«Un amico come te non si dimentica, un amico è per sempre», l'ultimo saluto ad Asmir Battista
CAMPOBASSO. L’incrocio del destino di due vite, una molto giovane, l’altra lo era ancora. Ma il destino è cinico e baro e le vite le ha spezzate. Il Molise non si sottrae alla morsa delle tragedie stradali e quella avvenuta martedì mattina al chilometro 530,800 della statale 16 adriatica, in territorio di Petacciato, è una di quelle sciagure che non si potranno dimenticare.
Dopo l’ultimo saluto di ieri pomeriggio al 48enne Marco Di Palma, a Ferrazzano, stamani nella chiesa Ecclesiae Mater di Campobasso, l’abbraccio terreno al 21enne Asmir Battista, ragazzo di origine bosniaca che viveva a Mirabello Sannitico.
Com’era facile immaginare, vista la reazione della comunità dopo la notizia del tragico incidente, centinaia e centinaia le persone accorse a dare l’ultimo saluto ad Asmir, troppe per essere contenute nella chiesa, della cui parrocchia frequentava gli ambienti scout Agesci.
Celebrazione officiata da padre Gianpaolo Boffelli: «Preghiamo per te Asmir però ti chiediamo aiuto, ti chiediamo di farci luce in questo momento così buio. Che tu possa vivere nella pace e nella beatitudine».
Folta anche la partecipazione da Mirabello Sannitico, località nel cui cimitero sarà sepolta la salma di Asmir.
«Eri sempre pronto Asmir e siamo convinti che tu lo sia anche lì su, brilla col tuo sorriso e veglia da lì su», le parole del capo Scout.
Parole che hanno reso conforto al papà Giuseppe e alla mamma Annamaria, che hanno perduto il loro unico figlio.
Fiori e palloncini bianchi per Asmir all’uscita della chiesa tra gli applausi e tanta commozione tra le note della canzone sta passando novembre di Eros Ramazzotti.
A conclusione della cerimonia, è stata letta una lettera da parte di un’amica di Asmir, che ne ha ripercorso i momenti condivisi col 21enne, percorso di crescita che li avrebbe voluti vedere dopo l’impegno accademico chi ingegnere e chi avvocato.
«Un amico come te non si dimentica, un amico è per sempre».
La sua moto messa in moto dagli amici e il casco accanto alla bara, mentre il rombo del motore ha accompagnato l’uscita del feretro dalla chiesa.