Ritorno al passato, con la "Scarruciata" viva i giochi semplici
GUGLIONESI. È un ritorno al passato, ai giochi semplici, quello che Guglionesi ha rivissuto nella giornata di sabato 27 luglio, con la prima scarrucciata guglionesana.
Il carruccio è stato il gioco di tanti, fatto ad arte con quello che si aveva, l’importante era divertirsi e “sfuggire ai Vigili” come ricorda qualcuno della “vecchia” generazione.
La scarrucciata guglionesana è stata da collante tra le varie età che si sono sfidate sulla discesa di via Capitano Verri, su un percorso di 400 metri.
Generazioni a confronto, da un lato la categoria digitale con i ragazzi dai 14 ai 30 anni, e dall’altra l’analogica dai 31 anni in su.
«È stato il gioco della nostra infanzia- ci hanno raccontato i tanti curiosi spettatori che si sono ritrovati ai bordi della lunga strada- facevamo le gare e più lungo era il percorso e più ci divertivamo. Le sfide contro le bambine, tante volte tornavamo a casa con carrucci e ossa rotte, ma il giorno dopo eravamo più carichi che mai. Un plauso agli organizzatori, che in queste due ore ci hanno portato alla mente giorni felici e spensierati».
La corsa dei carrucci era uno dei passatempi che si praticava lungo le viuzze dei nostri borghi. Un gioco economico ed ecologico che coinvolgeva bambini e ragazzi di ogni età in maniera così travolgente da richiedere talvolta l’intervento dei genitori.
E anche nella giornata di sabato 27 luglio, è accaduto questo. Non solo per i ragazzi più piccoli, accompagnati dai loro papà, anche gli adulti hanno avuto bisogno di un consulto e di un supporto.
Ma cos’era e cos’è il carruccio? Il carruccio era realizzato interamente con materiale di scarto recuperato qua e là e assemblato con grande estro e creatività. Vecchie tavole di legno di varie lunghezze servivano per costituire la struttura portante che spesso poteva essere verniciata o decorata a mano.
Al centro del pianale veniva fissato un bullone che fungeva da perno per lo sterzo. Questo era realizzato solitamente con un pezzo di legno e aveva alle estremità delle corde, utili al guidatore per la sterzata, che i ragazzi più audaci sostituivano con un vero e proprio volante.
La dinamicità dei carrucci era determinata dalle ruote fatte con gli irreperibili cuscinetti a sfera, provenienti dai motori dismessi e recuperati presso le officine meccaniche.
Il sistema frenante era molto più spartano: bastava indossare un paio di scarpe robuste ed avere dei buoni muscoli e il gioco era fatto. Solo alcuni si impegnavano a studiare un sistema frenante più elaborato che prevedeva l’utilizzo di una leva realizzata con un bastone di legno che generava un attrito sul fondo stradale permettendo la frenata.
Il gioco aveva una grande valenza di dialogo generazionale, poiché univa l’entusiasmo dei più giovani alla sapienza dei più grandi, generando la giusta fusione tra brivido ed estro creativo.
Alla manifestazione hanno partecipato, dicevamo, digitali contro analogici, di Guglionesi e paesi limitrofi. I partecipanti hanno affrontato il percorso individualmente per tre volte e il direttore di gara ha preso i loro tempi. Al termine delle discese cronometrate, sono stati selezionati i partecipanti con i cinque migliori tempi che, in seguito, hanno ripetuto il percorso per decretare il vincitore. Da questo, successivamente, i primi tre classificati della categoria analogici e digitali si sono sfidati in un’unica discesa che ha sancito il vincitore assoluto e, ad arrivare sul podio sono stati i digitali di Larino.