L'epopea del Cinema Adriatico

Pagine di storia dom 10 aprile 2022
Cultura e Società di La Redazione
3min
La “Grande Bellezza” del cinema Adriatico ©n.c.
La “Grande Bellezza” del cinema Adriatico ©n.c.

TERMOLI. La recente ricomparsa dell’argomento ‘Cinema Adriatico’ mi ha stimolato a tornare sul tema dal momento che se il mio ultimo articolo è recentissimo (6 febbraio 2022), il primo risale al novembre del 2005. Tra i due si pongono altri tre articoli: giugno e novembre 2009 e luglio 2015.

“L’Estate Termolese 1878-1925” di Nicola Troilo e Pierluigi Pranzitelli (2019 associazione Culturale ‘Andrea di Capua-Duca di Termoli’) nonché informazioni e documenti fornitimi da Roberto Crema mi hanno dato la spinta.

Nel citato libro si dice infatti di un Teatro Comunale a Termoli nel quale, nel luglio del 1878, si esibì per più giorni la Drammatica Compagnia Amendola.

Un teatro senza nome come non lo ha quello dove nel 1903 venne recitato da una delle compagnie viaggianti del tempo “Il Conte di Conversano” mentre ad essere citato, anche in anni più remoti, è il Politeama Bontempo, luogo di rappresentazione di drammi e commedie.

Queste notizie e quella relativa alla presenza di “due comodi cinematografi, l’Adriatico e il Bontempo”, datata agosto 1914, ci dicono della vivacità di una cittadina che attraeva, non solo per i bagni di mare, famiglie provenienti da paesi più o meno limitrofi e lontani. Erano, quelli, gli anni della rappresentazione di drammi, commedie e operette e della proiezione di film muti ai quali, con l’avvento degli Anni Trenta, seguirono i sonori.

Nei due locali si tennero anche comizi (1919, 1921…) in occasione di elezioni mentre il 23 maggio 1915, lo storico Giambattista Masciotta aveva tenuto, al Politeama, una Conferenza sulla necessità dell’entrata in guerra dell’Italia.

Quanto sinteticamente scritto, e a volo pindarico, è solo per evidenziare che la Città non era proprio l’estrema periferia del mondo e che, per quanto sotto traccia, la pulsione culturale che serpeggiava si manifestava nei due teatri-cinema e dal 1920 nel solo Adriatico.

Se del Politeama non si hanno che scarne notizie, più nutrita è quella che potremmo considerare ‘la storia del Cinema Adriatico’ la cui apertura è dovuta a Ni-cola Pace, un uomo il cui censo gli avrà certamente consentito soggiorni a Roma e a Napoli dove dovette fare l’esperienza del teatro e del cinema. Da qui, forse, la decisione di contattare il Marchese Norante per la cessione del grande palazzo che allora doveva spiccare tra gli altri.

Siamo nel primo decennio del Novecento quando la popolazione non arrivava ai 6.000 abitanti.

La gestione Pace non durò a lungo. La crisi abbattutasi sull’Italia all’indomani della fine della guerra ebbe ricadute anche sui cinema. Da qui la decisione del titolare di vendere la Licenza acquistata, tra il 1922-1925 da Ruggero Rabottino e Rocco Orlante i quali, con l’entusiasmo proprio dell’età, rilanciarono l’Adriatico come cinema senza trascurare il teatro, come si nota sulla locandina dello spettacolo ‘Il Ponte dei Sospiri’ del novembre 1928 nella quale troviamo la specifica dei prezzi riferiti al loggione, ai palchi e alla platea.

Alle tradizionali rappresentazioni si aggiunsero anche serate di musica lirica, come quelle dell’agosto 1925.

Se i due soci avevano ruoli distinti, ad essere mosso dalla passione fu Rocco Orlante, uno dei pochi molisani allora iscritti all’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo-Esercenti Cinema, il quale si distinse per impegno e dinamismo che continuarono fino alla sua morte avvenuta nel 1953, all’età di 57 anni. 

Dal 1925 (anno più-anno meno) in poi il Cinema Adriatico fu per i termolesi la grande finestra sul mondo e sulla storia: la Roma imperiale, l’Arizona e il Texas, la giungla africana, il misterioso oriente, gli intrighi internazionali, le storie d’amore e d’avventura, proposti in versioni diverse innumerevoli volte nel corso di tre decenni, fecero innamorare e sognare i giovani di Termoli.

In questo arco di tempo non mancarono rappresentazioni di Compagnie itineranti come ricorda il film ‘Polvere di Stelle’ con Alberto Sordi e Monica Vitti.

Del Cinema Adriatico che rappresentò un segmento della Cultura e che entrò in crisi e chiuse i battenti all’inizio degli Anni Sessanta non resta che un rudere al quale nessuno ha posto mano e nessuno ha ritenuto di dovere dare esito alla Sentenza del Tar-Molise del 2009 che dichiarava l’immobile “degno della massima tutela …”, ossia di recupero e valorizzazione.

Se per molti decenni la cartolina di Termoli è stata il Paese Vecchio fotografato dalla marina di Sant’Antonio, oggi è il ‘Il Cinema Telato’ che in un posto turisticamente strategico suscita stupore nei turisti.   

Antonio Smargiassi

Storico termolese e scrittore

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