«Il diabete non deve impedire di fare sport»
TERMOLI. Il diabete torna in primo piano, stamani, alle ore 10:30, presso l'enoteca Federico di Svevia dell'istituto alberghiero di Termoli, si è tenuto l'incontro testimonianza con Mariella Montefusco, referente Italia dQ&A e scrittrice del libro "Nelle scarpe di mia sorella".
Mariella Montefusco è abruzzese. È attiva in diverse Associazioni di volontariato ed Ambassador per progetti internazionali di ricerca a tutela dei diritti delle persone con diabete. Il suo libro “Nelle scarpe di mia sorella” racconta di lei bambina e gli esordi della malattia a soli 8 anni. Un romanzo per tutti, non soltanto per le persone che convivono con il diabete tipo 1, ma soprattutto per chi non conosce questa malattia invisibile e ne ignora i meccanismi che una persona che ne soffre attua per ricercare un nuovo equilibrio.
Mariella Montefusco è inoltre vice presidente di "In giro con il diabete", un'associazione che nasce non solo per i diabetici ma anche per gli amici di diabetici che si aiutano a pedalare, correre, viaggiare. Consigli, storie di viaggio, progetti sempre monitorati e con insulina in borsa. Dal 2014 promuovono attività di informazione e sensibilizzazione in bicicletta In Giro per l’Italia. L’obiettivo è creare un network di solidarietà che possa aiutare i giovani diabetici a condurre un corretto ed attivo stile di vita, ma soprattutto, a diffondere una coscienza ed una informazione per i “non addetta i lavori”. Le loro avventure in giro col diabete, tra consigli e storie di viaggio, sempre monitorate e con insulina in borsa!
“Un bimbo diabetico può condurre uno stile di vita uguale a qualsiasi bimbo della sua età, può studiare, giocare, praticare sport, diventare un adulto, studiare, creare una famiglia, viaggiare, con la consapevolezza che è fondamentale un costante controllo, ma solo se la diagnosi della patologia è tempestiva.
“Tanta sete e tanta pipì” sono i segnali dell’esordio di un diabete di tipo 1i, Sono segnali chiari che si riconoscono, se si conoscono.
L’Associazione promuove l’informazione sul diabete di tipo 1, la consapevolezza che non vi è una cura, lo scambio di esperienze, la prevenzione del diabete di tipo 2, mediante un corretto stile di vita, l’esercizio fisico a qualsiasi livello, è infatti ospite fissa de “La StraLanciano”, la più longeva gara podistica abruzzese, nella cui occasione, offre un servizio di screening gratuito della glicemia mediante il supporto di personale medico e volontario.
«L'informazione su questa tematica è alla base- ha detto ai nostri microfoni la scrittrice Montefusco- alla base non solo del diabete e di tutte le sue sfaccettature ma in generale, dall'inclusività alla consapevolezza. Sul diabete, ancora oggi, c'è molta confusione. L'incontro nelle scuole è importante più per me che per i ragazzi».
Oltre alla dottoressa Mariella Montefusco sono intervenuti, come padrona di casa per i saluti istituzionali la dirigente scolastica professoressa Ettorina Tribò, Pino Ferrieri, presidente Associazione diabetici basso Molise e Aniad sezione Molise aderente a Diabete Italia, il dottor Giammarco Lamanda biologo e nutrizionista, Ha moderato l'incontro il professor Gabriele Lamanda.
Un incontro formativo e informativo che mette al centro anche l'attività dall'associazione dei diabetici del basso Molise, capeggiata di Pino Ferrieri. «Lo scopo delle associazioni è divulgare l'attività sportiva. Mariella fa parte dell'Aniad e We love insulina. Lei è qui per spiegare cosa può fare un ragazzo che si avvicina allo sport anche avendo questa patologia».
Soddisfatto il promotore dell'iniziativa, il professor Gabriele Lamanda che, già nell'estate scorsa, aveva proposto un incontro a Guglionesi con i referenti dell'Adbm.
«Lo scopo e l'obiettivo sono quelli di sensibilizzare i ragazzi, verso lo sport e verso chiunque, anche affetto da patologie, possa praticare liberamente una disciplina. Questa patologia non deve essere d'impedimento allo sport».
L'approccio delle scuole con i ragazzi affetti da diabete è "duplice" come spiega la dirigente scolastica Ettorina Tribò. «Lo gestiamo sia come alunni e sport sia come oggetto di studio, perché i nostri alunni si preparano a essere degli esperti del settore con le diverse patologie, con la dietoterapia».
E proprio parlando di diete, è intervenuto il professor Giammarco Lamanda nutrizionista e biologo. «Bisogna distinguer etra diabete di tipo 1 e 2. Coloro che hanno il tipo 1 sono quelli che utilizzano sin dall'esordio l'insulina. E devono fare i conti con il conteggio dei carboidrati a ogni pasto».
Interessante è stato il dibattito tra gli studenti e i relatori, segno tangibile che questa è sicuramente una problematica sentita. Il diabete è una malattia che non risparmia nessuna età ed è bene saperne sempre il più possibile per cercare di “combatterla” adeguatamente e quantomeno limitarla nei suoi effetti il più possibile.