Il Molise delle tradizioni: il canto della Pasquetta
COLLETORTO. Canti della tradizione in primo piano. Una pasquetta itinerante nel cuore del paese alla vigilia dell’Epifania per augurare a tutti un nuovo cammino di vita. L’iniziativa, nell’occasione, si deve alla Cassiomania. In pieno centro del paese pertanto viene dato spazio alla vivacità di un gruppo tradizionale con l’accoglienza che merita. Perché festoso e simpaticissimo nella sua performance spontanea. E Colletorto è un paese aperto. Sono diversi anni infatti che il Gruppo Musicando di Santa Croce di Magliano, costituito da quaranta componenti, raggiunge Colletorto. Per annunciare una delle tradizioni più sentite in Molise, il noto Pasquettone, che illumina di volti e di voci Piazza Crapsi, la piazza più grande, su cui si affaccia il palazzo comunale di Santa Croce di Magliano. Se negli anni passati a Colletorto Musicando si è esibito negli angoli più caratteristici del Borgo degli Angioini, dove brilla la caratteristica Torre della Regina e il Palazzo Marchesale, quest’anno, invece, in corso Vittorio Emanuele, l’iniziativa ha chiamato a raccolta senz’altro un numero maggiore di spettatori. In un clima festoso e di sorrisi spontanei i componenti di Musicando hanno lasciato non pochi segni positivi. Tra piacevoli emozioni, saluti, sorrisi e tanta curiosità.
Grazie ai contenuti sconosciuti del canto tradizionale della Pasquetta appunto e ai tanti ritmi e passaggi sonori prodotti dai tamburelli, dalle chitarre e dalle fisarmoniche. «Buona sera e noi veniamo lieta nuova vi portiamo/che domani è la Pasquetta, che sia santa e benedetta/Rallegriamo i nostri cuori, con dei canti si sonori vanno gli angeli si cantando i pastori festeggiando/ Vanno dicendo per la via, che è nato già il Messia, i tre re dell’Oriente si partirono allegramente/ Erano questi tre sapienti, di paesi differenti, ma dinanzi a quel mistero si accordava il loro pensiero/ Grande stella rifulgeva, per la via si dirigeva, ma arrivata ad un tal loco si fermò la stella un poco/ Si fermò la grande stella, sulla rozza capannella, onde i Magi in loro core esclamarono: Qui v’è il Signore». È questo l’incipit della “Serenata della Pasquetta” cantata a Colletorto, in tempo di valzer, nel pomeriggio del 5 gennaio 2024. In prima fila la fisarmonica del maestro Antonio Martino, studioso di una cultura locale che si perde nella notte dei tempi.
Al seguito il giovane sindaco di Montelongo Luca Montanaro e Michele Macchiagodena col Gruppo Tarattatta del piccolo comune molisano. Qui c’è un abbraccio che rincuora e che fa bene al territorio. Una bella alleanza tra le tradizioni. Oltre ogni campanile. Un bell’esempio per tenere insieme comunità diverse di un unico territorio. Per stare insieme, in definitiva, con voci differenti, che hanno un unico fine: dare più forza ed energia a quel sapere locale che viene da lontano. E poi Nicola Grimaldi, Nicolangelo Licursi, i componenti della Compagnia Teatrale “Sceme Sembe nuje” tra non pochi musicisti santacrocesi a guidare l’energia di un gruppo affiatato. Dal mattino a tarda notte, di quartiere in quartiere, di paese in paese, si trova la forza per non fermarsi mai. Si ha tanta voglia di fare. La baldoria fa divertire adulti e piccini. Il ponte tra diverse generazioni viene senz’altro assicurato. Con orgoglio si portano nel cuore la propria cultura e le proprie tradizioni. Assieme ai valori di una manifestazione che in questi ultimi anni viene abbracciata dall’intera popolazione. Si consolida così la voce delle proprie radici. Santa Croce di Magliano si può definire il paese delle cento fisarmoniche. Ne sono tante. Nella Pasquetta c’è un bagno di folla.
Nella lunga notte della Befana prevale il suono di questo strumento straordinario che arriva subito al cuore. La musica, i ritmi strumentali, i canti, i rintocchi, le voci, insomma i versi di un linguaggio corale uniscono gruppi completamente diversi. Nella piazza grande i volti dei nonni, dei nipotini, delle donne e dei giovanissimi stampano la cartolina più bella del paese. In una cornice dove sui sentieri dell’io s’intrecciano i cori più felici. In questa foto d’insieme è racchiuso il volto di Santa Croce. Il divertimento sale sempre più in alto. Accoglie. Abbraccia. Si stringe alla piazza. Si sente il respiro della voglia di stare insieme per mettere all’angolo ogni problema. Vibra l’essenza dell’esistere nei versi che si ripetono in una litania di buon auspicio. L’eco profondo inaspettatamente viene raccolto anche dai paesi vicini. Santa Croce diventa il luogo dove festeggiare in piazza la notte della Befana. La gioia è qui dove il cuore sussulta e si fa sentire. Nel segno dell’augurio più bello. Tra brindisi euforici che non finiscono mai. Nel dono di sentimenti inattesi. Anche se si tratta di un sentire breve. Nella notte più lunga dell’anno si rilanciano tanti buoni propositi. Per fare sicuramente meglio nelle stagioni del nuovo anno che verranno. E che velocemente passeranno.
Luigi Pizzuto