A tre anni dall'ultima volta si torna a visitare gli Altari del Giovedì Santo
TERMOLI. Tornano gli altari della reposizione. Finalmente dopo due anni si torna a visitare i sepolcri.
Due anni difficili, quelli che il mondo intero ha vissuto. Non solo le tante chiusure, il distanziamento sociale e le mascherine, ma in questo lunghissimo biennio ci è stato chiesto di rinunciare anche alle nostre tradizioni. Tra le tante usanze, anche quella degli altari della reposizione del giovedì Santo, noti anche come i sepolcri. In questi altari viene conservata l’Eucarestia, dopo la santa messa del giovedì Santo. La “Missa in Coena Domini”, ossia la cena del Signore. Questo momento dell’ultima cena viene ricordato nella messa vespertina, prima di aprire gli altari della reposizione, dove si ricorda l’ultima cena -su questa terra - di Gesù con i suoi apostoli. Quindi l’ultimo momento in cui il figlio di Dio spezzò il pane -simbolo della resurrezione- e bevve il vino -simbolo del suo sangue - versato per tutta l’umanità.
È possibile risalire a questa tradizione, sin dai tempi più antichi, dove era già possibile trovare gli altari che ricordavano la scena dell’ultima cena.
Poiché il triduo pasquale comincia proprio il giovedì Santo -con la passione, la morte e la resurrezione - che culmina con la domenica successiva.
Nel nostro sopralluogo in città abbiamo avuto modo di riscoprire la bellezza dei sepolcri, con la magica atmosfera che questi ultimi trasmettono ai visitatori. Tanti i simboli: candele, fiori, vasi, nastri e anche calici e un catino con un asciugatoio -che ricorda il gesto della lavanda dei piedi- che Gesù compì nei confronti dei suoi discepoli.
Nonostante i due anni di assenza dei sepolcri, abbiamo notato una numerosa affluenza in questa serata di giovedì Santo. Poiché le tradizioni più sentite e più autentiche non conoscono tempo. Rimangono sempre vive nei cuori di tutti coloro che le amano.