"Le voci della memoria", il lontano ma vivo 1943 a Termoli

TESTIMONIANZA ven 04 ottobre 2024
Cultura e Società di La Redazione
5min
"Le voci della memoria", il lontano ma vivo 1943 a Termoli ©Termolionline
"Le voci della memoria", il lontano ma vivo 1943 a Termoli ©Termolionline
Tra storia e memoria: l'intervista al professor Giovanni Artese

TERMOLI. Ieri presso l’auditorium comunale, in via Elba, si è svolta la celebrazione per l’ottantunesimo anniversario dello sbarco degli alleati a Termoli. L’incontro culturale “Tra storia e memoria” è stato organizzato dall’associazione Progetto Cultura con il patrocinio del Comune di Termoli in collaborazione con l’associazione Freedom for Italy. Moderatori Lucia Checchia e Marco Altobello. 


Il sindaco di Termoli, Nico Balice, dopo i saluti agli ospiti d’onore giunti dall’estero e al pubblico intervenuto, ha ringraziato gli organizzatori complimentandosi con loro, a nome suo e dell’amministrazione tutta, per l’ottimo lavoro che svolgono. Il sindaco ha voluto sottolineare l’importanza della memoria, in modo significativo le voci della memoria, che in questo periodo di conflitti nel mondo, queste voci devono essere piuttosto alte, visti i conflitti in atto, voci che siano testimonianza viva, che si tramanda di generazione in generazione, affinché altri eventi bellici non hanno più a ripetersi. 

Liberato Russo, presidente dell'associazione culturale Progetto Cultura, nella sua introduzione, ha ringraziato quanti hanno reso possibile l’evento e il documentario “Le voci della memoria millenovecento43”. Il cortometraggio ha i testi di Liberato Russo, voce narrante di Aldo Gioia, foto archivio di Stefano Leone (Imperial War Musem) e la regia di Maurizio Perrotta. Un cortometraggio che è un perla di storia termolese a cui hanno preso parte diversi cittadini quali testimoni diretti dello sbarco dello sbarco del 1943. Un ringraziamento al Rotary Club di Termoli per il sostegno fornito per la produzione del documentario. La storia ci fa riflettere su che cosa è la guerra e quanto sacrificio costa in vite umane, la Campagna d’Italia è costata 600.000 vittime, perdite che hanno interessato entrambi gli schieramenti in conflitto, nonostante ciò la guerra è sempre di attualità. 

Marco Altobello del comitato esecutivo Fredom for Italy, con la sua interessante relazione ha trattato “Il ruolo strategico della costa adriatica e l’aviazione alleata” in particolare dei cinque aeroporti militari presenti a Campomarino nel 1942 e del 332 le Code Rosse. Il Tuskegee Airmen (Code Rosse) è stato un reparto nato per addestrare i piloti di caccia degli Stati Uniti d'America riservato agli uomini di colore, attivo tra il 1941 e il 1946. Le Code Rosse distanza presso l’aeroporto di Ramitelli, avevano compiti di bombardamento, ricognizione e pattugliamento aereo. 


Il professor Giovanni Artese, storico, nel suo intervento su “L’importanza strategica di Termoli nell’avanzata delle truppe britanniche sul versante adriatico. Criticità e successi dell’Operazione Devon”. L’inquadramento storico, brevemente ha interessato lo sbarco degli alleati in Sicilia fino allo sbarco di Termoli avvenuto nella notte del 3 settembre 1943. I reparti speciali dell’esercito britannico hanno preceduto il grosso della flotta inglese, per poi riunire le forze e immediatamente ingaggiare nei giorni 4,5, e 6 ottobre, un duro conflitto con le truppe tedesche, che considerato il numero di perdite effettuano una ritirata strategica. La battaglia di Termoli, per gli i militari inglesi dell’VIII Armata, costituirà la prima operazione importante sul settore Adriatico nella Campagna d’Italia 1943-1945. La parte emozionale della serata è stata sicuramente quando sono intervenuti i figli dei reduci inglesi che hanno partecipato agli eventi bellici in quel lontano ottobre 1943 a Termoli. 

La prima delle testimonianze, molto suggestiva, è toccata a Gillian Morrison, figlia di un soldato inglese caduto in guerra. La signora Morrison che non ha mai conosciuto il suo papà, solo grazie alle sue ricerche è riuscita a ricostruire dove è caduto il proprio genitori, esattamente nello scontro bellico avvenuto a San Vito Chietino, dove il suo papà è rimasto vittima di quel conflitto e il luogo dove è tutt’ora sepolto. 

Altro ospite d’onore, che ha consegnato la propria testimonianza è stato il signor Edmund O’Sullivan (stesso nome del padre), figlio di Edmund che nei giorni dello sbarco ha alloggiato a Termoli presso l’Hotel Santa Lucia. Il padre era un insegnante e parlava volentieri della sua esperienza fatta nel corso del secondo conflitto mondiale. Nei suoi racconti diceva “gli italiani sono molto gentili”, conservava un ottimo ricordo dell’esperienza vissuta a contattato con la popolazione in Italia. Edmund ha dichiarato che se ha imparato una cosa da suo padre e che non bisogna mai dimenticare la storia ed è per questo che lui continua il suo impegno quale vicepresidente Freedom for Italy ed ha annunciato che l’anno prossimo il 2 maggio sarà a Roma per la Conferenza di Pace in Italia, proprio a Roma perché è stata la prima capitale europea ad essere liberata dalle truppe nazifasciste nella seconda guerra mondiale. Ha invitato tutti i presenti a partecipare all’evento. Grazie al sacrificio di tanti soldati abbiamo ottenuto 80 anni di pace in Europa.

La terza testimonianza è toccata a Daniel Crampton, suo padre era un’artista e non amava la guerra. Suo padre ha combattuto per la liberazione dell’Italia, e ha raccontato il servizio prestato da giovane papà al servizio dell’esercito inglese, il dramma e l’orrore vissuto nella guerra. La perdita di una gamba avvenuta su una mina, che non gli ha impedito comunque di salvare altre vite umane. Il padre amava gli italiani, il cibo italiano e queste passioni gliele ha trasmesse entrambe. Ha concluso, con la seguente dichiarazione: “Oggi se mio padre sapesse che suo figlio è a Termoli per parlare di lui sarebbe molto fiero di me”. 


Al termine degli interventi degli ospiti stranieri, la sala è stata rapita dalla proiezione del documentario che ha destato l’attenzione di tutti i presenti. Un documento ricco di numerose testimonianze storiche dirette e ricostruzione di precisi fatti bellici sottratti all’oblio del tempo e consegnati definitivamente alla memoria della Storia d’Italia.

Come hanno raccontato i tre ospiti d’onore figli di tre reduci inglesi e come i protagonisti termolesi hanno confermato nel documentario, la storia di quel lontano 1943 a Termoli, anche se con ruoli diversi, tutti l’hanno vissuta, con amore, con passione umana, con sofferenza, direttamente come ogni uomo l’ha vissuto in quel periodo consegnandoci unico monito che “la guerra è orribile e bisogna tener viva la memoria storia affinché eventi di questo tipo non abbiano ad accadere mai più”. Giuseppe Alabastro

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