Tre anni di servizio per "Nazareth Carezza di Dio"

emozioni mar 09 luglio 2024
Cultura e Società di La Redazione
6min
Tre anni di servizio per "Nazareth Carezza di Dio" ©Termolionline.it
Tre anni di servizio per "Nazareth Carezza di Dio" ©Termolionline.it

SAN GIACOMO DEGLI SCHIAVONI. Tre anni di servizio per l’associazione di fedeli voluta dall’indimenticabile Padre Luigi Russo. Questo, il racconto di una giornata pienamente vissuta da chi ha scelto con la sua presenza di fare memoria di un dono ricevuto.

"Sono le prime luci dell’alba di una domenica come tante ma che si porta dietro le emozioni, tante, che hanno accompagnato l’incontro di sabato 6 luglio 2024.

Siamo stati in agro di San Giacomo degli Schiavoni, in una villetta apparentemente come tante dove, invece, abbiamo potuto assistere ad un anniversario che davvero sapeva di cielo, sapeva di grazia.

Ad invitarci è stata l’associazione privata di fedeli “Nazareth: Carezza di Dio”. L’occasione il terzo anniversario di insediamento nella casa dove hanno deciso di porre la loro sede. 

Puntuali, come lo si è nelle sontuose ed imponenti cerimonie, sono arrivati i tanti amici che, in un modo o nell’altro, sono legati a questa associazione. Con loro anche il vescovo di Termoli-Larino Gianfranco De Luca e l’assistente spirituale dell’associazione, fra Massimo Tunno.

L’accoglienza, curata nei minimi dettagli, ha visto i 5 membri dell’associazione darsi da fare per far accomodare tutti e, nonostante un numero superiore alle attese, ciascuno dei presenti ha trovato posto a sedere. Il moderatore del pomeriggio ha pronunciato i saluti, in primis, ringraziando in modo particolare il vescovo per la sua paterna presenza al fianco dell’associazione che, dopo una lunga gestione, è arrivata al riconoscimento ufficiale della chiesa diocesana lo scorso 02 febbraio. Il ringraziamento si è poi esteso ai familiari: erano presenti la sorella Concetta ed il cognato Donato, dell’indimenticabile padre Luigi Russo che, rispondendo positivamente all’ispirazione dello Spirito Santo, aveva iniziato e portato avanti l’opera di vicinanza alle famiglie fino a quando una tragica fatalità lo ha richiamato alla casa del padre celeste il 22 marzo di due anni fa.

Dopo un inizio un po’ timido il pomeriggio ha preso a viaggiare su livelli molto alti. primo a prendere la parola è stato il vescovo Gianfranco a cui era stata chiesta una riflessione sulla famiglia. Il suo argomentare, partendo dall’episodio evangelico di Zaccheo e della sua curiosità di vedere Gesù’, ha portato i presenti a riflettere su come sia importante in una qualunque Gerico dei nostri tempi avere quella voglia di lasciare, per il tempo necessario, i ritmi frenetici e le sbagliate abitudini per poterci ritagliare momenti di ricarica, di verifica, di riflessione e di proponimento. La famiglia è un insieme di tante anime e tutte devono essere importanti, ascoltate e accolte. Ed è questo l’augurio e l’intenzione di preghiera che il moderatore ha lasciato a tutti al termine dell’intervento di sua eccellenza: possa Nazareth: carezza di Dio divenire il sicomoro di quanti in tutta la diocesi avranno il bisogno di scoprire o riscoprire Gesù’ per poi tornare alla quotidianità’ con una marcia in più.

Prima della prevista pausa per un caffè o una bevanda fresca ha preso la parola anche fra Massimo che ha voluto ringraziare il vescovo Gianfranco per l’opportunità concessagli affermando che in questo primo periodo di affiancamento all’associazione è stato molto di più quello che ha ricevuto rispetto a quello che ha potuto dare sottolineando la tranquillità del posto e la capacità di saper attrarre tante persone permettendogli di fare quella famosa pausa che permette di ripartire con maggiore energia.

Pochi minuti di pausa ed è già tempo di riprendere. scherzosamente il moderatore ha fatto riecheggiare il suono di una campanella affinché’ si tornasse velocemente al posto e all’attenzione necessaria.

