Viaggia l’Archeoclub di Termoli per conoscere gli scavi di Ercolano
TERMOLI. Si può dire che a Ercolano il sole non muore mai. Chi visita questa magnifica città vesuviana, sepolta nel 79 d.C. da micidiali bombe di lava, coglie subito il respiro profondo di una vita interrotta, nelle abitazioni, per le vie e nei corpi delle botteghe del porto. Il tempo ferma per sempre la voce di una vita cristallina che ha a che fare col mondo marino. Qui tutto profuma d’antico. Il sapore è di sale e di acqua marina. Dall’alto il colpo d’occhio della città è fantastico. L’indice può declinare sapientemente ogni parte. La città sembra intagliata da mani sapienti.
Ma non è un plastico. Il contesto urbano riemerge come una scena teatrale scavata in un grosso fossato. Pieno di domus e di ambienti poliedrici. Sobri e vivaci. La città vera e propria di Ercolano la senti addosso. Comprime e nasconde i fasti di una volta. Nei suoi sotterranei cela i suoi gioielli più belli. Come il teatro segnalato sulla via del Miglio d’Oro. È su questo sito, come una bomboniera piena di gloria, che si concentra la curiosità dei soci dell’Archeoclub termolese per conoscere un vasto giacimento di vita portuale e civile, ricco di reperti singolari che ammaliano. Tra tanti frammenti di arte antica, la cornice di questo scenario magnifico è luminosissima. Il sole c’è. Allontana nuvole e pioggia. Sulla pelle si fa sentire. È un piacere per tutti. Tra gli scavi brilla come una roccia il materiale lavico. Non viene meno l’ombra del momento più terrificante. Emerge in ogni dove l’invisibile opera della catastrofe.
L’immaginario si muove e si anima. Ricrea la vita di ieri. Cristallizza i singulti e il coro più doloroso delle voci del cuore. Ma nel mistero della vita e della morte regala quanto di più bello l’uomo abbia saputo creare nel corso della sua storia. Come d’incanto, ben esposti, brillano i mosaici e gli affreschi sulle pareti delle ville ricche di storia e di gemme preziose. Il culto del sacro è teatrale. Tra il cardo e il decumano trionfa il culto dei riti. Tra giochi, fontane, epigrafi, colonnati ed edicole votive. Qui strane figure apotropaiche allontanano il flusso magico del maligno. Scuote l’arte del simbolismo fallico. Nei luoghi di vita sociale è in piedi l’immagine del fallo. È un portafortuna prezioso. Simbolo dell’abbondanza lungo la strada del cardo dove si aprono gli ambienti commerciali. Nella bottega di Sex Patulcius Felix desta curiosità il forno protetto da falli di diverse dimensioni. È qui che i turisti concentrano il loro sguardo.
È di buon auspicio. Nel segno di una fertilità in fieri, che mai deve morire per garantire ogni forma di vita. Entusiasti della visita i soci dell’Archeoclub di Termoli guidati dal presidente Oscar De Lena. Capogruppo instancabile. Sempre pronto a regalare la schiettezza di una notizia tra Termoli e la cultura napoletana gentilizia. Scrupoloso e attento come sempre nei suoi programmi di visita. Dopo la battuta d’arresto decretata dalla pandemia cresce senza dubbio la voglia di conoscenza.
L’Archeoclub termolese riparte così con un piano di iniziative culturali di tutto rispetto. Coinvolgente come non mai. In questo caso un successo senza precedenti. Solo dopo quattro ore dalla diffusione dell’invito i 53 posti sul pullman già erano tutti prenotati. “Sicuramente l’importanza del sito archeologico nel cuore delle ville vesuviane, ricco di pregevoli reperti archeologici, precisa Oscar De Lena, un vero e proprio unicum dal punto di vista dell’impianto e della morfologia degli scavi, ha stimolato senz’altro a partecipare tantissimi amanti del sapere e appassionati di archeologia”. Dopo il pranzo, tra le pendici del Vesuvio, visita alla Reggia di Portici. Meta del Grand Tour. Residenza estiva sul mare della famiglia reale borbonica. Dimora storica voluta dal re Carlo di Borbone prima della costruzione della grandiosa reggia di Caserta. Successivamente sede della gloriosa Scuola Agraria di Portici.
A conclusione dell’itinerario si segnalano poi le due guide, Luisa e Gabriella, preparatissime. Capaci di tenere sempre alta la curiosità del gruppo. Grazie, in particolare, alla loro verve comunicativa. Simpatica e vivace. Nel corso di una giornata piena di momenti conoscitivi, hanno saputo felicemente coniugare la trasmissione dei contenuti storici con le singolari esperienze di vita spesso piene di brio. Rendendo così l’itinerario piacevole e al tempo stesso interessante. Prosegue così il cammino felice dei soci dell’Archeoclub di Termoli nella promozione della conoscenza e nella valorizzazione del patrimonio culturale, storico e archeologico. La bellezza riempie l’uomo di valori e di stupore. Crea armonia di vita utile a tutti noi. Immergersi nella bellezza deve essere una via d’azione. Ne ha bisogno la mente. Non solo. Ne ha bisogno il mondo.
Luigi Pizzuto