Corato, Castel del Monte e duomo di Trani: Archeoclub di Termoli in trasferta
TERMOLI. Una cattedrale tutta bianca, ricca di storia e di arte, spunta solitaria in riva al mare. Come un faro sempre acceso non si spegne mai. Siamo a Trani. Un vento che viene dal mare spesso l’abbraccia. Fa sentire la sua voce inclinata. Scuote, sibila, riecheggia sempre più forte. Inaspettatamente sferza il maestoso campanile sotto le sue arcate gentilissime. All’interno sale in alto il respiro dell’arte. Si avverte dalla cripta elegante, al maestoso colonnato, fino alle trifore del matroneo, che, nel passato, separava i due sessi. La voce del sacro è forte. Ammalia nel suo cammino. Vivifica il sentire dello spirito. Se si guarda in alto la spinta verso il cielo si sente di più.
Nei toni d’azzurro si riflettono le architetture. Qualcuna mette le ali. Punta in alto su un orizzonte che brilla a portata di mano. Dentro e fuori al duomo di Trani l’odore del mare è di casa. La magia di questo magnifico gioiello è tutta qui. Di recente, a partire dalla città di Trani, tra il tribunale, il castello federiciano e l’artistica cattedrale, si è snodata la prima tappa di un itinerario abbastanza articolato. Ricco di non poche opportunità culturali. Il numeroso gruppo dei soci dell’Archeoclub di Termoli anche questa volta non ha rinunciato ad un programma interessante. All’ombra di un sole che picchia forte in questo periodo a quanto pare non è stato tralasciato nessun particolare. Dopo la presentazione del castello federiciano, simile ai castelli crociati in Terra Santa, visita alla cattedrale di Trani, definita come la regina delle cattedrali di Puglia. Nella sua costruzione venne usata la pietra di Trani, tipica del luogo ed estratta dalle cave della città. Interessanti la doppia rampa di scale, il bel portale sopraelevato, il rosone, l’elegante plasticità della facciata e l’alta torre campanaria sorretta da un grande arco a sesto acuto. Una scena magnifica. Invita tutti a guardare con il naso all’insù.
All’interno è possibile osservare la porta bronzea originaria. Di pregevole fattura. Fu realizzata da Barisano da Trani nel 1175. Nella formella principale trionfa San Nicola Pellegrino e la firma dell’artista Barisanus Tranensis. A Corato, come si vede dalle immagini, scambio culturale tra il presidente dell’Archeoclub di Corato Michele Iacovelli e Oscar De Lena presidente della sezione di Termoli. Nel pomeriggio Giuseppe Magnini, guida simpaticissima dell’Archeoclub di Corato, tra non poche curiosità, aneddoti e racconti locali, ha presentato il centro storico della cittadina pugliese con le sue chiese e le sue dimore storiche. Dulcis in fundo visita a Castel del Monte. Imponente fortezza voluta da Federico II nel 1240 su un’altura delle Murge. Al centro di un’importante rete di comunicazione che domina a tutto campo il paesaggio circostante fino all’Adriatico. Il castello è un unicum nel suo genere.
È Patrimonio Mondiale dell’Unesco. L’Archeoclub di Termoli, grazie alle guide Giusy e Luigi, ha potuto approfondire la conoscenza di un’architettura felicissima. Dove la perfezione e l’armonia delle forme nascono dall’incontro di culture tanto diverse. Qui vive in una dimensione armoniosa l’abbraccio tra l’arte classica e musulmana. Le geometrie costruttive definiscono una scena che stupisce. Desta curiosità il valore simbolico dell’impianto del castello circondato da otto torri. L’arcana simbologia si ripete nel cortile ottagonale. Tutto è magico. Qui s’imprigiona ad arte un pezzo di cielo fantastico.
Luigi Pizzuto