«Ci inchiniamo al coraggio», la lezione di Molise criminale all'Aut Aut Festival

La cultura è la cura dom 31 luglio 2022
Cultura e Società di La Redazione
5min
«Ci inchiniamo al coraggio», la lezione di Molise criminale all'Aut Aut Festival ©TermoliOnLine
«Ci inchiniamo al coraggio», la lezione di Molise criminale all'Aut Aut Festival ©TermoliOnLine

PORTOCANNONE. Due tappe a Guglionesi, una a Campomarino e ieri serata piacevolissima quella trascorsa a Portocannone con l’Aut Aut Festival, che Termolionline segue e promuove come media partner esclusivo.

A commentarla è stata una delle protagoniste, l’assessora alla Cultura Valentina Flocco: «Con l’organizzatrice Valentina Fauzia ci siamo ritrovati tutti in Largo della Madonna del Carmine, in una atmosfera intima e raccolta - la nostra piazzetta è quasi un proscenio - per un dopocena letterario e di scottante attualità, commentando, chiacchierando e leggendo passi del pluripremiato “Molise Criminale” di Giovanni Mancinone, in compagnia dell’Autore e con l’imponente e rassicurante presenza dell’Ispettore Mario Luzzi. E il tempo è volato.

Io personalmente ho ringraziato e mi sono complimentata con Valentina per le belle occasioni culturali che ci propone, abbiamo riflettuto insieme sul motto “la cultura è la cura” (slogan “azzeccatissimo” parafrasando altro signore illustre delle nostre zone), interrogandoci su quale sia “il genere” di cultura che può curare i nostri tempi. Siamo arrivati alla conclusione, condivisa da ospiti e pubblico, che siano Cultura tutti quei dati, informazioni, immagini, esperienze virtuose che cadendo nell’animo si mettono a sistema con il nostro pregresso e fanno germinare, come un seme in un terreno, il dubbio conoscitivo, la riflessione. È cultura ciò che ci consente di orientarci e scegliere tra diversi modelli, di dominare le cose e il mondo e, dunque, fare esercizio di Libertà. Sempre.

Ieri sera, commentando il lavoro dell’autore Giovanni Mancinone ci si è posta un’opzione cruciale: quella tra i modelli di legalità e illegalità in Molise. Il mondo in cui Valentina e Giovanni ci hanno ci guidato - facendo cultura, nei termini appena detti – è quello che si staglia, violentandolo quasi, su un Molise bellissimo e dagli illustri trascorsi (siamo la Terra dei Sanniti).

Io non sono riuscita a non riferire all’autore la mia “esperienza” con “Molise Criminale”: l’ho letto quest’estate, sotto il sole della Sicilia, tra una visita al bunkerino di Giovanni Falcone e una passeggiata a Monreale… ma anche davanti a panorami mozzafiato e con 40 gradi di temperatura… “Molise Criminale” mi ha “rapito” sin dalle primissime pagine (gli ho confidato che, sebbene i generi siano chiaramente diversi, mi è successa la stessa cosa leggendo i primi volumetti di Gianrico Carofiglio).

È un libro che tutti dobbiamo conoscere per rimanere vigili contro i tentativi di innesto della criminalità organizzata nel nostro territorio. Ritengo che Giovanni Mancinone abbia adempiuto quasi a un dovere civico, conservando la memoria e incentivando la divulgazione di un importante pezzo di storia, in gran parte miscreduta e nascosta, del Molise. Siamo infatti abituati a vedere il Molise come isola felice e, viceversa, la criminalità organizzata confinata romanzescamente in Sicilia o nel napoletano…purtroppo, racconta l’Autore, così non è, il Molise, in questo, è specchio del mondo. Stato e antistato ci sono anche qui e, per fortuna, gli Eroi della Legalità li abbiamo anche noi, avere l’Ispettore Luzzi stasera, con il racconto del suo vissuto in seno ad indagini che hanno fatto dialogare le Procure molisane con le agenzie anticrimine di tutto il mondo, è stato davvero emozionante (nonché motivo di orgoglio!).

