“La bellezza della diversità parte dalle nostre radici”, che momenti alla Brigida
TERMOLI. L’importanza della memoria, che costituisce un tassello fondamentale -importante non soltanto per ricordare, ma per prendere spunto, affinché si possa creare un mondo migliore- ed è proprio a questo che serve ricordare gli eventi più nefasti accaduti sulla linea del tempo. Fatti che hanno cambiato e stravolto la storia e la sua stessa essenza. Perché si sa sono tante le pagine di storia intrise di sangue e di dolore.
Si è parlato lungamente di storia, ma anche di memoria, perché l’unico modo per non dimenticare è parlare e raccontare, così da tenere sempre vivo quel momento passato.
Il comprensivo Brigida è stato protagonista insieme ai suoi alunni, rispettivamente della 3^C e 3^E, di questa giornata, con una conferenza dal titolo: “La bellezza della diversità parte dalle nostre radici”.
Presenti tra i relatori: la professoressa Dagmara Sobowleska, presidentessa dell’associazione “Apolonia”; il professor Pawel Spiewak, docente di sociologia e dirigente del più grande istituto ebraico a Varsavia; il preside dell’istituto Maria Brigida, Francesco Paolo Marra; la dottoressa Carmela Basile, responsabile dell’Europe Direct Molise; l’assessore alle politiche sociali Silvana Ciciola -che ha portato i saluti istituzionali- la professoressa Rita Ziccardi e la dottoressa Rita D’Addona responsabile dell’ufficio scolastico. Ha moderato l’incontro il professor Antonio Salvatore.
Presenti anche il presidente dell’Archeoclub Italia, Oscar De Lena; don Gianfranco Mastroberardino; la professoressa Hanen Gzaiel Benmariem, e le professoresse:
Angela Del Vecchio, Antonella Di Spalatro e Luciana Giuliano, che hanno curato il progetto insieme all’associazione “Apolonia”.
Toccante l’intervento anche di un ex studente del Comprensivo, Claudio Cannulli, che ha davvero incantato il pubblico tra un relatore e un altro, con la sua spontanea e bellissima testimonianza.
Il progetto: “I giovani ricordano la Shoa-Sos Ucraina”, poiché il giorno della memoria non deve essere ricordato solo il 27 gennaio, ma ogni giorno e si parte proprio da questo punto per rammentare ciò che la storia ha raccontato, bagnando di sangue le pagine dei suoi libri di testo. Il racconto e la testimonianza profonda del professor Spiewak.
Paragonando l’importanza della comunicazione e delle parole in essa contenute con tutto il suo peso, a tante piccole piume che fuoriescono improvvisamente da un cuscino -spargendosi così dappertutto - proprio così sono le parole che per quanto leggere come piume, una volta pronunciate è impossibile cambiare, poiché esse diventano pesanti come macigni. Un detto pronunciato dallo stesso professore: “La vita e la morte si trovano alla fine della lingua”, questo ci dimostra la forza della comunicazione e la forza delle parole.
Ma anche le testimonianze di due donne ucraine, che hanno omaggiato l’Italia, ricordandosi l’importanza dell’amicizia tra le due nazioni, in particolare nell’ultimo periodo bellico che l’Ucraina sta affrontando. Hanno anche ringraziato la presidentessa Sobolewska, per tutto il suo impegno umanitario durante l’inizio del conflitto in Ucraina e che prosegue ancora ad oggi.
È stata scelta proprio questa giornata del 27 settembre, perché proprio in questi giorni si celebra la settimana europea delle lingue in Molise e questa conferenza è stata al centro di questo importante anniversario.
Gli studenti del Comprensivo hanno contribuito con il proprio impegno al risultato finale e vittorioso selezionato dall’Unione Europea -in un novero di trecento progetti - ed è stato scelto proprio il progetto realizzato qui in Molise- la cui premiazione ci sarà il prossimo 8 novembre presso il Parlamento Europeo a Bruxelles.
“Fondamentale ricordare, perché tanti giovani potrebbero pensare che i fatti realmente accaduti nel corso della storia sono racconti senza radici, ma la memoria contribuisce a costruire le coscienze delle future generazioni. Rendendo ai ragazzi una nuova consapevolezza di ciò che è successo in passato e di ciò che può succedere nel caso in cui dovessero ripetersi situazioni di questo tipo.” Così come il preside Marra ha ribadito ai nostri microfoni.
Per capire chi siamo e come viviamo, l’unico modo è guardare al passato, come eredità per un futuro migliore.