"Cose di Termoli", ricerche storiche e chicche autentiche sulla città
TERMOLI. Sabato presso il Cinema Sant’Antonio a Termoli, si è tenuta la presentazione del libro ‘Cose di Termoli’ scritto da Nicola Troilo e Pierluigi Pranzitelli.
L’evento, organizzato dall’Associazione Culturale Andrea Di Capua Duca di Termoli, ha visto gli interventi di Roberto Crema presidente dell'associazione "Andrea di Capua", Lucia Checchia professoressa UniMol, Luisa Palmieri e Vincenzo Cicchino soci associazione "Andrea di Capua", Nicola Palladino cantautore, Francesco Roberti presidente Regione Molise, Costanzo Della Porta senatore, Nico Balice neo sindaco di Termoli. L’incontro è stato moderato dalla giornalista Antonella Salvatore.
“Cose di Termoli” è il terzo libro della collana “La Città svelata”, dove vengono raccontate, tramite minuziose ricerche storiche dagli autori, notizie e autentiche chicche sulla città di Termoli e non solo, che ai più risultavano sconosciute.
Nel libro, come nei precedenti “L’estate Termolese….nelle cronache dei periodici molisani dal 1878 al 1925….tra bagni, svaghi e maldicenze" e “I due porti di Termoli” c’è la continuità grazie all’associazione culturale Andrea Di Capua Duca di Termoli che ne cura la diffusione.
La città di Termoli viene svelata in molti dei suoi particolari, come dicevamo, del tutto sconosciuti a molti termolesi stessi.
Leggere ed avere nella propria biblioteca questa collana di libri sulla città termolese è davvero molto interessante ed apre molte prospettive interessanti e meritevoli di essere approfondite.
Ricordiamo che l’associazione “Andrea Di Capua”, costituitasi nel settembre del 2012, si propone di contribuire al recupero, alla tutela ed alla valorizzazione del patrimonio culturale della città di Termoli. Scopo principale è quello di recuperare, valorizzare, tutelare e diffondere la cultura e le tradizioni di Termoli, in tutti i suoi molteplici aspetti, anche in collaborazione con Istituzioni, Enti ed altre Associazioni. La “conoscenza” della città è elemento fondamentale per evitare possibili “spaesamenti”, ed è necessaria per rinvigorire il senso di appartenenza, valore basilare per la crescita culturale che fa di un insieme di persone una comunità.