"La Foiba di Kremenar e l'eccidio della colonna Gamucci"
PORTOCANNONE. «Una serata importante che siamo fieri di aver promosso: il coraggio e la passione di uno Scrittore per riportare alla luce pagine di Storia nascoste, Onore e memoria a giovani vite sacrificate per la Patria». Commenta così l’assessore alla Cultura del Comune di Portocannone, Valentina Flocco, l’esito dell’incontro di sabato sera 10 febbraio, che dalle 18, nell'ambito della rassegna "Dialoghi d'autore", a Portocannone, ha visto intervenire Antonio Magagnino, che presenterà il libro "La Foiba di Kremenar e l'eccidio della colonna Gamucci".
«L’anno scorso in occasione della Giornata della Memoria, abbiamo parlato dell’ospitalità degli albanesi - la Xenia sacra dei Greci - nei confronti degli ebrei…erano fatti non conosciuti. Quest’anno, in occasione della Giornata del Ricordo, abbiamo discusso di fatti ugualmente avvenuti in Albania a carico di italiani, di Militari italiani. In entrambi i casi abbiamo rievocato fatti cancellati dalla Storia ufficiale. Anche oggi abbiamo affrontato questi racconti senza darvi una connotazione ideologica, convinti che tutti i fatti di guerra siano affetti da un fattore ricorrente, il Male, la sua irrazionalità, non ha bandiera.
Noi però abbiamo l’obbligo morale di conoscere e non nascondere alla Storia, perché sempre, in tutti i casi e’ la vita umana, l’Umanità, che viene distrutta. Antonio Magagnino ha messo tanta energia nella sua ricerca, nelle sue pagine si legge il Pathos e la Pietas, i caduti della Foiba di Kremenar (o Grotta dei Pipistrelli) sono Colleghi, sono mariti, sono figli che sono scomparsi e sono stati dimenticati. Siamo convinti che il suo studio, così dirompente, farà tanta strada, presto il suo scritto, già apprezzatissimo in Italia, sbarcherà anche in Albania. Per noi, una serata importante che siamo fieri di aver promosso: il coraggio e la passione di uno Scrittore per riportare alla luce pagine di Storia nascoste, Onore e memoria a giovani vite sacrificate per la Patria. Grazie Antonio e Fernanda».