In via Lissa gli abbandoni si moltiplicano, subito il via alla "tolleranza zero" contro gli incivili
TERMOLI. Ci sono zone della città di Termoli che attraggono gli incivili come gli orsi col miele e forse il paragone non è neanche così ardito.
Sicuramente la Bufalara, tra statale 87 e periferia Sud; i ponti sul lungomare Nord e senza ombra di dubbio via Lissa, nella breve galleria che collega la zona di Colle Macchiuzzo al quartiere di San Pietro.
Non le contiamo nemmeno le volte in cui sono intervenute le forze dell’ordine, non solo Polizia locale e Guardie ecologiche, ma di quel cartello che prescrive il divieto di abbandono dei rifiuti non se ne curano affatto.
Così, una residente, ha deciso di scriverci, per segnalare l’ennesimo accumulo.
Nel passato sono divampati anche incendi pericolosi, lì transitano le macchine e anche veicoli a due ruote, oltre al danno ambientale e il rischio igienico-sanitario.
Quanto viene documentato nelle fotografie è l’esatta esemplificazione della denuncia di degrado culturale che ieri abbiamo diffuso, invocando un regolamento di decoro urbano che sappia mettere all’angolo chi deturpa il territorio.
«Vorrei segnalare la costante situazione del sottopasso autostradale di via Lissa (zona ospedale-San Pietro). Nonostante il cartello si continuano ad accumulare i rifiuti. A volte diventa difficile persino passare, altre volte "scoppiano" degli incendi. Visto che gli abbandoni non si riducono, si potrebbero programmare delle pulizie periodiche?»
Di fronte a simili scempi, scatteranno sicuramente delle indagini, per risalire agli autori degli abbandoni e questo potrebbe anche dilatare nel tempo l’opera di bonifica, occorre trovare davvero soluzioni efficaci e rapide per impedire che i siti prediletti dai cittadini non degni di questo nome possano essere messi al riparo dal proliferare delle micro-discariche.
Resta sullo sfondo lo sconcerto verso coloro che davvero sono convinti di muoversi in questo modo, senza alcun rispetto né delle norme vigenti (qui si sfocia nel penale) e tanto meno della collettività.