I soci della sezione Archeoclub in visita guidata alla chiesa di San Timoteo
TERMOLI. L'arte sacra si sa abbraccia il cuore di tutti noi. Meraviglia. Regala una bella sensazione. Consente di fare un piacevole viaggio nel mondo del divino per aiutare l'uomo a capire i valori autentici e il senso della vita.
A Termoli in una magnifica opera musiva brilla un imponente mosaico sacro, che racconta la storia di San Timoteo, discepolo di San Paolo apostolo. L'iconografia, con tecniche moderne, ne accentua il cammino. E' densa di un indiscusso valore religioso, culturale ed artistico. E' il trionfo di un arcobaleno di colori che colpisce il visitatore. Il mosaico ci accoglie. E' pieno di luce come se fosse giorno. Non si spegne mai. Anzi, nella dimensione silente dell'intimo, i toni cromatici ci riempiono di gioia e di bontà. Ci troviamo nella chiesa di San Timoteo. Un santo poco conosciuto. A tal punto che in Italia esistono solo poche chiese. Una in Sardegna e un'altra sul continente, sono state progettate da Enrico Mandolesi. Lungo la strada che immette nel centro di Termoli, l'architettura della chiesa moderna, all'esterno, ha un tono dimesso. Sobrio.
A mattoncini. Semplice a tal punto che si confonde con gli edifici vicini. Non fa immaginare a chi passa l'esplosione di colori di un'arte eccentrica custodita all'interno. Che colpisce. Emoziona. Esalta i testimoni di fede. Di oggi e di ieri. L'ampio spazio dell'enorme navata, una delle prime in cemento armato, senza colonnato, aperta a tutto campo sull'altare, ci mette dentro ad un mondo inusitato. Qui è il mondo dello spirito che vibra. Nei Venerdì culturali dell'Archeoclub in questo contesto sale in cattedra lo scultore Cleofino Casolino. Per illustrare il grande mosaico dedicato appunto a San Timoteo. Oscar De Lena, presidente dell'Archeoclub termolese porta i saluti ai presenti. A lui si deve una monografia sul santo. Spiega lo spirito dell'iniziativa volto a far conoscere il patrimonio d'arte della città timoteana e del suo hinterland.
La professoressa Lucia Lucianetti, nel corso della presentazione, delinea nei particolari la personalità di Cleofino Casolino, un artista sensibilissimo, figlio di Termoli, impegnato con la sua arte e le sue passioni a valorizzare uno dei maggiori protagonisti cristiani nella complessa storia della chiesa e della diocesi di Termoli. In un contesto che gli è cosi caro, Cleofino Casolino nel corso della lezione fa percepire i suoi rintocchi emotivi e tanta sensibilità verso la realtà di appartenenza. Il suo è un abbraccio forte, sentito, ai tesori che Termoli custodisce. La storia di fede e di arte dell'artista è segnata dal cammino di una chiesa che riserva non poche sorprese. Ricche di esperienze. Vissute in prima persona. Fino alla Siberia. Tra l'Occidente e l'Oriente. La filosofia di vita di Cleofino Casolino è ricca di sguardi verso l'altro. Arricchisce. Tra non poche curiosità. La devozione poi per San Timoteo tanta. Senza limiti. E' una finestra aperta sui protagonisti delle scene sacre al centro dell'opera musiva. «Il grande mosaico - precisa lo scultore - è stato realizzato col contributo di tutti.
Dopo l'approvazione di Papa Francesco il 16 giugno 2020 è stato commissionato all'artista Michele Todisco di San Ferdinando di Puglia. Tutti i paramenti sono stati realizzati a tecnica mista. I mosaici invece su pannelli isolanti di fenolico. Le tessere in polistilene tagliate a controllo numerico. Rifinite e scolpite a mano. L'insieme è stato completato con pietre, marmi, paste vitree, smalti e ori applicati con tecniche particolari». «Tutta la sacra scrittura ispirata da Dio è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare». E' la scritta che campeggia sul mosaico.
Tante curiosità. In alto a sinistra c'è la scena del ritrovamento del corpo di San Timoteo, da parte di un muratore, avvenuto l'11 maggio 1945 nella cripta della cattedrale. In basso ai lati colpisce la raffigurazione dei due papi. A sinistra Giovanni Paolo II che il 19 marzo 1983 venera il corpo di San Timoteo durante la sua visita in città. A destra c'è Papa Francesco che incensa il corpo di San Timoteo giunto a Roma nella basilica di San Paolo il 17 gennaio 2020. In una piccola nicchia la firma di Giovanni Paolo II, la reliquia dei suoi capelli e un pezzetto di croce lignea che portò in processione nel suo ultimo Venerdì Santo.
Non mancano infine i tanti simboli identitari di Termoli: la barca, il mare, il borgo marinaro racchiuso tra le sue mura. A conclusione della visita al museo annesso alla chiesa, una sorpresa inattesa. Un bel pensiero. Cleofino Casolino, per ricordare l'evento del 25 ottobre 2024, ha regalato ai soci dell'Archeoclub un graziosissimo medaglione in terracotta. Scolpito a mano. Recante la testa dormiente di San Timoteo e il seguente messaggio impresso sul logo dell'Archeoclub: ravviva il dono di Dio che è in te.
Luigi Pizzuto