Ragazzi e social, il confronto con i genitori per una "vita digitale consapevole"
TERMOLI. Presso la Sala Centro Pastorale Ecclesia Mater, si è tenuto l’incontro per famiglie dal tema Uso Consapevole e informato dei social per accompagnare i figli nella “Vita Digitale”.
L’incontro è l’ultimo di una serie destinato alla genitorialità e realizzato all’interno del progetto Pnrr “Le vite ei giovani contano” con capofila Un Paese per Giovani in collaborazione Amoris Laetitia Centro di aiuto alla famiglia. Relatrici sono state la dottoressa Carmela Di Zillo e la dottoressa Rita Lemme entrambe psicologhe e psicoterapeute.
Partiamo da alcune recenti notizie che ci possono aiutare a capire il fenomeno che le relatrici con tanta professionalità hanno inteso trattare. I bambini della scuola dell’infanzia e primaria sono sempre più connessi a internet. Il boom di connessioni si registra anche tra i bambini sotto gli 8 anni. Il paradiso della rete è il nord Europa. La dottoressa Di Zillo ha trattato: “chi sono i nativi digitali. I nativi considerano le tecnologie digitali come elemento naturale dell’ambiente di vita, sono al loro agio ad usarle. Iniziano come gioco, personalizzano le loro esperienze e le condividono con i pari online. Oggi il mondo digitale è un luogo di socialità. Il mondo digitale è il nuovo luogo dove anche i bambini iniziano a socializzare. All’interno del mondo tecnologico esistono diversi utenti come immigrati digitali, deportati digitali e nativi. Mentre i primi hanno poche conoscenze, i deportati digitali non hanno alcuna conoscenza o estremamente scarse mentre le ultime generazioni i cosiddetti nativi hanno a disposizione diversi codici di comunicazione, apprendono per esperienza, pedagogia dell’errore, svolgo più azioni contemporaneamente e attivano forme di cooperazione tra pari. I nativi digitali sono una specie in via di apparizione (società del futuro). Mentre noi immigrati digitali siamo incuriositi ma spaventati dalla perdita di punti di riferimento. Perché e fondamentale per i genitori acquisire un uso consapevole e informato dei social proprio per potere essere di aiuto ai propri figli nella nuova realtà che le giovani generazioni si apprestano a vivere nella loro vita digitale. In famiglia avviene il primo contatto tra bambini e strumenti digitali.
Sempre in famiglia devono essere definite le regole e le modalità di utilizzo degli strumenti tecnologici (telefoni, smartphone e computer). I nativi oltre al Gap generazionale, hanno distanza culturale chiaramente diversa dagli adulti, accompagnata da una scarsa competenza critica e quindi di questi strumenti può incorre in un uso improprio. Spesso i nativi aiutano i familiari a comprendere il mondo digitale e i familiari capiscono la differenza comunicativa. Un consiglio, non impedire l’uso di internet ai figli ma stabilire precise regole. Oggi il mondo digitale ci ha dispiegato nuovi scenari quale il mondo dell’intelligenza digitale che ci ha portato a relazionarci più da vicino su nuovi temi come la plasticità neurale o neuroplasticità (capacità del cervello di modificarsi e plasmarsi). Il Mash-up (creazione inedita attraverso strumenti digitali di manipolazione), remix (assemblaggi originali) , il multitasking ( svolgere più azioni nello stesso momento), condivisione (online). Le famiglie devono essere consapevoli che non è la tecnologia a creare problemi, ma il modo in cui viene usata. In questa nuova era tecnologica bisogna interagire con le nostre paure e le loro passioni per assolvere la responsabilità che è sempre del genitore, attraverso il Parental Control, che è un primo filtro che può evitare che i minori vengono esposti ad alcuni rischi, altro consiglio sempre diffidare di eccessiva demonizzazione o lode dell’utilizzo di internet. I genitori devono porre particolare attenzione alla cronologia che i propri figli hanno prodotta a seguito delle loro attività in rete. Sempre tra i buoni consigli la relatrice ha suggerito di usare quanto più è possibile internet, i social network, programmi, applicazioni, insieme ai propri figli.
Un particolare focus sui social network, ha evidenziato che non prima di 13 anni è permessa l’uso di Facebook ma spesso questo divieto viene aggirato con profili falsi. Occorre educare i ragazzi alla cittadinanza digitale ( il rispetto per le persone anche sui social è fondamentale). I genitori devono sempre monitorare e devono essere consapevoli su come gestire anche la propria vita online, richiamando l’attenzione dei ragazzi a ciò che si posta perché resta in rete e attenzione a pubblicare foto di bambini minori (soprattutto se non sono figli propri). La rappresentazione dei rischi online contempla l’aspetto aggressivo, sessuale, valori e commerciale illustrando il rispettivo contenuto, contatto e condotta. Le cause del rischio riferite a internet mobile in Italia, oltre il 63% degli adolescenti accede ai social network attraverso telefono cellulari. Secondo Net children Go Mobile (marzo 2014), il numero di bambini che va online dai loro telefoni utilizzando piani internet mobile in Italia è superiore alla media europea (24%)”. La dottoressa Di Zillo a conclusione del suo intervento lascia il seguente messaggio: “Come genitori siamo i primi a dover acquisire competenze digitali e permettere ai nostri figli di acquisirle. L’educazione digitale prima e durante l’intervento scolastico. Se i genitori non svolgeranno questo compito insieme a tutte le agenzie educative e formative rischiamo un enorme perdita di conoscenza e potenzialità sociale per il nostro paese. Tradurre il nostro patrimonio culturale, artistico e scientifico nella lingua digitale. Buona navigazione”.
