Verso la festa patronale di Chieuti: la tradizione del mitico "Tarallo"

In preparazione gio 14 aprile 2022
Cultura e Società di La Redazione
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Il "tarallo" di Chieuti ©Termolionline.it
Il "tarallo" di Chieuti ©Termolionline.it

CHIEUTI. L’assonanza tra il mondo delle Carresi bassomolisano e la comunità di Chieuti si consolida anche attraverso le tradizioni, come quella del “tarallo”, che è stata rispolverata nell’occasione, celebrato anche sulla pagina social ufficiale dell’associazione presieduta da Pasquale Di Bello. «Finalmente! Il tarallo di San Giorgio torna nel luogo deputato alla sua lavorazione, le famiglie e le case del popolo di San Giorgio. Perché il tarallo di San Giorgio è dei Chieutini tutti, quelli che vivono a Chieuti come chi emigrato vive questi giorni con struggente nostalgia. Quest'anno siamo ospiti della famiglia di Filomena e Antonio Contessa.

Nel nome del Signore e di San Giorgio iniziamo i lavori. La salamoia», ha riferito Giorgio Consilvio, subito seguito da Nicola Vitale: «Onoriamo Chieuti e la festa di San Giorgio. Nella comunità di Chieuti è iniziata la preparazione del Tarallo in onore del Patrono San Giorgio. Il tarallo si offre a San Giorgio, portato in spalla dai fedeli fino alla Chiesa, in segno di devoto omaggio, quale frutto della terra e del lavoro dei chieutini. Il tarallo è una grande treccia di pasta di caciocavallo, di circa 70 chili, elegantemente lavorato a mano da artigiani del posto, in acqua bollente, sulla quale sovrasta San Giorgio cavaliere, che protegge la donzella, minacciata dal drago. Il tutto legato da nastri variopinti ad una forma di legno, che i devoti portano anche in processione il giorno 23. Il tarallo durante i quattro giorni di festa è esposto in Chiesa affinché tutti possano ammirarlo.

Appena dopo la festa, i circa 70 chili di pasta, che formano il Tarallo, vengono divisi in tanti pezzi quante sono le famiglie di Chieuti e del territorio, che lo consumano dopo aver recitato qualche preghiera. Anche se non si hanno documentazioni storiche precise sull’origine e il significato della Corsa dei Carri di Chieuti, essa può essere ricercata e ricollegata, facendo parte nell’antichità della Diocesi di Larino, nei pellegrinaggi e nei rituali che si svolgevano in questa Diocesi. Agli amici chieutini, non perdetevi d'animo "Non c'è sconfitta nel cuore di lotta", nulla è ancora perso».

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