"8 marzo, la Giornata internazionale dei diritti delle donne"
LARINO. La Giornata internazionale della Donna o dei Diritti delle donne celebra i progressi in ambito economico, politico e culturale raggiunti dalle donne in tutto il mondo. Le Nazioni Unite, la cui Carta rappresenta il primo statuto internazionale che nel 1945 ha affermato il principio di uguaglianza tra i generi, hanno designato (a partire dal 1975, riconosciuto come Anno Internazionale della Donna), l’8 marzo come Giornata internazionale della Donna.
I Comitati per le Pari Opportunità degli Ordini Forensi italiani celebrano la Giornata Internazionale della Donna con questo contributo, perché quello delle pari opportunità è un percorso fondato anche sulle orme di Donne che sono state e sono d’esempio. Il percorso, però, è ancora lungo e molti sono tuttora gli ostacoli da superare nel mondo forense: sono ancora troppo poche le donne nei ruoli apicali e nelle istituzioni forensi, troppo poche sono le donne socie degli studi legali con i fatturati più alti e il divario reddituale di genere è lontano dall’essere colmato, troppe sono le donne costrette ad abbandonare la professione o a limitare il tempo da dedicare ad essa perché non sostenute adeguatamente a livello familiare e sociale; molte sono le donne minacciate o stalkerizzate da clienti, alcune giovani avvocate sono vittime di molestie sessuali sul luogo di lavoro, l’indennità di maternità delle avvocate rimane incongrua, persistono gli stereotipi di pensiero e linguaggio da abbattere.
La necessità di celebrare le donne è nata tra la fine dell’Ottocento e gli albori del Novecento, grazie ai movimenti delle suffragette per il voto femminile e alle proteste socialiste per condizioni di lavoro più umane.
La realizzazione delle pari opportunità è strettamente correlata con la compiuta realizzazione dei diritti della donna in ambito sociale ed economico. Si tratta di una connessione che può apparire quasi scontata o superflua per le donne che militano nelle professioni legali dal momento che esse sono le prime ad avere cognizione dei propri diritti.