“Magna Capitana”: da borgo della musica a borgo della poesia
PROVVIDENTI. Nei suoi silenzi incanta il piccolo borgo sulla roccia in equilibrio. Nella sua dimensione solitaria certamente fa sentire la voce più alta della poesia. Colpisce il visitatore com’è conservata la pietra locale, nei vicoli, lungo il selciato, nelle arcate, sulle facciate e sui muri, nelle strette piazzette, nascoste qua e là. Sulle pareti solitarie ben recuperate. Piccoli palcoscenici in ombra come balconi. Senza sipario. Aperti all’affaccio.
Che, in verità, non t’aspetti mai. Insomma, il paese, tra i più piccoli della regione Molise, è una bella sorpresa. Ha un’anima che non muore mai. Il borgo, raccolto in un pugno di case, è da visitare. Perchè è pronto ad abbracciarti. Perché è pronto a regalarti le emozioni più care che vanno oltre il destino narrativo, come accade in questi casi, ricco di sentimenti nostalgici. Perché Provvidenti è pronto a scommettere su nuove modalità di abitare luoghi segnati dall’abbandono e dallo spopolamento. Il sindaco, Robert Caporicci, proveniente dal mondo caotico delle grandi città, ama senza limiti il proprio paese natio. E’ entusiasta per tutto quello che si può fare. Ci illustra l’essenziale nascosto. Invisibile. Del piccolo borgo ci mostra con soddisfazione gli obiettivi in itinere. Traccia brillantemente le idee possibili partendo dal lavoro fin qui svolto. Nell’abitato è stata tirata fuori la pietra locale, quella di Provvidenti, appunto. Ripristinata nei luoghi di ieri. Come un tempo. Ma bisogna fare ancora tanto intorno alla Piazzetta Tenco, dove si sono esibiti i cantautori più noti. Momenti di gloria ormai alle spalle. Cuore della musica buona. Dare dunque una forte identità all’antico con pietre piene di storia. Dure. Vive. Resistenti. Un compito che continua.
Per predisporre un’accoglienza che motivi soprattutto chi, in questo contesto dai passi lenti, vuole impegnarsi con nuove iniziative economiche legate a forme creative. Vivere meglio e di qualità si può. Nei respiri e nei rapporti con la gente. La voglia per uscire dalla marginalità c’è. Oggi a quanto pare è possibile. Il posto è senz’altro ideale. “Provvidenti/Un nido di case sulla roccia/Senz’ali/Pigolano/con come tante bocche di vuoto/dal ventre di pietra/incastonate da mani sapienti/Nei suoi silenzi/è presente/la voce dell’assenza/Sussulta il suo cuore/oltre confine/ Ritorna/Va via/Provvidenti/tutto solo/è un borgo che incanta/Vibra l’occhio di Dio/intorno alla chiesa/Fredde carezze/mi accolgono/lungo il calpestio/dove squilli di gioia/e pianti invisibili/nascosti/si fanno sentire/Nei cristalli di pietra/vivono/dormienti/ gli idoli di ieri/Qui il canto delle proprie radici/è una buona medicina/Cura non poche ferite (L.P.)”. Da “Borgo della Musica” a “Borgo della Poesia”, a borgo dove poter mettere in atto percorsi dell’anima e nuovi percorsi lavorativi in una dimensione globale. La presentazione del libro “Magna Capitana”, tra i vicoletti di Porta Mancina, strappati al lento declino, con i suoi sguardi verso tutto ciò che ci gira intorno, ha suscitato non poche riflessioni. Proprio in questa direzione. Il clima inclusivo è stato fantastico grazie al sindaco Robert Caporicci e all’assessore Maria Pietracupa che nei particolari hanno curato ogni aspetto dell’evento. Una festa nel cuore del paese. Una festa di affetti e di sentimenti. Una festa tra chi vive e resiste. Una festa come in una grande famiglia esaltata dalla poesia. In un piccolo borgo, dove le difficoltà non sono poche, per fortuna si respira una vita felice. Gli ingredienti per uscire dall’isolamento ci sono.
Certo ci vogliono azioni concrete. Impegno, passione, sacrifici e credo. La voce dell’attrice Annamaria Graziani e la fisarmonica di Antonio Martino hanno animato questi temi in un clima di riflessioni piacevolissime. Rossella de Magistris, Lucia Bocale e Gabriella Paduano del “Gruppo Poeti al Meridiano”, hanno sottolineato il valore della poesia. La sua voce si esalta in questi contesti del silenzio a “misura d’uomo”. E’ spontanea. Più genuina e profonda. Afferra il bello che sfugge. Che va via. Scuote la propria filosofia di vita. Perché la poesia ha un potere straordinario. Con poche parole entra nel vuoto delle cose. Ne cerca le radici. Svela i meandri dell’anima. L’essenza. Motiva al cambiamento nel rapporto con le cose, la natura e le persone che ci circondano. Illumina gli aspetti più bui, inquieti e misteriosi nel cammino dell’uomo.
Luigi Pizzuto