"Un freno alla violenza", Delio Barone ricorda la tragedia di Oletta

femminicidio lun 20 novembre 2023
Cronaca di Alberta Zulli
3min
"Un freno alla violenza", Delio Barone ricorda la tragedia di Oletta ©TermoliOnLine
"Un freno alla violenza", Delio Barone ricorda la tragedia di Oletta ©TermoliOnLine

TERMOLI. 105. 105 donne private della loro libertà, denigrate, umiliate e ammazzate. È questo il dato allarmante. Un dato che ti toglie il fiato. Che ti spezza il cuore e ti fa aver paura. Perché ognuna di noi, può essere Giulia, la ragazza di 22 anni uccisa dal suo ex fidanzato.

Oltre al dramma di una giovane studentessa morta a soli 22 anni, si aggiunge anche quello di una società che non si stupisce più davanti all’ennesimo femminicidio. Perché quello della violenza sulle donne è un problema culturale a cui assistiamo inermi da anni. A cui ancora non abbiamo trovato un rimedio.

È il prodotto del patriarcato che attribuisce alla donna un ruolo minoritario, è la conseguenza di una cultura che si fonda sull’idea che il corpo della donna sia un oggetto da possedere, da sottomettere, da usare

Essere donne è un grande dono che, però, gli uomini non capiscono. Perché per il mondo patriarcale è il maschio che “comanda”. 

Non parliamo di raptus, di liti finite male. Parliamo di strage. Di piaga sociale. Di premeditazione. Perché un uomo “per bene”, “un bravo ragazzo”, non si presenta all’ultimo, penultimo e terzultimo appuntamento con un coltello. No. 

È stato introdotto il codice rosso per i reati legati alle violenze di genere, ma quanti di questi allarmi vengono ascoltati da chi dovrebbe aiutarci? Troppe lacune ci sono nel sistema antiviolenza italiano. Le leggi che abbiamo riguardano la repressione del fenomeno ma non la prevenzione. Ci sentiamo dire che non dobbiamo, che se usciamo la sera non dobbiamo bere perché se ci ubriachiamo poi “c’è il rischio che il lupo lo trovi", ma la nostra libertà dov'è? I nostri diritti dove sono? Forse gli uomini dovrebbero solo accettare che esistono i rifiuti, che non siamo "merce" loro tantomeno "roba" loro.

Lo sapevamo tutte. Questo è lo "slogan" che ricorre in questi giorni. Perché in cuore nostro, noi donne lo avevamo già capito che Giulia non sarebbe tornata a casa sulle sue gambe. Anche se ci abbiamo sperato fino alla fine.

Nella nostra realtà è difficile trovare casi così forti ma non ne siamo immuni. Nessuno lo è davanti a quei mostri che vivono in mezzo a noi. 

Era il 2007 e una termolese veniva uccisa a Ferrara. Dall’uomo che diceva di amarla.

Il 2 marzo del 2007, in via Adua a Ferrara, dopo una violenta discussione, Blackmore prese un cuscino e continuò a premerlo sul volto della moglie, Oletta Barone, fino a ucciderla. 

L’uomo lasciò il cadavere nella camera da letto, fece una lavatrice e si recò al lavoro per non destare sospetti. Al suo ritorno in casa, avvolse la salma in un lenzuolo per farlo sparire, ma inciampò mentre faceva le scale, e il corpo della signora Barone scivolò, andando a rompere un vaso di piante ornamentali, destando l’attenzione dei vicini. Lui raccontò che era inciampata.

Per i carabinieri ci volle però poco a capire cosa era successo davvero e Blackmore, dopo aver inizialmente negato, confessò la notte stessa davanti al pm Filippo Di Benedetto. Desmond Richard Blackmore venne condannato a 15 anni di reclusione ma nel 2019 venne rilasciato e tornò “beatamente” in Inghilterra. 

Oletta Barone era la sorella di Delio Barone, musicista e chitarrista di origine termolese che vive in Emilia-Romagna. 

Per ricordare la sua amata sorella, Delio ha ideato un progetto per realizzare un “Tributo tra le note per Oletta Barone. Un freno alla violenza”. La Fondazione Teatro Comunale di Ferrara invita all’evento The swingers orchestra - songs for ladies, in programma il 30 novembre alle 21 al Teatro Comunale Abbado. L’iniziativa, nell’ambito delle attività per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, è realizzata dalla Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e promossa dal Comune. Le canzoni senza tempo sono diventate famose grazie alle cantanti che hanno lasciato un segno nella musica jazz. Ella Fitzgerald, Billie Holiday, Sarah Vaughan forse le più conosciute ma insieme a tante altre hanno trasmesso forti emozioni perché nella loro vita tormentata hanno trasmesso quello che provavano: dolore, tristezza ma anche senso di rivalsa e allegria. Attraverso la musica, Delio Barone e il resto della band vogliono ricordare e dare voce a tutte le vittime di femminicidio, attraverso la musica delle grandi voci del jazz.

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