Bonefro tra passato, futuro e presente nel corto inedito di Tony Vaccaro
BONEFRO. “Bonefro 1958 Tony Vaccaro filmato inedito”. È questo il titolo di un interessante cortometraggio realizzato dal fotografo di fama mondiale Tony Vaccaro su Bonefro, dove ha trascorso la sua infanzia prima di partire per l’America ricca. Il grande fotografo originario di Bonefro ci ha regalato le immagini più belle del Novecento. Come fotoreporter e con le sue foto d’arte ha firmato poi le pagine più significative sul secondo conflitto mondiale e sul dopoguerra. In veste di regista, in questo caso, è alle prese con un ruolo inedito e del tutto inatteso. Tantissimi gli applausi dunque in sala per il video presentato al pubblico nel giorno di Santo Stefano nella sede dell’ex municipio accanto alla chiesa di San Nicola.
“Questa proiezione promossa dall’Assessorato alla Cultura di Bonefro, precisa il sindaco Nicola Montagano in sede di presentazione, riguarda un filmato ripreso con una macchina di otto millimetri, realizzato direttamente da Tony Vaccaro. È una sorta di volontà post mortem. Nella lettera in cui ha trasmesso questa scheda di memoria al Comune di Bonefro, il figlio Frank Vaccaro ha specificato che Tony Vaccaro ha posto sempre al centro della sua esistenza Bonefro. Un pilastro fondamentale nella sua vita artistica. Quindi ha ritenuto di far cosa giusta inviandoci questo cortometraggio. Il lavoro è a colori come vedremo. Riprende vari momenti di vita comunitaria e di vita rurale. Ci sono dei momenti carichi di spiritualità, legati alla fede e alla tradizionale processione più sentita dai bonefrani. Ci sono momenti di vita quotidiana come la fiera, la corsa ciclistica del Giro del Cigno, con tante persone di Bonefro in primo piano che sicuramente più di qualcuno riconoscerà. Nella memoria di Tony Vaccaro, che avrebbe compiuto centouno anni il 20 dicembre, c’è una documentazione preziosissima dal valore inestimabile. Tony è scomparso il 28 dicembre dello scorso anno.
Oggi onoriamo la sua memoria proiettando dunque questo cortometraggio inedito”. In sala applausi scroscianti di un pubblico attento non appena parte il cortometraggio. Poi di colpo il silenzio. Per apprezzare. Per gioire. Per vivere un momento di soddisfazione nel riconoscere i propri parenti oppure chi animava il vicinato. Durante la proiezione si osserva con maggiore concentrazione per seguire sequenze, dettagli e particolari di un documento che fa storia. Risalente al 1958. I tempi sono quelli di ieri. Tra tanta miseria e fatica. Ma anche tra tanti sorrisi schietti e spontanei che denotano voglia di vivere. Nonostante le non facili condizioni. Le riprese puntano ai protagonisti di una scena al centro del proprio contesto di vita quotidiana. Passano in rassegna i volti, gli sguardi, i pensieri. Puntano ai luoghi pieni di nostalgia dove ognuno tira fuori la propria energia. Nell’ambiente del proprio paese ci sono le radici e gli affetti di chi riprende. Le immagini sono bellissime. Evocano emozioni e tanti ricordi. C’è un flusso di vita rurale in paese e in campagna attraverso il lavoro da fare per ultimare l’ultima fase. Si capisce subito che per Tony Vaccaro Bonefro è la sua Italia che ama all’infinito. Da cui parte. Per allontanarsi. Ma che non mette mai da parte. In America la porta con sé. L’abbraccia. Senza stancarsi mai.
Perché nel canto delle proprie radici ci sono i propri cari, le sofferenze, le tensioni e i sogni di una vita. Tony Vaccaro, come nelle sue fotografie, è maestro nel tirar fuori i sentieri dell’anima. Ovunque. Anche quando si tratta di cose semplicissime. Che servono nella vita quotidiana. Come le brocche di terracotta o le scarpe che occupavano i marciapiedi nelle classiche fiere di ieri. Bonefro emerge col suo campanile. Negli anni ’50 aveva la cuspide in sommità. Il chiostro monastico di Santa Maria delle Grazie, invece, in quegli anni, risulta coltivato ad ortaggi. Tenuti in piedi dalle canne a forma piramidale. All’epoca le processioni infine erano stracolme di bambini e di fedeli. Disposti in fila. Come un lungo serpentone. Un bagno di folla accompagnava San Michele, seguito dalla grossa statua di San Nicola. Il senso del profondo è qui dove aleggia la voce del sacro e del mistero. In piena miseria si eterna lo spirito senza chiedersi il perché. La macchina da presa ritrae questo cammino. Si percepisce un senso positivo della vita. Ci sono i gesti degli umili. C’è la fierezza del loro sorriso. Negli atteggiamenti dei tipi umani emerge la fiducia e la sincerità. Il racconto delle immagini ha un valore prezioso da un punto di vista antropologico. I visi dei contadini sembrano scolpiti. L’espressione è spontanea. Onesta. Schietta. Reale. Le donne lavorano di più.
A casa, in campagna e sull’aia. Colpisce la Fontana della Terra popolata di gente a scartocciar granturco. A lavorare intensamente fino al calar del sole con i prodotti della terra. Una scena d’altri tempi. Piena di sussurri e voci. Senza grida. Tranquilla. Il granturco al sole è la scena più bella lungo le vie del paese. Destano curiosità tanti quadri dalle forme geometriche tinti di giallo. In ognuno ci sono i bambini pronti a smuovere scalzi i chicchi per asciugarli al sole. Tra le tante ombre ci sono momenti in cui Bonefro è baciato dal sole sulle arcate, sulle case e lungo il selciato. Come del resto lo sono tutti i borghi del Mezzogiorno. Una donna in primo piano guarda curiosa l’Alfa di Tony Vaccaro. Si tratta di una scena avvincente. Scintilla il rosso della macchina sportiva di chi ha fatto fortuna, rischiando la vita, lontano dal proprio paese. L’auto è parcheggiata davanti ad un carro di legno. Usato come mezzo di trasporto per cose e persone. L’immagine è del 1958. C’è un forte contrasto che punta in avanti. Nel suo andamento lento c’è il fluire del tempo. Tra passato, futuro e presente. Luigi Pizzuto.