Vedono la luce gli “Stati delle Anime” di Lesina
LARINO. È fresco di stampa un interessante e corposo volume di Salvatore Primiano Cavallo e Antonio Fernando Lombardi, strettamente legato per varie ragioni all’intera area basso-molisana, dal titolo: “…Gli Stati delle Anime di Lesina (1701-1702-1710-1712-1829-1845)”.
Questo particolare e stimolante lavoro contiene anche una mia riflessione che gli Autori, appassionati cultori di storia della vicina Lesina, hanno ritenuto appellarla “Presentazione” (per Cavallo non è la prima).
Gli amici studiosi Cavallo e Lombardi questa volta hanno preso di mira alcuni “libri” che formano la cosiddetta “anagrafe ecclesiale” della città lacuale.
La compilazione dei registri parrocchiali, che costituiscono una fonte documentaria unica precedente all’istituzione dello “Stato Civile” avvenuta, nel Regno di Napoli, in seguito ai Decreti di Gioacchino Murat del 22 e 29 ottobre 1808, risale all’epoca del Concilio di Trento. La XXIV sessione di quell’importante assise offriva (11 novembre 1563), tra l’altro, precise disposizioni sulla trascrizione del matrimonio (liber matrimoniorum) e dei battezzati (liber baptizatorum). Con la costituzione Apostolicae Sedis del 17 giugno 1614 contenuta nel “Rituale Romano”, il Papa Paolo V portò a cinque i “libri” parrocchiali, con l’aggiunta di quelli dei defunti (defunctorum o mortuorum), dei cresimati (confirmatorum) e degli stati delle anime (status animarum).
Questi ultimi, di cui sei (quattro del Settecento e due dell’Ottocento) sono stati attentamente studiati e trascritti dagli Autori, riportano generalmente i dati anagrafici di tutti gli abitanti di Lesina, comprensivi delle professioni, dei sacramenti ricevuti ed a volte delle proprietà possedute.
Nella seconda metà del Settecento, il responsabile della “Real Segreteria di Stato del Dispaccio Ecclesiastico” di Napoli, nel corso della stagione estiva, trasmetteva agli Ordinari diocesani una nota del seguente tenore: “Conoscendo S. M. di esser cosa molto utile di esporre alla comune notizia in una distinta Mappa la Popolazione di questo Regno, e volendone la continuazione per stamparsi nel Notiziario, che in ogni anno si dà alla luce, mi ha comandato di rimettere a V. S. Illustrissima le Mappe particolari per lo stato delle Anime di ciascuna Parrocchia, ed una generale dell’intiera Diocesi […].
E perfezionato in questa forma […] lo rimetterà […] pel venturo mese di ottobre […]”.
Nell’Archivio Storico Diocesano di Termoli-Larino di cui mi occupo, sono custodite le “mappe generali della popolazione” legate al periodo compreso tra il 1780 ed il 1798, eseguite annualmente in ogni centro della diocesi con a capo l’antico capoluogo frentano. Considerata la particolare vicinanza a Lesina, mi sia consentito esporre, sintetizzando, quella generale del Casale di Sant’Agata che, insieme alle altre comunità pugliesi di Chieuti, Serracapriola e delle Isole Tremiti, appartenevano alla diocesi di Larino. Lo “Stato delle Anime” redatto, per quella località, dopo la Pasqua del 1780, era così composto: “Maschi viventi n. 60, morti n. 8; Femmine viventi n. 36, morte n. 1; Nati viventi n. 1, morti n. 1; Nate viventi n. 2, morte n. 6; Sacerdoti viventi n. 1 […]. Totale viventi n. 100 […]”.
La diocesi a cui appartengo, nata nel settembre del 1986 a seguito della piena unione delle due fino ad allora distinte circoscrizioni ecclesiastiche di Larino e Termoli ha, come è noto, stretti legami con Lesina. Tra questi, spicca la comune venerazione dei Santi Martiri Primiano e Firmiano, Patroni principali della città lagunare, che insieme a San Casto, sono anche Compatroni della città di Larino e dell’intera attuale realtà diocesana basso-molisana. Innanzitutto per questo motivo mi permetto di offrire qualche altro dato riferito, ovviamente, all’anagrafe ecclesiale dell’odierna diocesi. I registri parrocchiali dei battesimi, delle cresime, dei matrimoni, dei defunti e degli stati delle anime sono complessivamente 2166 ed i più antichi (dei battesimi) decorrono proprio dal 1563, anno in cui fu sancita l’obbligatorietà.
Ringrazio gli amici Salvatore Primiano Cavallo ed Antonio Fernando Lombardi per l’onore concessomi di presentare, con un mio semplice scritto, la loro nuova fatica, compiuta con estremo rigore ed ancora una volta scaturita dalla passione e dall’amore per la propria Terra.
Giuseppe Mammarella