno potuto accertare l’egemonia operativa della criminalità foggiana nell’approvvigionamento e nel traffico di sostanze stupefacenti da destinare alle piazze di spaccio molisane, talvolta anche avvalendosi dei canali messi a disposizione dalla camorra.

Per quanto riguarda gli aspetti di eventuale sfruttamento della cosiddetta “manovalanza” criminale anche in assenza di specifici riscontri investigativi contesti meritevoli di attenzione sono rappresentati dalla comunità rom stanziale insediata negli immobili di edilizia economica e popolare in un’area periferica del capoluogo. Lo scopo consiste nel prevenire la possibilità di coinvolgimento di una parte seppur minoritaria di tali realtà che potrebbero concorrere alla commissione di reati specifici quali usura, furto e spaccio di sostanze stupefacenti.

Anche per il semestre in esame si osserva che gli extracomunitari presenti soprattutto nei comuni del Basso Molise verrebbero utilizzati prevalentemente nel lavoro agricolo".


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