Un po’ come Viaggio nel Molise di Francesco Iovine, Molise Criminale di Giovanni Mancinone è, come si legge in prefazione, una “lettera d’amore” per il Molise e allo stesso tempo un caveat: il rischio di decadimento, in senso criminale, della nostra società è nelle piccole cose, e l’antidoto è necessariamente nella mentalità, nel coraggio che dobbiamo avere nel non essere complici dell’illegalità (e lo siamo quando accettiamo che ci inculchino il messaggio di considerare ciò che è un nostro diritto un privilegio o una “gentile concessione” dei Potenti di turno)».

“Un libro che è un atto d’amore nei confronti del Molise” queste le parole di Salvatore Calleri presidente della Fondazione Caponnetto per definire ‘Molise Criminale’ presentato ieri sera a Portocannone all’interno della rassegna Aut Aut Festival.

Un evento fortemente voluto dall’amministrazione di Portocannone e l’assessore Valentina Flocco che ha introdotto gli ospiti della serata, oltre a Giovanni Mancinone e Valentina Fauzia curatrice della rassegna, anche l’ispettore Mario Luzzi protagonista di una delle indagini descritte nel libro.

“Continuiamo a portare ‘Molise Criminale’ nelle piazze dell’Aut Aut Festival per due motivi - ha spiegato Valentina Fauzia nel salutare il pubblico di Portocannone - intanto perché il crimine è qualcosa che non si ferma, non si conclude quando si chiude l’ultima pagina di un libro e quindi c’è sempre bisogno di fare luce sui nuovi crimini perpetrati a danno e sul territorio del Molise e, in secondo luogo, perché non ci stancheremo mai di far conoscere e sensibilizzare i molisani su quanto accade a pochi metri dalle loro vite e che purtroppo tanti, troppi non vogliono vedere”.

Il libro del giornalista Giovanni Mancinone ad un anno dalla pubblicazione è stato insignito di moltissimi premi tra cui il Premio ‘Piersanti Mattarella’ dedicato a scrittori, poeti e giornalisti sensibili al tema della giustizia e ad argomenti di critica e impegno sociale, ispirato alla nobile figura di Piersanti Mattarella avversario e vittima della mafia ed il Premio Internazionale ‘Città di Cattolica’ conosciuto anche come il premio oscar della letteratura italiana.

Tanti i temi affrontati nel libro e presi come spunti di riflessione nell’evento di ieri sera a Portocannone: dalla presenza di infiltrazioni mafiose sul nostro territorio che comprano terreni dagli agricoltori molisani per poi insediarsi con attività criminose ai casi di ai casi di criminalità tutta molisana come l’occultamento dei fusti con materiali tossici a Castelmauro o le attività illecite di molisani come Giovanni Di Stefano.

Ma si è parlato anche del valore dei molisani impegnati nella lotta alla criminalità e in particolare è stata ripercorsa l’indagine denominata ‘Galloway’ sul narcotrafficante italo-colombiano Salvatore Mancuso Gomez che ha visto in prima linea l’ispettore di Polizia Mario Luzzi e le Procure di Campobasso e Reggio Calabria.

Un riconoscimento particolare è stato tributato all’agente Marino De Carlo, di Portocannone, protagonista dell’operazione Mosca e di tanti altri casi che hanno richiesto un livello di investigazione altissimo: “Ci inchiniamo al suo coraggio” ha detto l’ispettore Mario Luzzi.

“Quello che è scritto nel libro - ha spiegato Giovanni Mancinone - è sì e no la decima parte di quello che so e che ho raccolto con le mie ricerche prima di scrivere ma c’è una cosa che cerco di fare sempre quando scrivo e cioè fermarmi a riflettere e considerare che tutte le persone citate in questo libro sono appunto uomini, persone, e quindi tutte vanno trattate con rispetto”.

Grande attenzione da parte del pubblico che ha apprezzato e ha esortato gli organizzatori a promuovere nuovi eventi simili.

L’Aut Aut Festival prosegue il suo percorso il 7 agosto a Capracotta con lo scrittore Nicola Mastronardi per un cammino narrato sui luoghi dei Sanniti, l’8 agosto sul Trabucco a Termoli con l’autrice Simonetta Tassinari (questo evento è a numero limitato di posti e occorre prenotarsi scrivendo ad: autautfestival@gmail.com).

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