TERMOLI. Da un sabato all’altro, l’attività culturale e artistica al Macte di via Giappone è in continuo fermento. Dopo la cerimonia finale del Premio Termoli, 63edizione di una rassegna che vanta il “bonus” in denaro più alto d’Italia per i vincitori nel segmento dell’arte contemporanea, va rimarcato, è stata la volta dell’inaugurazione del gruppo di opere ’ 2023 (sculture in ceramica e bronzo) realizzate per il museo grazie al bando – ’ della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, con protagonista l’artista è stato il protagonista della presentazione del gruppo di opere, assieme alla stessa direttrice, in via di conferma per un altro triennio. Proprio con lei abbiamo colto l’occasione per parlare sia del Premio Termoli che del Macte, oltre che della presentazione con Arancio.
Il nucleo di opere per il Macte nasce dalle suggestioni scaturite dalla visita di Salvatore Arancio al Bruno Weber Park in Svizzera, parco costruito dall’architetto e artista svizzero tra la metà degli anni Sessanta e l’inizio dei Duemila, ispirato dalla mitologia orientale e dai racconti popolari europei. Luogo fuori dall’ordinario, il parco ospita sculture che si possono toccare, attraversare e utilizzare, e che stimolano un’esperienza estetica immersiva: un contro-mondo, che secondo Weber propone la dimensione surreale in contrasto alla realtà sempre più desolata dagli sviluppi tecnologici ed economici della seconda metà del XX secolo.
Salvatore Arancio ha trasposto l’immaginario fantasmagorico di Weber in una nuova serie di sculture che prosegue la sua produzione in ceramica con smaltature fiammeggianti realizzate durante una residenza in Ungheria, e in una nuova produzione di formelle in bronzo. Queste ultime andranno a comporre una seduta installata permanentemente nel giardino del Macte, che sarà inaugurata sabato 23 settembre insieme agli altri lavori che compongono il progetto Bruno’s House che entreranno a far parte della collezione permanente del museo.
Bruno’s House è anche il titolo di un video che racconta il viaggio psichedelico dell’artista tra le architetture e le sculture che animano il parco, con riprese di Arancio e musiche originali del musicista Robin Rimbaud-Scanner: il trailer è già visibile su Macte Digital, insieme ad alcune immagini della lavorazione in fonderia. Segui il link
Salvatore Arancio (Catania, 1974) attraverso la ceramica, l’incisione, il collage, l’animazione e il video, indaga il potenziale delle immagini. Ogni aspetto della sua pratica infatti interseca le loro origini e rappresentazione: siano esse naturali e artificiali, minerali e vegetali, scientifiche e mitologiche, mirando a creare una sorta di atlante della confusione. I suoi lavori sono stati esposti in istituzioni e rassegne internazionali, tra cui: La Biennale di Venezia (2017); MO.CO, Montpellier, (2022); MAXXI, L’Aquila (2021); Museo del Novecento, Firenze (2019); Bardo National Museum, Tunisi (2019); Foundacion Arte, Buenos Aires (2016); BI- CITY Biennale of Urbanism/Architecture, Shenzen (2020); Hayward Gallery, Londra (2022); Manif D’Art 5, The Quebec City Biennal, Canada (2010); Prague Biennale 4 (2009); Whitechapel Gallery, Londra (2018); Kunsthalle Winterthur, Svizzera (2016); Museo Tamayo, Messico (2013).