Un ritratto di monsignor Tria anche a Morrone del Sannio
La “scoperta” è avvenuta poco prima della cerimonia di intitolazione di un’area pubblica del centro basso-molisano al Grande Presule-Storico
MORRONE DEL SANNIO. Nella serata di martedì 9 agosto scorso, poco prima della cerimonia organizzata dall’Amministrazione comunale di Morrone del Sannio d’intesa con la locale parrocchia per ricordare la figura del benemerito Vescovo di Larino monsignor Giovanni Andrea Tria (1726-1741), sono entrato per la prima volta in assoluto nella bella chiesa madre del centro basso-molisano, posta in cima all’abitato a poco meno di 900 metri di altitudine, e mi ha subito particolarmente colpito un dipinto.
L’opera, di piccole dimensioni, collocata sulla sommità dell’altare maggiore, per ora di autore ignoto, raffigura l’Ultima Cena che, sulla destra, presenta un “vescovo orante”, straordinariamente somigliante al ritratto, di certo appartenente a mons. Tria, posto al centro in basso di una tela, di scuola napoletana del XVIII secolo, in cui è effigiata la Vergine col Bambino tra Santi.
Quest’ultima è possibile ammirarla a sinistra del presbiterio della chiesa madre di Casacalenda. Lo Storico Giambattista Masciotta, nel IV volume (quello sul Circondario di Larino) della sua opera “Il Molise dalle origini ai nostri giorni”, afferma testualmente: “fra i quadri di mediocrissima fattura […] richiama l’attenzione la tela della ‘Madonna del Gonfalone’ (appartenuta alla soppressa Confraternita omonima), nella quale, nel vescovo orante è effigiato mons. Tria, il dotto storico della diocesi di Larino”. Della tela di Casacalenda si è occupato anche l’Amico Studioso Arch. Franco Valente.
Ovviamente i due ritratti citati, quello appena “scoperto” di Morrone del Sannio e l’altro di Casacalenda sono simili all’immagine ufficiale del Presule, fino a qualche mese fa presente nella pinacoteca della cattedrale di Larino ed ora esposta in un apposito spazio del Museo Diocesano che sorge nell’episcopio di Larino.
La gioia da me avvertita, come solitamente capita quando, in qualità di appassionato ricercatore, scopro cose nuove attraverso la consultazione della preziosa documentazione d’archivio, non ho potuto fare a meno di esternarla pubblicamente nel corso della cerimonia organizzata proprio per onorare l’illustre mons. Tria che ora vanta uno spazio a lui dedicato anche a Morrone del Sannio e presto ne seguiranno altri posti in diversi centri, basso-molisani in particolare.
Naturalmente cercherò di approfondire l’argomento con l’aiuto di studiosi della materia.
La manifestazione è iniziata con un rito liturgico presieduto dal Vescovo di Termoli-Larino mons. Gianfranco De Luca ed è continuata all’esterno col saluto del Sindaco di Morrone del Sannio Stefania Pedrazzi e dello stesso Vescovo mons. De Luca a cui hanno fatto seguito gli interventi del Parroco mons. Gabriele Tamilia e mio.
Come già accennato, volevo illustrare, per l’occasione, alcune note biografiche inedite legate al Presule, ma la “scoperta” (per me eccezionale) fatta proprio in quella speciale circostanza, mi ha indotto a concentrarmi sulla “novità”.
La conclusione della cerimonia è avvenuta con lo scoprimento da parte del Sindaco e del Vescovo della lastra marmorea che indica l’intitolazione del largo antistante la chiesa madre di Santa Maria Maggiore di Morrone del Sannio al Personaggio, tra i più notevoli vissuti nel Settecento, che ha lasciato un’impronta davvero marcata in tutti i centri (e non solo) appartenenti all’antica e gloriosa diocesi di Larino
Giuseppe Mammarella