La dottoressa Rita Lemme ha tratto un altro rischio molto grave per i giovani: “il Cyberbullismo e i rischi della rete e che le tecnologie posso implementare. Il bullismo (comportamento aggressivo diretto in monto intenzionale e sistematico verso una vittima che spesso non riesce a difendersi) trasformandolo in Cyberbullismo. Il cyberbullismo è un’azione aggressiva e intenzionale messa in atto da un individuo o da un gruppo di persone ripetutamente nel tempo e utilizzando mezzi elettronici, nei confronti di una persona che non può difendersi facilmente. In materia la senatrice Elena Ferrara è stata la promotrice della legge n.71 del 2017 in materia di bullismo. E’ importante sapere che tra i docenti esiste un referente per il bullismo e il cyberbullismo. Cosa fare al verificarsi di uno di questi fenomeni? I genitori devono intervenire dal basso davanti ad uno di questi casi, a partire dal livello famiglia interessata, dal docente referente per il bullismo e cyberbullismo fino al dirigente scolastico. Esistono varie forme del cyberbullismo. Altre fenomeno a cui ci espone la rete sono le Dipendenze Tecnologiche. Il fenomeno della nwe addiction: l’oggetto della dipendenza non è una sostanza ma u comportamento o un’attività lecita e socialmente accettabile: gioco d’azzardo patologico, shopping compulsivo, new technologies addiction (dipendenze da TV: serie televisive, YouTube, videogiochi, internet, smartfhone, social network), dipendenza da lavoro (Work Addiction), dipendenze da esercizio fisici, dipendenze dal sesso (Sex Addiction), dipendenza da cibo, dipendenza dalle relazioni affettive. La Neurofisiologia ci riporta ad una delle cause alla Dopamina: quando accade qualcosa di positivo, nell’aria del mesencefalo del nostro cervello, si verifica un rilascio di dopamina (come avviene nell’assunzione di sostanze). Altro fenomeno è l’Autolesionismo: il Cutting incisione, taglio della pelle, il Burning: bruciarsi con le sigarette, il Branding: marchiarsi a fuoco la pelle con un laser o un ferro rovente. Sono tutti comportamenti particolarmente frequenti durante l’adolescenza. Perché? Diminuzione nella produzione della dopamina, manifestazione della noia con conseguente ricerca di attività estrema che consento l’aumento del rilascio di dopamina. Il Pruning è la potatura delle sinapsi, coinvolge in modo particolare la corteccia prefrontale, deputata alla regolazione delle emozioni, alla valutazione degli effetti del comportamento e alle decisioni. Non sono consapevoli dei rischi che corrono".
Ulteriori rischi posso scaturire dalle seguenti attività in rete e sono: il sexting, condivisione di immagini o video dai contenuti sessualmente espliciti (Amanda Todd). Il Groming online: tecnica di adescamento usata dai pedofili per entrare in contatto con i propri interlocutori per poi estorcere un rapporto sessuale. Lo Sharenting: la condivisione, da parte dei genitori di molte, troppe, informazioni e foto dei propri figli sui vari social sottoponendoli ad una sovraesposizione non voluta (usare delle accortezze). Il Revenge porn: la diffusione di scatti senza veli destinati a umiliare e a danneggiare la persona ritratta. Questa vendetta pornografica viene attuata solitamente da una dei due partner per vendicarsi della rottura della relazione. Ancora rischi della rete sono i Social Mode a cui i giovani si sottopongono a delle vere e proprie imprese che vengono filmate o fotografate. Altri rischi provengono dalle seguenti attività online a cui i genitori devono porre particolare attenzione per tutelare i propri figli e sono: Belly Slot, Ag WAist Challeng, Thigh Gap, Bikini Brifge conosciuto come fenomeno Pro Ana a cui segue la filosofia Ana, i 10 comandamenti e il credo Ans. Inoltre varie forme di autolesionismo. Selfie Estremi Challenge con foto estreme tipo il Selfie del treno per dimostrare di essere forti. Davanti a tutti questi possibili rischi che sono presenti nella rete, secondo la dott.ssa Lemme: bisogna fare Psicoeducazione. Il cervello dei genitori deve essere il prolungamento di quello dei loro figli. Bisogna cercare il modo di fornire Dopamina ai propri figli in particolare in età adolescenziale, attraverso attività dove i giovani possono trarre esperienze. Fondamentale è costruire una rete sociale dove fare attività co e gite insieme, pizzate, l’importante e fare esperienze che risulteranno sicuramente piacevoli per loro. Far partecipare ai ragazzi a gruppi di volontariato”. Quanto esposto dalle due relatrici potrà risultare utile a creare un uso consapevole e informato dei social per consentire ai genitori di accompagnare i figli nella loro “Vita digitale”. Giuseppe Alabastro