L'ultimo saluto a Ilaria nella "festa" voluta dalla famiglia, ciao guerriera
LARINO. La famiglia voleva una festa. E festa è stata. La festa del matrimonio di Ilaria che è tornata al suo Dio, accompagnata all'altare dal suo sposo, dalla sua famiglia e da una Larino intera, una città che si è stretta intorno alle famiglie Di Lorenzo e Serafino e con una presenza ha voluto ribadire che quel fiore reciso, Ilaria era sole che faceva splendere la vita di tanti, sorriso sempre pronto a rincuorare e dare speranza anche quando la speranza poco si conciliava con il destino che l'ha strappata alla vita a soli 33 anni.
Troppo piccola la Concattedrale di Larino per contenere la gente. Ilaria, vestita con l'abito che aveva scelto a Benevento per il suo matrimonio è entrata tra due ali di folla, nella sua bara più candida della neve. Il silenzio del rispetto, le lacrime a solcare i volti, le parole del vescovo Gianfranco De Luca a dare coraggio e consolazione. "Chiedo scusa - ha esordito il presule - preferirei stare zitto. Certo non è facile, non ho niente da dire se non rispettare il vostro dolore. La forza del combattimento che ha avuto Ilaria di fronte alla malattia, la vostra reazione forte di cogliere questo momento come una festa di nozze, nasconde la verità della fede che noi non siamo nati per morire ma per vivere e vivere in pienezza. E per la nostra Ilaria la morte non è stata l’ultima parola della sua vita perché lei come Cristo è Risorta e ci precede. Resta il dolore del distacco, la desolazione resta mai potremmo cancellarla. Ma dobbiamo avere la certezza della fede che l’Eterno padre oggi ha detto ad Ilaria 'tu sei mia figlia oggi ti ho generata'. Oggi è il dies natalis di Ilaria, drammatico per la sua giovane età, una morte che la rende santa come i santi innocenti che la chiesa celebra proprio il 28 dicembre, giorno di nascita di nostra sorella".
La celebrazione eucaristica si è conclusa con le testimonianze, le parole scandite al cielo per ricordare chi era Ilaria. Toccanti, emozionanti, vibranti. Parole vere, perché vera era Ilaria pronunciate da colei che l'aveva aiutata a scegliere il suo vestito da sposa, dalle sue amiche, dalle sue nipotine, da quella prima zia Carmela che a nome della madre ha ricordato la forza di Ilaria ma nello stesso tempo, e con la compostezza del dolore, ha voluto anche ringraziare quanti in mille modi diversi sono stati vicini e lo saranno alla famiglia.
Palloncini al cielo, fumogeni, le colombe, il dj set che lei e Michele avevano scelto, un grande applauso all'uscita di quella bara bianca dalla chiesa e, ancora la compostezza del dolore, del pianto, della disperazione quando dopo quel primo ballo in Paradiso, è passata nelle casse la sua canzone 'Blu Celeste' di Blanco 'Quando, quando il cielo si fa blu Penso solo a te, Chissà come stai lassù, Ogni notte È blu celeste, È blu celeste È blu celeste Il cielo è blu come il tuo nome".
Un ultimo grande applauso prima del viaggio, il suo ultimo viaggio su questa terra verso il campo santo dove decine e decine di persone le hanno dato l'ultimo addio con la consapevolezza di ritrovarla nei sogni come la sorella, per continuare a parlarle e farsi indicare da lei, la via.
A Dio Ilaria, arrivederci.
Nicola De Francesco