Gabriella Paduano in trasferta a Palazzo d'Avalos

Pagine di storia lun 05 febbraio 2024
Cultura e Società di La Redazione
4min
Gabriella Paduano in trasferta a Palazzo d'Avalos ©Lucia Bocale
Gabriella Paduano in trasferta a Palazzo d'Avalos ©Lucia Bocale

TERMOLI-VASTO-RIPABOTTONI. Un dialogo a tutto campo con l’autrice su Tito Barbieri.  Un personaggio di spicco nel periodo risorgimentale, audace, rivoluzionario, turbolento e moderno. Nato a Ripabottoni, un piccolo borgo molisano, dove, a partire dal Settecento, ma già con i Francone, si respira un clima culturale decisamente innovativo per quei tempi. A Vasto, nel giorno della Candelora, nella Pinacoteca di Palazzo d’Avalos un’apertura densa di emozioni.  Inaspettatamente vibra nell’aria il suono delle campane a festa della vicina cattedrale. E si raccorda con non pochi desideri. E’ proprio così. Stranamente. Perché il personaggio in questione, Tito barbieri, è morto il due febbraio. Nel testamento ha lasciato tutti i suoi averi alla chiesa di Ripabottoni. Chiedendo semplicemente in cambio una Messa all’anno. E mentre era in corso la presentazione del libro a Vasto, in contemporanea a Ripabottoni si celebrava la Santa Messa in suo onore. Una presentazione dunque in un clima pieno di emozioni. Gianni Oliva, docente universitario, fa gli onori di casa. “Io parlo a nome del Centro Rossetti che ha voluto la presentazione di un volume interessante su un personaggio in qualche modo strano, molto simile al nostro Rossetti, anche lui rivoluzionario. Due personaggi che combattono per l’Italia, nel Risorgimento, dunque per la stessa ragione. Ma con sistemi ideologici diversi perché Rossetti è appassionato per la monarchia costituzionale. Entrambi i personaggi vengono condannati a morte. Sono costretti ad esiliare. Malta è la loro meta. E’ condominio dell’Inghilterra che appunto protegge gli esiliati. Il libro è molto interessante per via di una microstoria presentata col rigore delle fonti. C’è la grande storia che ha a che fare con i grandi uomini che la fanno. Al contrario c’è una microstoria che ha a che fare invece con gli uomini che la subiscono. Come appunto in questo caso. Si spiega così la preziosità di questo lavoro di ricerca che per la prima vota tira fuori dai cassetti non poche notizie inedite”. La scrittrice Gabriella Izzi Benedetti precisa che questa figura straordinaria, Tito Barbieri, ci dimostra come le piccole aree ai margini della grande storia sono presenti con un contributo di rilievo nel processo di unificazione”. Nel dialogo con Gabriella Paduano il magistrato Daniele Colucci, originario di Ripabottoni, entra nel merito dei vari aspetti, spesso complessi, del protagonista, “che aveva contribuito a realizzare l’Italia nuova, come afferma nella prefazione del libro. Invincibile nella scherma. E che negli ultimi anni   si mostra iracondo tanto da agitare la sciabola qualora si entrasse in contrasto con lui. Tito Barbieri è protagonista in una fase cruciale della storia italiana che sorprendentemente vede il Molise partecipe a quel processo. Anche se le classi popolari vengono emarginate. In un dispaccio inviato a Cavour da Luigi Carlo Farini, luogotenente generale delle province napoletane con il compito di guidare le annessioni dei territori conquistati dallo Stato sabaudo, era questa la considerazione del Sud: “Ma, amico mio, che paesi sian mai questi, il Molise e la Terra di Lavoro. Che barbarie! Altro che Italia. Questa è Africa! I beduini a riscontro di questi cafoni son fior di virtù civile. I galantuomini ammazzati son tanti e tanti. Anche le donne caffone ammazzano; e peggio: legano i galantuomini pe’ testicoli e li tirano per le strade”. Un giudizio impietoso precisa Daniele Colucci. Non solo per il Molise ma per l’intero Meridione. Con questo lavoro di ricerca Gabriella Paduano restituisce giustizia a questa realtà, inquadrando le azioni del Barbieri in un contesto più ampio dell’Ottocento molisano. Che vede in prima linea altrettanto personaggi importanti come i De Gennaro a Casacalenda e a Larino, i Miozzi a Bonefro e i De Luca a Campobasso.  Senza dimenticare il cenacolo di Olimpia Frangipane a Castelbottaccio. Tito barbieri – precisa l’autrice - è un personaggio che nasce a Ripabottoni - in una piccola realtà del Molise che può essere considerata una fucina di uomini illustri. Protagonisti in vari campi. Insomma la vita avventurosa di Tito Barbieri che voleva fare l’Italia a colpi di sciabola è senz’altro particolare e ricca di tante azioni e curiosità nel panorama della storia italiana. A Malta in esilio conobbe i figli di Horatio Nelson che gli donarono un glorioso cannocchiale del padre. Fu appassionato della fotografia grazie alla frequentazione dei fratelli Caldesi a Londra. Abbracciò le idee liberali ma anche i valori della chiesa cattolica. Un uomo con tante contraddizioni. Fuggiasco e ribelle. “Il suo gesto anticipò quello più famoso di Felice Orsini. Nei suoi ultimi anni d’azione tentò di uccidere nel 1858, con tre bombe, Napoleone III. Un uomo dedito all’azione fino alla fine, dunque, senza mezzi termini. La dimora che lo vide nascere a Ripabottoni oggi è sede del palazzo comunale.  Sulla facciata gli viene reso omaggio. Il linguaggio della pietra esalta le antiche gesta e i suoi valori. Qui in bella mostra sono conservate le sue spade e i suoi fucili.  Le armi che ha amato e abbracciato in vita. Le fotografie in prima e in quarta di copertina si devono a Lucia Bocale.

Luigi Pizzuto

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