Successo a Ripabottoni per il libro di Gabriella Paduano
RIPABOTTONI. Applausi scoscianti per la presentazione del libro su Tito Barbieri. Un turbolento mazziniano, un rivoluzionario liberale, un protagonista del Risorgimento. In definitiva un personaggio complesso, un maestro d’armi, che voleva fare l’Italia a colpi di sciabola.
Nel cuore del borgo, dove sotto il sole brillano le facciate di pietra dei palazzi gentilizi più caratteristici, un pubblico numeroso, giunto anche dai comuni limitrofi, ha seguito con attenzione la presentazione del libro di Gabriella Paduano. Il lavoro mette in primo piano una figura di spicco, che, per la sua anima indomita, suscita non poche curiosità.
E, pertanto, merita decisamente di essere sottratta dalla polvere degli archivi. L’iniziativa, promossa dal Comune e dall’Ordine dei Giornalisti, è stata moderata dal giornalista Tonino Danese che ha messo in evidenza svariati aspetti della personalità del turbolento mazziniano. «Un grazie enorme - ha precisato il sindaco Orazio Civetta - va senz’altro a Gabriella Paduano per il suo lavoro, per quello che sta dando alla nostra comunità, che in questo modo si sta valorizzando tantissimo per quanto riguarda il patrimonio storico e culturale». «Non escludo la mia commozione trovarmi in questa piazza - ha dichiarato Daniele Colucci, consigliere della Corte d’Appello di Napoli, originario di Ripabottoni, perché per me è un luogo del cuore, a parte l’oggettiva bellezza della piazza per la presenza della chiesa del Sanfelice, del palazzo del principe Francone e di Palazzo Cappuccilli.
A questa piazza si ricollegano tanti vecchi e tanti cari ricordi. L’opera di Gabriella Paduano restituisce giustizia a questa piccola realtà, inquadrando l’azione del Barbieri nel più ampio contesto dell’Ottocento molisano, con le importanti figure dei De Gennaro a Casacalenda e a Larino, dei Miozzi a Bonefro e dei De Luca a Campobasso. La biografia di Barbieri ci restituisce il figlio di una terra che, seppure con strutture sociali ed economiche arretrate, non dissimili dalla più generale situazione italiana e meridionale in particolare, seppe esprimere fermenti politici e culturali all’avanguardia. Espressione di una capacità di azione e di guida da parte di una classe dirigente illuminata e colta». Nel corso del dialogo l’autrice si è soffermata sui particolari inediti vissuti in prima persona dal personaggio protagonista in un contesto di cospirazioni e dunque di continue azioni rivoluzionarie. Tito Barbieri è partito dalla tranquilla Ripabottoni con la sua sciabola da cui non si separava mai. Ha raggiunto Costantinopoli per far parte dell’esercito del sultano. Fu il principale cospiratore degli eventi rivoluzionari nel 1848 nel Basso Molise e a Campobasso. Dopo la condanna a morte fu costretto a vagare per dieci anni in Europa. Per sfuggire alla pena capitale assunse diverse identità.
A Parigi prese parte al colpo di stato del 2 dicembre 1851 contro Napoleone III, nella convinzione che l’uccisione dell’imperatore avrebbe aperto la strada della rivoluzione in Francia e la liberazione in Italia. Fu sicuramente un uomo di fiducia del Mazzini a cui rimase fedele per tutta la vita. «Nel rapporto con la chiesa - ha sottolineato Gabriele Tamilia - ha conservato una struttura fondamentalmente cristiana al termine di una breve esistenza. Dall’atto di morte si evince che ha ricevuto i sacramenti della Confessione e della Comunione. Assistito da un sacerdote, è spirato in grembo alla madre Chiesa. Ad avvalorare la sua dimensione cristiana è il suo testamento, dove lascia scritto di donare la sua casa e le sue terre al Comune di Ripabottoni.
Lascia invece oggetti e denaro ai poveri. E chiede la celebrazione di una messa cantata annualmente, il 2 febbraio, giorno della sua morte». Vincenzo Cimino, presidente dell’Ordine dei Giornalisti, si è soffermato sulla certosina attività di ricerca dell’autrice, storica e giornalista iscritta all’Ordine, e sull’importanza di un libro di valore che deve circolare tra chi fa informazione affinché sia conosciuto da tutti. Interessanti le foto di Lucia Bocale sulle armi che Tito Barbieri amava tanto. Fioretto, sciabola e maschere, esposte sul tavolo dei relatori, sono conservate presso il comune di Ripabottoni. Tito barbieri fu maestro d’armi. Per lui la sciabola fu di certo qualcosa in più. Da buon rivoluzionario ribelle divenne certamente un’arma con la quale fare l’Italia a colpi di sciabola. In appendice le fonti archivistiche, l’apparato dei documenti biografici e l’albero genealogico della famiglia Barbieri. Il libro nasce in seguito alla pubblicazione di Pietro Ramaglia, medico personale di Ferdinando II. Ad un certo punto le vite di Barbieri e Ramaglia si sono incrociate. La polizia borbonica infatti all’epoca interrogò a lungo il medico del re per avere appunto informazioni sul turbolento mazziniano. Ripabottoni diviene così terra di non pochi uomini illustri. Protagonisti nel mondo della cultura e della storia. Orgoglio del Molise.
Luigi Pizzuto