"La memoria del cuore", nel libro di Angelo Marolla la figura di don Giulio Di Rocco

La presentazione mar 14 maggio 2024
Cronaca di La Redazione
3min
"La memoria del cuore", nel libro di Angelo Marolla la figura di don Giulio Di Rocco ©Termolionline
"La memoria del cuore", nel libro di Angelo Marolla la figura di don Giulio Di Rocco ©Termolionline

GUARDIALFIERA. Sabato scorso si è presentato nella sala Conedera di Guardialfiera il libro “La memoria del cuore” di Angelo Marolla.

Il libro, stampato dalla casa editrice Lampo per la Fondazione don Giulio Di Rocco, è stato fortemente voluto da Angelo Marolla, vice-presidente della Fondazione, che ha raccolto, trascritto ed ordinato le minute della corrispondenza personale del sacerdote e scrittore don Giulio Di Rocco, scomparso 21 anni fa, che ne rivelano la profondità di pensiero e la cura nei rapporti. Ha inoltre selezionato le fotografie e raccolto le testimonianze di molti che gli sono stati vicini nel campo educativo o letterario; ha annoverato i suoi libri e le relative presentazioni; ha trascritto gli interventi ai convegni e i testi critici su Jovine e su Leopardi. Con questo ricco materiale testimoniale ha ricostruito la sua storia personale, rivelatrice anche dello scenario storico in cui la sua vita si è svolta.

Così facendo ha reso chiaro il messaggio del sacerdote e del letterato, consegnandolo ai posteri.

A presentare il libro in una sala gremita da un pubblico attento e coinvolto sono stati due cattedratici: il prof. Francesco D’EPISCOPO, docente di Letteratura Italiana, Critica Letteraria e Letterature Comparate presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli, e il prof. Giuseppe FIDELIBUS, docente di Filosofia teoretica all’Università di Chieti.

Con la partecipazione al tavolo dei relatori del Presidente della Fondazione don Giulio di Rocco, Vincenzo Di Rocco, nipote di don Giulio, dell’assessore alla cultura, arch. Itala Trolio, e della sottoscritta, Antonietta Aida Caruso, che ha svolto il ruolo di coordinatrice.

Per l’occasione la sala conferenze è stata arricchita da disegni di due giovani artisti argentini: Emmanuel Alcalá grafico, formatosi all’Accademia d’arte di Spagna, illustratore di libri per bambini, e Marìa Cieri esperta in tecniche grafiche e pittoriche, in particolare in Murales. I due giovani stanno vivendo una residenza d’artista e hanno riportato sulle pareti della sala i disegni dei loro scorci di Guardialfiera.

Intervallati dalla lettura di poesie e lettere del libro da parte degli attori della compagnia teatrale di Guardialfiera “I Scapsctrat” - Maria Rosaria Di Rocco, Lucia Giacomodonato, Milena Ricci, Elisabetta Ricci e Gianni Molinaro - i relatori hanno incantato il pubblico presente ricordando don Giulio Di Rocco, da essi personalmente conosciuto e stimato. D’Episcopo ha sottolineato, con intriganti note di carattere personale - ad esempio la sua vena umoristica - come in don Giulio la fede del sacerdote sia confluita nell’impegno sociale e letterario. Fidelibus invece ha proclamato, con l’incisività che lo contraddistingue e sulla base delle esperienze con gli studenti, quanto la memoria e la paternità siano la sola risposta, come perle preziose, nella nostra società consumistica e dimentica dell’umano.

L’autore del libro, Angelo Marolla, vice presidente della Fondazione, ha confidato al pubblico quanto per lui questo lavoro sia stato improrogabile e doveroso nei confronti di una persona che ha inciso in maniera indelebile nella sua formazione e nella sua intera vita, facendo della missione educativa, nel contesto del movimento di Comunione e Liberazione, una priorità vocazionale.

In fine Malvino DI SABATO ha proclamato una sua poesia scritta nella morte di don Giulio.

Anch’io ho avuto modo di collaborare con don Giulio nella sua attività di letterato ricercatore e ho espresso in ultimo questo pensiero: il senso della serata non può essere un nostalgico rivivere il passato, ma si può parlare di don Giulio solo parlando del presente per cui siamo qui, di quel presente nel quale siamo chiamati a dare testimonianza e a stupirci della bellezza della vita. Seppure consapevoli che la vita è fragile e che sta a noi custodirla, dallo stesso don Giulio impariamo a saperla affrontare anche con brio, perfino nelle strade accidentate e tortuose, come ha fatto lui, che ha vissuto anche la malattia con la leggerezza di un fringuello e con una santa ironia. In fondo siamo tutti in cammino verso "la porta del tempo" (è il titolo di un suo libro).

La conclusione di Marolla è stata la consegna delle sue ultime parole attraverso i pochi versi che chiudono il libro.

Antonietta Aida Caruso

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