Aspettando il "Dantedì" con Sebastiano Di Pardo
TERMOLI. I 700 anni dalla morte del sommo poeta Dante Alighieri, considerato il padre della lingua italiana, sono caduti nell’anno della pandemia e questo ha chiaramente minato tantissime iniziative che avrebbero dato lustro all’autore della Divina Commedia e figura storica di spicca nel 14esimo secolo.
Ma il Paese ogni anno, il 25 marzo, lo celebrerà col Dantedì. All’istituto comprensivo Difesa Grande sono stati due gli eventi calendarizzati, tra cui quello di ieri che ha intersecato l’origine del “volgare” italiano con la termolesità.
Protagonista Sebastiano Di Pardo, nel plesso di Via Volturno.
Come ha raccontato la docente di Arte Carola Di Pardo, organizzatrice della finestra commemorativa assieme alle colleghe Stefania Cercia e Diomira Anzovino, professoresse di Lettere, «In compagnia di Sebastiano Di Pardo nella veste del Sommo Poeta, ha recitato “Ai serva Italia” in dialetto termolese, e subito dopo Michele D'Aloisio artista, grafico, pittore ha presentato la Divina Commedia edita da Poliniani e illustrata da lui, tenendo, a seguito, una Lectio Magistralis su come illustrare una storia, da dove partire e cosa aver ben presente per iniziare, impostazione e grafica, prima a matita e poi in digitale, il tempo è volato e gli alunni entusiasti curiosi e partecipi, hanno seguito attentamente entrambi gli ospiti ponendo tante domande. Presente all’Evento scolastico il Presidente del Consiglio Annibale Ciarniello in veste istituzionale».
Un progetto che ha coinvolto nell’evento scolastico le classi seconde di Difesa Grande.