Dopo gli arresti per i furti: «Massimo impegno nella lotta anticrimine, che è la nostra essenza»
TERMOLI. Nuovi strumenti giuridici, collaborazione del cittadino, coordinamento attivo della Procura con l’attività investigativa delle forze dell’ordine e videosorveglianza quanto mai importante.
Sono questi i pilastri su cui si fonda l’operazione “Champagne”, l’inchiesta che ha permesso di disarticolare una banda di ladri, vera e propria famiglia dedita al malaffare, di Foggia, più un complice a Montesilvano.
Dettagli della “retata” compiuta tra mercoledì e giovedì scorsi resi noti stamani, nella conferenza stampa organizzata dalla Procuratrice di Larino Elvira Antonelli e dal Pm Marianna Meo, che ha condotto materialmente le indagini, assieme al comandante provinciale dell’Arma Luigi Di Santo e al comandante della compagnia Christian Cosma Damiano Petruzzella, proprio nella sede della caserma di via Rosano, seguita in diretta Facebook da Termolionline.
Almeno una decina i colpi ricostruiti dagli inquirenti, messi a segno da chi approfittava delle chiusure serali e notturne di aziende e attività commerciali della zona frentana per rubare l’inenarrabile, fino a brindarne, per un controvalore di 500mila euro.
Professionisti del crimine, è evidente, ma scivolati sulla classica buccia di banana, stavolta digitale, perché tutto l’impianto investigativo è partito dal riconoscimento di una bicicletta rubata a Colletorto, postata in un annuncio social. Da lì, è venuto fuori la massiccia e sistematica azione predatoria che ha visto molte realtà subire furti. Sei arresti, con quattro persone ai domiciliari e due in carcere, grazie ai militari delle compagnie di Larino, Termoli e dei comandi provinciali di Foggia e Pescara, in questa azione su 3 province e tre regioni.
Svelata e sgominata una rete criminale che aveva messo nel mirino il territorio del basso Molise, con scorribande a danno di aziende agricole e attività commerciali, nel lasso di tempo tra il marzo 2023 e il febbraio scorso.
Decisivo l’utilizzo di intercettazioni telefoniche, tabulati, Gps e sistemi di videosorveglianza, attraverso cui i Carabinieri hanno ricostruito una rete di relazioni e complicità che ha permesso di risalire all’intera organizzazione. La banda era composta principalmente da membri di una stessa famiglia, con un’organizzazione interna ben definita: ciascun individuo aveva un ruolo preciso, dal trasporto della refurtiva fino alla vendita sul mercato nero.
“È stato un lavoro che abbraccia un periodo molto lungo, ma ha permesso di raccogliere molti elementi probatori – ha sottolineato la dottoressa Antonelli – poiché ogni membro della banda era parte di un meccanismo rodato e mirato”.
Il bottino era composto da generi alimentari, attrezzature agricole, fitofarmaci e piccoli escavatori, poi trafugati sino a Foggia, dove sarebbero stati piazzati.
La Antonelli ha tenuto a evidenziare come «Questa operazione ha segnato anche un momento storico per la giurisdizione: è stato applicato per la prima volta il cosiddetto “interrogatorio preventivo di garanzia”, una misura che garantisce agli indagati il diritto di essere ascoltati prima dell’arresto. Il nostro è ancora un territorio sano - ha dichiarato Antonelli è essenziale proseguire nella lotta contro le incursioni criminali provenienti dalla provincia di Foggia. Riappropriamoci della lotta anticrimine, che è la nostra essenza».
Evidente la soddisfazione per questo risultato operativo e giudiziario, concluso dopo un lavoro alacre, di cui la Procuratrice ha dato merito a tutti, poiché «rappresenta una vittoria importante per il Basso Molise, un monito per chiunque tenti di destabilizzare il tessuto economico della zona e un segnale di fiducia per i cittadini, che possono continuare a contare sull’efficace contrasto alla criminalità da parte delle autorità locali».