sabato 4 Gennaio 2025
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Processione del “Quadro” a Guardialfiera, il ricordo del “miracolo” del 1917

GUARDIALFIERA. Processione del “Quadro” della Madonna del Carmine, sabato sera 10 settembre, a Guardialfiera. A spiegare la storia di questa manifestazione, da par suo, è il cantore guardiese per eccellenza, Vincenzo Di Sabato:

«Alla Processione del “Quadro” è fusa la ricomposizione sacra e folklorica di un fatto inspiegabile, accaduto nel Golfo di Trieste il 10 settembre 1917, durante la prima Guerra Mondiale. Da un plotone di fanteria infatti, in quel pomeriggio di fuoco, soltanto un grappolo di soldati guardiesi rimase incolume. Si tratta di alcuni nostri compaesani, usciti sani e salvi da una furiosa battaglia cielo-terra-mare! E, nel pieno divampare del conflitto, d’improvviso, essi furono scossi ed estasiati da una visione in cielo della Beata Vergine del Carmine. Illesi e stupefatti, tutti vicendevolmente si son palesati d’averla intravista in un evanescente bagliore e riconosciuta proprio, così com’è, nel volto e nelle fattezze tratteggiate dalla statua del Falcucci a Guardialfiera.

Altri compagni presenti sulla insenatura, mai venuti a Guardia ed a cui mai fu sfiorato un riferimento alla “nostra” Madonna, per un attimo hanno anch’essi assistito alto stessa vicenda ed esplicata, poi, ai commilitoni con la stessa Toro incredibile precisione. L’Arciprete Donato Caluori, al racconto dei militari tornati appena dalla guerra, non grida al miracolo. Ne ritiene di avviare procedure tese a convalidare canonicamente il fenomeno. Non vuole altre prove. Egli crede! E crede soltanto in ciò che Dio ha fatto, fuori di ogni ordine naturale, in quei momenti a Trieste. Gli basta la “grazia ricevuta” presente e visibile nel racconto e nella vita di quegli uomini scampati dalla morte, forse perché “trincerati” in guerra dallo Scapolare di Maria. Proprio da quello infilzato da lui stesso al collo e sulla scapola, non soltanto a Toro, ma ad ogni militare del paese, prima della loro partenza per il fronte. Lo Scapolare ossia “l’Abatiello” in dialetto guardiese, è l’Abitino.

È un privilegio dell’Ordine Carmelitano, che ha grande significato protettivo ed è frutto della promessa fatta dalla Madonna del Carmelo a San Simone Stok nel 1251. II suo pio uso è oggi ancora favorito dal Magistero della Chiesa, purché accolto da un sincero atto interiore di fede in Dio e di affidamento a Maria.  A questo punto l’Arciprete Caluori, decide in umiltà solo di santificare e di perpetuare tale favore divino. E commissiona subito un quadro su tela ad Arnaldo De Lisio, maestro del colore di Castelbottaccio che, sotto la fulgente e grande immagine di Maria, sintetizza con mirabile sobrietà, il racconto storico nello scenario di guerra e di salvezza. A proclamazione della Vittoria, nel giorno anniversario dell’evento, il Quadro è pronto!

E da allora e nell’ora di quel segno divino, passa in processione crepuscolare tra festoni e luminarie; gira in paese tra palloncini e stelle colorate. Soprattutto sotto miniature di aeroplani e navi di canna e carta velina – simboli perenni di quella Grazia – sospesi da funicelle da un balcone all’altro dell’intero percorso processionale. Come a narrare e trasfigurare festosamente, adesso, l’esperienza di un prodigio realmente avvenuto nello scenario di allora. Dal 1919 anche la festa della Madonna del Carmine, originariamente celebrata il 16 luglio, suo giorno liturgico, viene trasferita a settembre nell’indomani e in continuità della caratteristica rievocazione del Quadro che, per motivi pastorali è attualmente celebrata ii sabato più vicino al 10 settembre». 

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