Armatori non mollano la presa, iniziata la seconda settimana di protesta al porto
TERMOLI. Marineria ferma da ieri sera per la seconda settimana di fila a Termoli, in protesta contro il caro gasolio. Ieri pomeriggio, dalle 17 e fino a sera, intorno alle 20, nuovo sit-in con presidio e gazebo al porto della città adriatica. La presidente dell’associazione Armatori Pesca del Molise, Paola Marinucci, ha confermato lo svolgimento del flash mob alle 19 sul molo Nord dello scalo portuale, mentre oggi contatterà la Guardia costiera per avere lumi sulla proposta di mini processione simbolica di sensibilizzazione che si vorrebbe organizzare in mare col coinvolgimento di una decina di imbarcazioni da pesca.
All’assemblea di sabato mattina presente il comandante della Guardia costiera Amedeo Nacarlo, che ha voluto solidarizzare con la categoria, a cui ha sempre dichiarato di essere molto vicino. Solidarietà anche dal sindaco Francesco Roberti, sceso in mezzo ai pescatori ancora una volta. Il primo cittadino ha assunto l’impegno a coinvolgere la delegazione parlamentare di Forza Italia, attraverso la deputata Annaelsa Tartaglione.
Lo stesso Roberti, annunciando una prossima visita in città della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, ha evidenziato che farà presente alla titolare del Viminale le criticità vissute dalle famiglie di armatori e componenti degli equipaggi. «Non deve diventare un problema sociale, le famiglie sono in ginocchio», ha sottolineato Roberti, che è pronto a salire a bordo qualora venisse autorizzata la mini processione a mare. Il caro gasolio rappresenta il nodo scorsoio peggiore di una collana di problemi che stringono al collo il comparto ittico, che a cascata si sta riflettendo su commercianti e ristoratori, oltreché sulla catena di fornitori e indotto. Obiettivo comune, della marineria termolese e delle altre che sono state riunite ieri mattina in altre località di Tirreno e Adriatico,
Chiedere al Governo di velocizzare il più possibile gli interventi previsti per il settore ittico italiano - spiegano i pescatori - ma che appaiono ancora lontani da arrivare nelle casse delle imprese di pesca. Casse ormai vuote da tempo con il caro-gasolio che non accenna a diminuire. Un costo che ha spinto le marinerie a scegliere di non salpare più, visto che i ricavi erano di gran lunga inferiori alle spese sostenute ed intraprendere una serie di iniziative di protesta a vari livelli istituzionali.