Gatta avvelenata in via De Nicola, parte la denuncia
TERMOLI. Due giorni fa è stata segnalata alla Polizia municipale la morte per presunto avvelenamento di una gatta randagia, appartenente alla colonia che staziona in zona proprio vicino al comando della Polizia locale, per la precisione in via De Nicola. Privati cittadini hanno riferito l'accaduto dopo aver cercato invano di soccorrere la gatta. Riguardo alla triste vicenda, gli stessi cittadini, hanno sporto regolare denuncia presso le autorità competenti, attivando in questo modo le indagini del caso.
Premesso che:
1) L’uso di esche e bocconi avvelenati, oltre che un atto deplorevole, è un’azione punita in base al nostro codice penale “art. 544-bis del nostro codice penale".
2) gatti "Liberi" o di colonia sono protetti da normative nazionali, regionali e comunali.
A essi è garantita la possibilità di transitare e stazionare dove preferiscono: nessuno può arrogarsi il diritto di spostare un gatto dal luogo in cui è sempre vissuto, sia questo uno spazio pubblico o privato.
Chiarito l'aspetto giuridico, lasciamo di seguito un breve “vademecum" su cosa fare in questi casi, oltre che dettati dalla "Humana Pietas".
1) Non spostare e non seppellire l'animale.
2) contattare: Polizia municipale, Carabinieri, Carabinieri Forestali, Polizia,
3) Le forze dell’ordine attiveranno il servizio veterinario dell’Asrem, reperibile h 24.
4) L'animale verrà prelevato e portato presso l'istituto Zooprofilattico, dove verrà effettuata la necroscopia, e ulteriori accertamenti di laboratorio chimico tossicologici, che attesteranno la causa del decesso.
5) Il sindaco, a seguito della segnalazione di sospetto avvelenamento ricevuta dal medico veterinario, dà immediate disposizioni per l'apertura di un'indagine da effettuare in collaborazione con le autorità competenti.
6) Entro 48 ore dalla ricezione del referto dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale, che conferma il sospetto di avvelenamento o la presenza di sostanze tossiche o nocive in esche o bocconi, provvede ad individuare le modalità di bonifica del luogo interessato, anche con l'ausilio di volontari, guardie zoofile o nuclei cinofili antiveleno e organi di Polizia giudiziaria, e a segnalare, con apposita cartellonistica, la sospetta presenza nell'area di esche o bocconi avvelenati e a intensificare i controlli da parte delle autorità preposte nelle aree considerate a rischio sulla base di precedenti segnalazioni. In questo modo si garantisce lo svolgimento delle indagini oltre a salvaguardare la salute pubblica.