La seconda parte del pomeriggio prevedeva due testimonianze e, a seguire, un momento di confronto e di spazio per le domande. A prendere la parola per primi sono stati Emma e Gianni, una coppia che con un veloce ma profondo excursus personale ha testimoniato come la presenza di padre Luigi nella loro vita sia stata un sostegno determinante ed uno sprono continuo a non mollare.

A seguire è stata data la parola ad Ersilia, membro dell’associazione, una donna che vive nella provincia aretina, sposata, separata e divorziata ma che, dopo un lungo discernimento, affiancata da padre Luigi, è riuscita a darsi una collocazione nel mondo aderendo alla fraternità sposi per sempre dove i separati ed i divorziati continuano a vivere la sacramentalità del matrimonio rimanendovi fedeli per sempre. Una realtà ancora poco conosciuta, soprattutto dalle nostre parti, ma che ha permesso a tanti, che vivono il dramma della separazione, di ritrovarsi e di ritrovare l’amore di Gesù’.

A questo punto si è lasciato spazio ai presenti che, sicuramente mossi dal soffio dello Spirito Santo, in tanti si sono alzati per testimoniare la loro personale esperienza con padre Luigi meglio di qualunque altra cosa, gli episodi di vita vissuta hanno saputo sottolineare la mission dell’associazione che si è definita un piccolo ospedale da campo dove poter curare le ferite della coppia e della famiglia senza fare cose eclatanti ma, semplicemente, dando spazio all’accoglienza, all’ascolto ed al conforto, cose che sempre più con insistenza vengono richieste e che troppo spesso invece mancano.

Questo sicuramente uno dei momenti più toccanti dove, anche per chi era presente per la prima volta a casa Nazareth, si è respirata quella serenità che permette di superare anche i lutti più profondi perché’ permette di respirare aria di cielo.

Il tempo è trascorso davvero senza pesare tant’è che il moderatore ha proposto di poter andare avanti ad oltranza ma non si poteva. era giunto il momento di raccogliere tutto quello che era stato donato e portarlo davanti all’altare. Era il momento del raccoglimento per accostarci alla celebrazione eucaristica dove, come ha ricordato Michele, cielo e terra si incontrano e dove è possibile riabbracciare tutti i nostri cari che già vivono nella gloria del paradiso.

Durante l’omelia il vescovo ha sottolineato che il Signore senza il nostro sì ha le mani legate e quelle mani legate portano alle tante situazioni di conflitto che ancora oggi, come nel passato, attanagliano il mondo. se solo riuscissimo ad unirci e a liberare le mani di Dio potremmo davvero vivere anche su questa terra tanti momenti di pace, tanti momenti di cielo.

La celebrazione eucaristica ha avuto come appendice un momento intenso di adorazione dove è stata letta una preghiera rivolta alle famiglie ferite ma anche a tutti coloro che si trovano a dover accompagnare queste famiglie nel cammino di rinascita spirituale ed umana.

A chiudere il solenne momento della messa il canto “chiamati per nome” a ricordare che Dio padre non fa preferenze ma ad ognuno ha destinato il personale invito per la salvezza e la vita eterna.

Per concludere il pomeriggio, divenuto ormai sera, ecco che vengono aperti i vassoi preparati dalla casa, insieme a quelli portati dai tanti partecipanti per dare spazio ad un’agape fraterna che ha permesso di poter stringere mani, abbracciare o semplicemente conoscere nuove amiche e nuovi amici oltre a quelli che sono stati definiti storici.

Una sorpresa è stata la torta per una signora che ha voluto dare ancora maggior importanza all’evento decidendo di festeggiare in maniera diversa, in maniera magnifica come da lei stessa dichiarato, il proprio compleanno.

Nonostante la riservatezza di questa associazione per via della materia di cui si occupa, è un modo per far conoscere una bella realtà in cui, anche quando tutto sembra perduto, una luce è sempre pronta ad illuminare anche il buio più profondo. “Questa luce è Gesù’ e questo gruppo di persone, composto da famiglie, laici e consacrati, si è messo al servizio per essere strumento di amore nelle mani del Signore per quanti avranno bisogno di un luogo dove soggiornare, ristorarsi e ripartire”. 

Un grazie per le tante, belle e profonde emozioni ricevute e fatte vivere. Abbiamo respirato aria buona, aria antica ma sempre nuova, aria di cielo. "A tutti voi di Nazareth: carezza di Dio l’augurio e la preghiera che il Signore sostenga sempre la vostra associazione e la sua missione nel mondo".

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