Presentazione del corto In umbra: «Una danza che abbraccia la natura»
GUGLIONESI. Rapporto tra essere umano e ambiente, è stato questo il tema principale portato in scena sul palco del teatro Fulvio a Guglionesi, dagli studenti dell'omnicomprensivo Rivera sotto la guida del regista Simone D'Angelo.
Con il cortometraggio "In umbra", gli alunni dell'istituto hanno posto l'accento su un tema così rilevante ma soprattutto si sono avvicinati alla meravigliosa arte del cinema, mettendo in risalto le loro doti. Fra di loro, in futuro, ci potrebbero essere famosi attori, registi, truccatori e fotografi. L'arte della cinematografia, considerata come la settima arte, per un anno, è stata la compagna di viaggio di questi ragazzi che, ieri giovedì 28 settembre, hanno visto concretizzarsi i loro risultati tra gli applausi scroscianti del Fulvio.
Il teatro guglionesano non è riuscito a contenere tutti gli studenti del "Rivera". Tutti gli altri, infatti, hanno potuto assistere al corto, grazie alla diretta messa in atto dalla scuola, ognuno nelle proprie classi.
Un argomento quanto mai importante oggi, che è stato affrontato in maniera innovativa grazie anche a esperienze immersive di mindfulness e immaginazione attiva condotte da esperti in luoghi di straordinaria bellezza come la faggeta di Castelmauro.
Obiettivo del progetto è quello d'indagare il legame profondo che ci unisce alla natura attraverso gli strumenti offerti dal linguaggio audiovisivo: i laboratori di regia, fotografia, sceneggiatura e scrittura collettiva sono confluiti in una sceneggiatura, mediante cui i ragazzi hanno potuto esprimere i loro pensieri e i loro punti di vista sul tema ambientale.
La proiezione del corto ha rappresentato il momento clou dell’evento di presentazione. Oltre a Simone D’Angelo e ai docenti dei laboratori, Annalisa Montanaro e Nicola Malorni, erano presenti la dirigente scolastica Patrizia Ancora, i docenti tutor Marianna Zarlenga, Laura Calvano e Antonio Molino, e il docente di strumento musicale Fernando Nese.
Presentatrice d'eccezione dell'evento la collega giornalista Valentina Fauzia, che con la sua professionalità ha condotto e ripercorso tutte le fasi del progetto. Sul palco anche Paolo Manuele, Disaster manager della Protezione Civile, e Giuseppe Fabbiano, vice referente regionale Plastic Free.
Ospiti di eccezione le dottoresse Barbara Tommasetti e Annalina Lombardi, climatologhe presso il CETEMPS, Centro di Eccellenza dell’Università degli Studi dell’Aquila, che presenteranno un reading artistico scientifico su clima e ambiente.
“Ci è offerta l’opportunità di un percorso attraverso il buio e la luce di un bosco, lungo un sentiero che presagisce un rito iniziatico, un rito che ci riporta alla centralità, per la nostra coscienza, della capacità di discernere il Bene dal Male e superare, quindi, il grande pericolo che l’umanità perseverante rifiuta, negandolo e rimuovendolo: quello di non riconoscersi parte integrante di una Natura che sta distruggendo, finanche con gesti semplici, all’apparenza innocui perché inconsapevoli, eppure profondamente dannosi per il sistema di cui siamo soltanto una fragilissima parte. Ci scuote questo film, ci aggrediscono i suoni, ci afferrano i sospiri ansimanti di un’anima, che è anche la nostra, smarrita. Le emozioni che sgorgano come lava dalla pelle degli alberi, che è anche la nostra corteccia di certezze ormai ferite, ci costringono a vivere l’esperienza ancestrale dell'essere umano di fronte ad una situazione archetipica, comune ai miti sapienti e alle fiabe più imperiture: camminare nel bosco oscuro come nella grotta tenebrosa, o perdersi e smarrirsi in un labirinto, sono situazioni tipiche che forniscono innumerevoli metafore dell’attività incessante dello spirito che ci invita, nella crisi, a interrogarci e a rimproverarci.
In pochi minuti ripercorriamo inconsciamente la via dei nostri avi raccoglitori-cacciatori, perché per il nostro Inconscio tutto è ancora in cammino, lo è per la nostra specie, lo è per tutti noi individualmente. Lo smarrimento nel bosco, come nella crisi che stiamo attraversando, ci costringe a rallentare e ad ascoltare le voci del bosco, ad attraversare le angosce che nidificano nelle strettoie labirintiche della nostra distruttività inconsapevole. Tutti corriamo, corriamo e non ascoltiamo. Questo è il grande pericolo, non è fuori che dobbiamo guardare, ma dentro, abbassando lo sguardo verso la terra, la nostra Madre Terra, e da qui ripartire". Questo il commento di Nicola Malorni, alla fine della proiezione del corto.
Un emozionato Simone D'Angelo ha ringraziato tutti coloro che lo hanno accompagnato nella realizzazione del corto, specialmente i ragazzi che si sono messi in gioco.
«Con questo corto riscopriamo la natura che ci circonda. Dovremmo apprezzarla, amarla, ballarci e abbracciarla. Dobbiamo ritrovare questo rapporto, intimo, con la natura. con In Umbra cerchiamo di condividere questo pensiero. In umbra è un cerchio. I ragazzi sono stati fantastici, si sono trasformati in attori, fonici, truccatori e tutte le maestranze del mondo del cinema. Abbiamo scoperto un talento, la nostra make-up artist. I trucchi sono stati realizzati da lei e sono sicuro che farà strada. I ragazzi con questo corto raccontano un messaggio. Essere consapevoli e conoscere quel messaggio è importante, perché condiziona l'altra persona. È una danza che dobbiamo fare con la natura, non dobbiamo distruggerla. Dovremmo danzare con lei».