Bibliocabina: la proposta del Mosaico
TERMOLI. Salvare almeno una delle 31 cabine telefoniche di Termoli in fase di imminente dismissione e trasformarla in bibliocabina con libri gratuiti a disposizione di tutti, come a Londra o in altre città europee ed italiane.
È questa la proposta di Enrico Miele, consigliere comunale di Forza Italia e presidente dell'associazione di promozione sociale "Il Mosaico".
Questo il tentativo dal sapore un po' vintage messo in atto dal Mosaico, che ha già scritto a Telecom, aprendo un canale di comunicazione. La bibliocabina sarebbe integrata nel circuito delle casette dei libri già esistenti.
Magari proprio una cabina del Centro, come biglietto da visita per Termoli, che come noto fa parte del circuito “Città che Legge”. Anche in questo caso potrebbe funzionare una partecipazione attiva dei cittadini ed una virtuosa collaborazione Associazioni-Scuole- Comune. Quest’ultimo dovrà collaborare necessariamente per la gestione delle pratiche di cessione della cabina.
Si scrive book-crossing, si legge biblioteca a cielo aperto. E, in effetti, lo ‘scambio di libri’ nasce proprio così, con la volontà di far uscire i volumi dalle biblioteche e dalle librerie e rendere il mondo una grande biblioteca.
All’inizio il concetto era semplice: si lasciavano libri in posti precisi, come angoli delle piazze, corner nei negozi, appositi punti dei parchi o addirittura panchine.
Il book-crossing nasce negli States intorno al sito book-crossing.com, poggiandosi sul senso civico della comunità.
L’idea di base è di lasciare libri dovunque si preferisca, affinché possano essere ritrovati e quindi letti da altri, che eventualmente possano commentarli e altrettanto eventualmente farli proseguire nel loro viaggio.
Tutti i volumi, poi, sono identificati con un codice univoco che permette a chiunque di seguirne gli spostamenti nel mondo. Ad oggi sono oltre 12 milioni i libri registrati, e se ne trovano ormai ovunque, negli ostelli, nei bar, perfino sulle spiagge.
In Italia, molte cittadine hanno adottato questa buona pratica sconfiggendo gli scetticismi e il vandalismo, (nonché la mancanza di senso civico) contrastandoli con la cultura e la partecipazione attiva di tutta la cittadinanza. Il primo esempio di bibliocabina in Italia è stato ad Arona, in provincia di Novara. A seguire, si sono accodate Medicina, nei pressi di Bologna e la città di Cerveteri, vicino Roma.
Proprio a Roma, nel parco del quartiere Torresina, era nata 4 anni fa la prima bibliocabina della Capitale, ma esistono ancora cabine da salvare su iniziative di circoli o cittadini comuni, che possono ‘adottarle’ e trasformarle scrivendo una mail ed avviando le procedure presso la Telecom, società che gestisce la manutenzione delle cabine telefoniche.
Per questo sono molte le biblio-cabine avvistate lungo lo stivale: ce ne segnalano a Frosinone, nei pressi della stazione ferroviaria, a Marina di Massa, Bolzano, Recanati, Todi. E in provincia di Lecco, a Barzanò, di Lucca, a Barga, e a Castellaro Lagusello, in provincia di Milano.